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"Mi ha detto che la fai difficile ma che anche questo è semplice..."
E Alessandro si arrende. E Niki lentamente si avvicina. E poi
bacia. Dolce. Amabile. Tenera. Morbida. Leggera. Come un gelsomino. Come Niki. Gli prende le braccia che Alessandro tiene giù abbandonate e se le mette al collo. E continua a baciarlo. Ora con più passione. Alessandro non riesce a crederci. Cavoli. Ma ha diciassette anni. Vent'anni meno di me. E
vicino di casa? E se ci sta guardando? Alessandro apre un po l'occhio. Siamo in mezzo ai gelsomini. I cespugli intorno ci nascondono. Ho fatto bene a volere tutte queste piante per il mio terrazzo. Ed Elena? Oddio, Elena ha le chiavi di casa! Ma soprattutto se n'è andata. Se n'è andata lei. Ed Elena non ha nessuna intenzione di tornare. Forse. Ma poi Alessandro abbandona tutti quei pensieri. Faticosi. Inutili. Difficili. Che vorrebbe portassero da qualche parte ma che alla fine non portano a niente. E si lascia amare. Così, con un sorriso. Un semplice sorriso. Niki si leva le spalline del vestito e lo lascia cadere
giù, per terra. Poi lo scavalca con le sue scarpe nere Adidas,I
alte, da pugile, e rimane così, in mutandine e reggiseno e niente^
più. Appoggiata con la schiena ai gelsomini, immersa tra tuttip
quei piccoli fiori, persa in quel profumo, come una rosa delicaI
tamente sbocciata per caso in quel cespuglio. Lei, profumata di|
!
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suo, con la pelle che ancora sa di mare, con le braccia forti, con le gambe dai muscoli lunghi e guizzanti e uno stomaco piatto, leggermente increspato da muscoli educati che non si mettono troppo in mostra. Niki, tutta natura, sana, come si addice a un'amante del surf. E ora di Alessandro. E poco dopo sono già in mare aperto. Sotto la luna, tra delicate foglie di gelsomini dischiusi, ora a giocare con un altro fiore. Notte. Con una carezza disegnare i confini di ciò che si prova. O almeno provarci. E perdersi tra i suoi lunghi capelli ancora leggermente bagnati. E annaspare quasi in quel desiderio soffocato, timido, impacciato, tra quel sentirsi spogliare, scoprire di aver paura di osare. Ma averne voglia. E tanta. E andare avanti così, nella corrente del piacere. "No, non ci credo, è bellissima questa compilation." E continuare così, su quelle note, dolcemente a tempo col battito del loro cuore. E poi un pezzo classico e un altro e un altro ancora... E trovarsi improvvisamente in mezzo a una tempesta... "I was her she was me, we were one we were free..." tra onde lunghe... "and if theres somebody calling me on, shes the one..." e il vento di passione... "we were fine ali along..."
Alessandro quasi a occhi chiusi si perde in quella mareggiata che sa tutta di lei, di Niki, dei suoi baci, del suo sorriso, dei suoi lunghi sospiri, di quella morbida, giovane ragazza che sa di gelsomino e di tanto altro ancora.
Qualche stella dopo. Niki nuda attraversa il salotto. Cammina fiera e spavalda, per niente timida. Fa scorrere la portafinestra e poi sparisce per comparire poco dopo e sedersi davanti a lui, su quel lettino. Incrocia le gambe e poggia la sua borsa proprio in mezzo, con quell'educato coprire la sua nudità. Niki pesca nella sua borsa, mentre Alessandro è ancora seduto di fronte a lei. Ha solo la camicia addosso, sbottonata. E la faccia sconvolta. Ancora incredulo che "tutto quello" sia accaduto proprio tra loro.
"Ehi, ti dispiace se fumo? Tanto siamo all'aperto, no?"
"Sì, sì, fai pure..."
Niki si accende una sigaretta e aspira un po, poi manda uno sbuffo di fumo su verso il cielo. "Sai, a casa non posso mai fumare... I miei non lo sanno che fumo."
