143382.fb2
"A niente."
"Alex, dimmelo perché forse non hai capito come sto male, qualunque cosa che non so mi fa impazzire."
Alessandro sbuffa. "A come facevo bene l'amore con Elena, va bene?"
"Ah. Be, io sono sempre stato bene con Camilla, era un fare l'amore tranquillo, diciamo. Ma ultimamente è cambiato. Sembra più, più..."
"Più?"
"Che ne so ! Non lo so."
"Va be, ma stavi dicendo qualcosa di più?"
"Più vogliosa, ecco, te l'ho detto."
"Magari ha avuto qualche pensiero in meno, magari fa così perché vorrebbe un bambino."
"Prende la pillola."
"Senti, insomma, io credo che ti vuoi rovinare la vita inutilmente."
"Ah sì?"
"Sì. Mi sembra che tutte le cose vadano per il verso giusto. Se vuoi un bambino chiedile di smettere di prendere la pillola."
"L'ho fatto..."
"E lei?"
"Lei ha detto che ci penserà."
"Vedi... non ha detto di no. Ha detto che ci penserà, è già una cosa, è bello avere un figlio, no? È importante, è un passo definitivo, è ciò che ti legherà più di ogni altra cosa a quella donna, più del matrimonio. Per sempre."
E nello stesso istante in cui finisce di dire quella frase, Alessandro si rende conto di quanto è vera e quanto gli manca tutto questo nella sua vita e quanto glielo ricordano ogni volta sua madre e le sue due sorelle e perfino suo padre e anche tutto ciò che lo circonda. Perfino quegli spot della sua azienda, pieni di famiglie felici e soprattutto di bambini. Ma questa volta è Enrico a salvarlo.
"Ogni volta che rientra a casa, spegne il telefonino o lo mette su silenzioso."
"Magari non ha voglia di sentire nessuno. Lavora in uno studio di commercialisti, quelli hanno sempre un sacco di grane."
"Leva il sonoro anche ai messaggi che riceve."
Alessandro si arrende e si lascia andare sullo schienale della poltrona.
"Che vuoi che faccia? Dimmi tu, Enrico."
"Vorrei che tu andassi qui" e tira fuori dalla tasca della giacca una pagina strappata dall'elenco delle Pagine Gialle. La gira sulla scrivania, mettendola al verso giusto sotto gli occhi di Alessandro che subito legge.
"Tony Costa. Agenzia investigativa. Prove, testimonianze documentate con foto legalmente valide per separazioni, divorzi, affido minori. Massima discrezione al minimo prezzo."
Alessandro scuote la testa. "Ma perché ti vuoi mettere in questi casini?"
"C'ho pensato tanto, non ho altre soluzioni. Anzi, per essere precisi la mia soluzione... sei tu."
"Io?"
"Sì, tu. Io non avrei mai il coraggio d'andare fino a là, salire a chissà quale piano, parlare con questo Tony. Già me lo immagino come mi guarderebbe, cosa penserebbe, come sorriderebbe sotto i baffi."
"Che ne sai se ha i baffi?"
"Gli investigatori ce li hanno sempre. Servono a nascondersi, che non lo sai? E comunque lui penserebbe: ecco un altro coglione! Uno che viene tradito e che alimenta le mie parcelle."
Be, pensa Alessandro guardando il foglio ma senza dirlo,
veramente qui c'è scritto "minimo prezzo", almeno si risparmia un po, vista la beffa.
"Ok, Enrico. Ci vado. Solo per te."
"Grazie. Già sto meglio, sul serio..."
"Spero solo che non te ne pentirai e che questa cosa non rovinerà la nostra amicizia."
"E perché dovrebbe? So di poter contare su di te. L'ho sempre pensato e questa non è altro che l'ennesima conferma..."
"No, lo sai perché te lo dico, Enrico? Perché troppe volte un amico, per fare del bene, si mette in mezzo e alla fine quello che viene lasciato sul serio è proprio lui... Magari sarà comunque mia la colpa se poi le cose tra voi iniziano a non andare bene..."
""La gelosia spegne l'amore come le ceneri spengono il fuoco" diceva Ninon de Lenclos. Ma per me non vale. Io senza gelosia starò solo meglio. E qualunque cosa scoprirai, spero che rimarremo sempre amici."
"Lo spero anch'io."
"Veramente spero anche che questo Tony non scopra assolutamente nulla."
Enrico si guarda un po intorno. Ora è più rilassato.
"Sai, ti vedo bene qui, in questo ufficio. La cosa assurda è che non ero mai passato."
Poi sorride, un po imbarazzato.
"È che prima non ce n'era bisogno..."
Alessandro sorride e si alza dalla poltrona. "Non ce n'era bisogno neanche questa volta. Mi hai fatto solo una visita, una bella sorpresa. Sei sicuro che non ti posso offrire niente, nemmeno un caffè?"
"No, grazie, sul serio, sono a posto così. Sai la cosa che mi piace di te? È che sei veramente solido."
"Perché?"
"Be, qui, sereno, ad aiutare un amico. Stare un po con te già mi ha rilassato. Quasi quasi resterei tutta la mattinata."