143382.fb2 Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 52

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"È per te."

"Bello come titolo... "Love relax"."

"Ti piace? L'ho fatto io. È una mia hit, le canzoni più belle, una dopo l'altra, mixate, un susseguirsi che non può farti fallire con una donna. Lo volevo usare una di queste sere per convincere Camilla ad avere un bambino, ma sono contento di darlo a te, da usare con Niki."

"Ma che scherzi? Che c'entra..."

"C'entra, c'entra... E lo sai. Tanto io ce l'ho sul computer, me lo duplico. C'è un pezzo che mi piace moltissimo, con tutte le frasi più belle di Battisti. Si chiama Le domande di Lucio. Tipo "Che ne sai tu di un campo di grano, nostalgia di un amore profano..." E poi io ti do la risposta..."

"Sul serio?!"

"Certo, senti la bellezza di quelle parole... "Che ne sai tu di un campo di grano?" Ma è giusto, ma che ne sai... Cioè se non sei proprio lì in mezzo a quelle spighe, magari al vento, come puoi capirlo... Ho fatto anche dei parallelismi con la cinematografia più pura, per esempio in Camera con vista, l'attore Denholm Elliott è a Firenze, poi a un certo punto si ritrova a dipingere in un campo e sfiora con una mano il grano, quando arriva l'attrice che fa Lucy e si baciano. Così come nel Gladiatore Russell Crowe tocca sempre le spighe con la mano destra, quando l'amore della sua amata uccisa gli manca, è il contatto con la terra, cioè la spiga è l'amore, quell'amore che nasce dalla terra e ci da il pane, come quando incontriamo la nostra desiderata... nasce l'amore in noi. Poi c'è "nostalgia di un amore profano" ma questa è un po più difficile da capire, secondo me..."

"E certo. E tu dici che tutte queste spiegazioni a Niki piaa ranno?"

Enrico lo guarda, poi chiude gli occhi e fa cenno di sì con testa.

"E già tua."

"C'è solo un piccolo particolare." Alessandro chiude borsa di Enrico e lo accompagna verso la porta.

"Quale?"

"Io non la voglio."

"Ok, fai come vuoi. Però mi raccomando, vai al più preste da Tony."

"Va bene, su questo non ti preoccupare..."

Alessandro chiude la porta e torna alla scrivania. Si lasci* cadere affranto sulla poltrona in pelle. Ci mancava solo questo Poi prende il ed e lo guarda meglio. Però, niente male. Writter, In Your Eyes di Elisa. Le chiavi di casa di J Ax. Una canzone pei te di Vasco. Canciones de amor della Venegas. Sei parte di me degli Zero Assoluto. Tu non mi basti mai di Dalla. Poi un sacco di Battisti. Alessandro guarda meglio. Ha messo pure Nevet Touch That Switch di Robbie Williams, che mi piace tanto. Chissà quanto ci mette Enrico a fare un ed, a scaricarle e a mixare tutto. Ci tiene proprio tanto a Camilla. È una bellissima coppia, vanno d'amore e d'accordo, e invece senza ragione dovrò andare da questo Tony Costa! Ma che roba. E come se non bastasse m'ha messo anche il dubbio. E se Elena avesse avuto un altro? E se ha un altro, uno dei miei amici? Enrico no. A meno che non sia proprio un genio e abbia messo su tutta questa storia solo per allontanare da se stesso i sospetti. E Flavio? No, Flavio non lo farebbe mai, teme troppo Cristina e la possibilità di essere scoperto. E Pietro? Pietro. Non resta che Pietro. E su di lui purtroppo non so veramente cosa pensare. Certo, è un grande amico, ma di fronte alla possibilità di andare a letto con una donna rinuncerebbe al suo onore. Figuriamoci all'amicizia! E come se non bastasse, Elena gli piaceva molto, me l'ha sempre detto. Quando siamo andati a vedere L'amico del cuore, appena usciti mi ha detto "Ecco, se stessi male prima

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dell'operazione farei la stessa cosa con te. Verrei subito a chie derti di passare una notte con Elena...". Me lo ricordo ancora, ci siamo messi a ridere e io gli ho dato una pacca sulle spalle. "Non c'è problema... Stai benissimo."

Proprio in quel momento bussano alla porta.

"Avanti."

È Andrea Soldini.

"Noi stiamo andando a mangiare qualcosa, ma non andiamo a mensa. Vogliamo essere un po più liberi, continuare un po di brain, ci mangiamo un'insalata qui fuori. Sei dei nostri?"

"Sì ma con il pensiero. Devo andare a prendere Niki a scuola" e così dicendo Alessandro prende la giacca ed esce. Andrea Soldini gli sorride.

"Ehi, non sapevo che tu avessi una bambina."

"Già, neanch'io."

Trenta

Uscita di scuola. Un fiume di ragazzi si riversa nei corridoi. Qualcuno va a casa. Qualcun altro assale la macchinetta. Diletta è in fila insieme a Niki.

"Ma l'hai finita la versione?"

"No. Tu?"

"Tre quarti." |"Eh, me l'ha passata la Sereni. Era in debito."

"Di che?"

"Le ho prestato la mia maglietta Extè per la festa di sabato dei diciotto. È un debito da almeno sei versioni."

"Ah. Dai, tocca a te."

Niki mette un euro nella fessura. Plink. Rumore giusto. Preme il tasto del tortino al cioccolato.

"Ma che fai?"

"Che, non lo leggi Benni? Il mondo - secondo Socrate, il nonno di Margherita - si divide in: quelli che mangiano il cioccolato senza pane; quelli che non riescono a mangiare il cioccolato se non mangiano anche il pane; quelli che non hanno il cioccolato; quelli che non hanno il pane. Io tutto."

"Ah, ecco."

"Ciao..." Diletta si gira. Occhi verde speranza su un viso leggermente abbronzato la guardano. "Ti ho riportato l'euro. Ora è carico."

"Che è, una scheda telefonica?!" ride Niki che sta scartando il tortino.

"Non dovevi. Ce l'ho."

"Sì, ma tanto oggi non ti serve. Lo usi la prossima volta."

"In che senso?"

Il ragazzo tira fuori dalla tasca uno snack ai cereali. "Te l'ho preso io."

Diletta lo guarda perplessa. "Non dovevi."

"Lo so. Volevo."

Niki li osserva uno alla volta, come fosse una partita di tennis.

"Sì, ma te l'ho detto, a me non piacciono i debiti."

"E va be, e allora non ti sdebitare."

Niki interviene. "Dai, Diletta, non farla tanto lunga. T'ha preso una merendina, mica una cassa di tartufi neri di Norcia. Bravo! Mi piace il gesto!" e gli sorride buffa.

Lui allunga lo snack a Diletta.