"E certo." Alessandro s'immagina se di tutto il resto invece sanno.
"A cosa stai pensando? E non dire come al solito niente,
eh?"
"Ok. Stavo pensando se i tuoi invece sanno di tutto il resto... sì, insomma, che tu..."
"Che non sono più vergine?"
"Eh, diciamo così."
"Ma che sanno, sei pazzo? Non hanno mai avuto nemmeno il coraggio di iniziare ancora questo discorso, figurati se sanno. Secondo me mia madre comunque lo sa... Almeno penso. Cioè, una volta Fabio, il mio ex, si è dimenticato una scatola di preservativi a casa mia e non l'ho più trovata. O l'hanno trovata i miei, o la mia signorina o mio fratello, ma all'epoca aveva dieci anni, quindi non credo proprio li abbia usati lui."
Alessandro, pensando ai preservativi e al suo ragazzo, il suo ex a quanto Niki gli ha detto, ha una strana sensazione. Non capisce. Non riesce a crederci. Non è possibile. Gelosia? Niki da un altro tiro alla sigaretta. Poi si accorge che c'è qualcosa di strano.
"Ehi, che hai?"
"Niente."
"Sei strano."
"No, sul serio niente."
"Vedi che dici sempre niente! Come i bambini. Di la verità, ti ha dato fastidio che ho parlato del mio ragazzo, dei preservativi e di tutto il resto. Guarda, dillo. Puoi dirlo. Sul serio."
"Be, un po."
"Wow! Non ci credo" butta la sigaretta di sotto e gli salta addosso completamente nuda. "Sono felice! Mi piaci un casino. Cioè, in realtà io non sopporto la gelosia, cioè che uno sia geloso di me. Io penso che o ci si ama oppure no. Quindi non ha senso la gelosia. Perché si deve stare insieme se non ci si ama, giusto? E tu, che sembri il freddo per eccel
?
lenza, sei geloso di me! Be, a questo punto posso anci impazzire."
E lo bacia in bocca con passione. "Sai, ti devo dire la verit anch'io prima ero storta in qualche modo. Stavo girando pi casa e pensavo chissà in quali posti l'avrà fatto... l'amore con. sua ex! E allora ho detto: di sicuro, qui su questo lettino, i mezzo ai gelsomini, così non l'avrà mai fatto, giusto?"
"Veramente su quel lettino ho sempre preso solo il sole."
"Ecco bravo..." Niki gli da un altro bacio. "E stasera hi preso me... Ma poi hai visto la cosa assurda? Cioè, quella con pilation è perfetta. Ti fa stare proprio bene. Cioè, ti sei accort che siamo venuti insieme proprio su quella canzone, Eskimi quella che a me piace un casino..."
"No, veramente non ci ho fatto caso."
"Macché, l'ho visto che ti sei accorto. Mi è piaciuto d morire."
Niki si gira su se stessa e si poggia su Alessandro, che a su volta si abbandona sul lettino, alzando un po lo schienale. Nil fa un lungo respiro.
"Ecco, è per momenti come questi che vale la pena di vivere vero?"
Alessandro non sa bene cosa dire.
"Già. Non so cosa mi sia successo. Cioè, lo so che ti pu< sembrare assurdo, ma quando abbiamo sbattuto, cioè quand< tu mi sei venuto addosso, ecco, io appena ti ho visto, ho capit( che eri tu..."
"Che vuoi dire?"
"Che tu sei tu. Io ci credo al destino. Tu, sei tu, sei l'uomc ;della mia vita..."
"Niki, ma abbiamo vent'anni di differenza!"
"E be? Che c'entra, oggi nel mondo succede di tutto e d più e tu fai un problema d'età di fronte all'amore?"
"Io no. Ma vallo a spiegare ai tuoi..."
"Io? Ma glielo spieghi tu. Tu sai essere convincente. Sei tranquillo, sei sereno, dai tranquillità e serenità. Guarda, è la nostra prima uscita e già sei riuscito a portarmi a letto..."