143382.fb2 Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 62

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Niki sbatte il pugno sul tavolo.

"Cavoli, mi hanno fregato pure questa! Va be, ma l'idea della città è diversa."

Alessandro mangia un po d'insalata.

"È diversa, ma è vecchia perché fa il verso a quella, ci vuole una novità."

Anche Niki mangia un pezzo di pomodoro.

"Cavoli, allora è difficile il tuo lavoro... Pensavo fosse molto più facile."

Alessandro sorride.

"Se fosse stato così facile, non avrei avuto la macchina che tu hai deciso di distruggermi!"

Niki ci pensa un attimo.

"Sì, ma avresti il mio motorino e sapresti andare sul surf ! E magari avresti mangiato un sacco di altre volte così bene da Mastino."

"Già."

Alessandro le sorride.

"Però ho incontrato te."

"Sì, è vero. Allora è un ottimo lavoro. Sei proprio fortunato."

Si guardano un po più a lungo del solito. "Senti, Niki..." Proprio in quel momento squilla il suo telefonino. Alessandro lo prende dalla tasca. Niki lo guarda sbuffando.

"Di nuovo l'ufficio..."

"No. Un mio amico" e apre.

"Dimmi, Enrico."

"Ciao. Scusa ma non ce la facevo, allora? Com'è andata da Tony Costa?"

"Non è andata."

"Come non è andata? Che vuoi dire? Ha rifiutato l'incarico? Era troppo costoso? Cos'è successo?"

"Niente, è che ancora non ci sono andato."

"Ma come non ci sei andato? Alex, non hai capito, io sto male, sto malissimo. Ogni momento che passa per me è una tortura."

Silenzio.

"Dove sei ora, Alex?"

"In riunione."

"In riunione? Ma se non sei in ufficio. Ti avevo chiamato lì."

"In una riunione fuori." Alessandro guarda Niki che gli sorride. "In una riunione fuori molto creativa."

Enrico sospira. "Ok, ho capito. Scusa, amico mio. Scusa, scusa, hai ragione, ma sei l'unica persona su cui posso contare. Ti prego, aiutami."

Alessandro, sentendo il suo tono disperato, torna serio.

"Ok, hai ragione, scusami tu. Ci vado subito."

"Grazie, sei davvero un amico. Ci sentiamo più tardi."

Enrico chiude la telefonata. Alessandro si leva il tovagliolo dalle gambe, lo poggia sul tavolo.

"Dobbiamo andare."

Fa per alzarsi, ma Niki gli poggia la mano sul braccio, fermandolo.

"Ok, ora andiamo, ma stavi per dirmi una cosa prima..."

"Prima quando?"

Niki piega la testa di lato.

"Prima che squillasse il telefonino."

Alessandro sa perfettamente di cosa parla.

"Ah, prima..."

"Eh, prima."

"Ma niente..."

Niki gli stringe il braccio.

"No, non è vero. Hai detto: senti, Niki..."

"Ah sì. Eh... Senti, Niki." Alessandro si guarda in giro. Poi la vede. "Ecco, ti stavo dicendo... Senti, Niki, sono felice di averti conosciuto, abbiamo passato una bellissima giornata e mi hai regalato tu del tempo. E soprattutto... È bello quando uno si accorge di cose come quella!" Alessandro indica qualcosa alle sue spalle. Niki si gira e la vede.

"Quella?"

"Sì, quella."

Una rete di ferro gonfia, con dentro della carta blu e una specie di asta di gesso che l'attraversa.

"Vi piace?" Mastino è lì vicino e sorride. "Si chiama II mare e lo scoglio. Bella, vero? È una scultura di un certo Giovanni Franceschini, un giovane che secondo me farà molta strada. L'ho pagata un sacco. Ho investito su di lui. Cioè, non l'ho pagata... ma è più di un anno che viene qui a mangiare a sbafo, grazie a quella scultura! Quindi vuoi dire che vale un casino..."