143382.fb2 Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 76

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Diletta ride ma si copre subito la bocca con la mano, sapendo perfettamente come tutto questo non possa assolutamente essere chiaro per Niki. Non è chiaro da almeno cinque anni, da quando stanno in classe insieme e soprattutto da quando lei ha cominciato a passarle i compiti.

"Allora andiamo avanti. A questo punto dovete considerare la somma ottenuta e ricominciare dalle successive parentesi."

La prof riprende a scrivere e spiegare alla lavagna, mentre Olly prende l'aeretto da sotto il suo quaderno. Lo apre, stirandolo con entrambe le mani, curiosa di leggere il contenuto superstite di quel volo avventuroso.

"Olly, tu che sei tanto brava e hai otto in educazione artistica, mi puoi disegnare queste due idee? Allora ti spiego. Si tratta, nel primo..." e segue tutta la spiegazione di due idee, secondo Olly assolutamente scombinate ma originali che hanno per protagonista una ragazza e che la fanno ridere. Il messaggio finisce con una promessa. "Allora, me li fai tipo... ora? Ricordi? Le Onde hanno promesso di aiutarsi sempre e comunque in ogni momento difficile. E se questo non ti bastasse, ladra opportunista e affarista schifosa che non sei altro, sono pronta a scambiare il tuo misero impegno con: A) cena all'osteria di corso Francia. Costosa ma molto buona come sai; B) settimana di gelati gratis da Alaska perfino con la coppa più grande o cono e comunque pezzi da , euro come minimo; C) quello che vuoi tu ma a condizione che non sia eccessivo per me. Della serie combinare un'uscita con mio padre che ti piace tanto... non me lo chiedere neppure."

Olly prende un foglio, lo stacca dal quaderno e lo scrive velocemente. Poi lo appallottola. Guarda la prof. È ancora girata. Allora lo lancia come il migliore dei playmaker arrivando perfettamente al centro del banco di Niki che subito lo apre.

"Cosa? E io dovrei sgobbare per te dopo che non hai condiviso neanche a parole i tuoi sporchi e laidi piani notturni... Non se ne parla... Oppure: parla sgualdrina!"

Niki finisce di leggere il biglietto e si appoggia allo schienale della sedia guardandola e autocommiserandosi.

"E dai" le dice sottovoce, da lontano, quasi col labiale. Poi unisce le mani a preghiera. "Please..."

Olly scuote la testa.

"Non se ne parla. Voglio sapere tutto... O dici tutto o non disegno nulla."

Niki stacca un altro foglio, ci scrive velocemente qualcosa e poi, visto che la prof continua a scrivere, lo appallottola e glielo lancia. Bomba diretta al posto dell'aereo. Questa volta la Guidi, vedendolo arrivare, pronta si abbassa, schivandolo. Olly lo prende al volo con la destra. Proprio in tempo. La prof si gira e guarda Niki.

"Questo passaggio le è chiaro, Cavalli?"

Niki sorride.

"Questo sì! Chiarissimo."

"E a voi, ragazze?" Alcune alunne più o meno convinte annuiscono. La prof si rassicura. Sta spiegando in maniera comprensibile. "Bene, allora procedo... vado avanti" e riprende a scrivere, non sapendo quanto nessuno di quei calcoli sia veramente chiaro per la maggior parte di quelle ragazze, o almeno per due di loro. Tanto tutti già sanno che matematica non uscirà alla maturità.

Olly divertita apre il nuovo messaggio appena arrivato.

"Sinceramente è meno della metà di quello che hai combinato tu... Comunque ti racconto tutto dopo, a ricreazione. Scripta manent. Disegnam pure! Quindi puoi disegnare le mie due idee per favore? "

Olly la guarda in maniera seria. Poi sottovoce da lontano le dice chiaramente, in modo che si legga bene sulle labbra "Guarda che se non mi dici tutto... tutto quello che avrò disegnato..." e a questo punto prende in mano il foglio stropicciato che è appena arrivato per rafforzare il patto, "... te lo strappo. È chiaro?!".

Niki dal suo posto alza la mano sinistra, poi la destra, poi incrocia le dita, poi le bacia, insomma giura rifacendo il verso a Olly dicendole però chiaramente: "Promesso!"

Olly la guarda un'ultima volta. Niki le sorride. E lei, comun que conquistata da quella sua divertente amica, apre l'astuccio pieno di colori, poi prende da sotto il banco l'album dei disegni e tira fuori un foglio bianco. E, come il più grande dei pittori, leva il cappuccetto del pennarello nero, guarda il foglio delle idee di Niki. Poi si ferma. Cerca nel vuoto l'ispirazione. La trova e allora si tuffa sul foglio e inizia con tratti sicuri e decisi a dare corpo alle fantasie buffe, strane, divertenti e, perché no, anche curiose della sua amica Niki. Mentre la prof prosegue senza alcun dubbio la spiegazione più chiara che abbia mai fatto.

Quarantatré

Alessandro guarda l'orologio sulla scrivania. Le due e quaranta. Manca poco più di un'ora alla riunione. E loro non sono ancora pronti.

"Allora, ragazzi? Come andiamo?"

Michela arriva di corsa al tavolo e gli fa vedere un nuovo schizzo. Alessandro lo guarda. Una ragazza tiene la luna come se fosse un palloncino. Non va bene assolutamente. È tutto meno che nuovo. E meno che mai sorprendente. Alessandro è distrutto. Depresso. Ma non lo deve far vedere. Si mostra sicuro e tranquillo. Per non lasciarsi sfuggire di mano la situazione. Sorride a Michela.

"È buono." Anche Michela sorride. "Ma ancora non ci siamo..." Michela si accascia. Le sparisce immediatamente il sorriso. Velocemente. Troppo velocemente. Forse anche lei, sotto sotto, lo sapeva che ancora non c'erano. "Ci vuole qualcosa di più... di più..." Non trova neanche la parola adatta per esprimere quello che vorrebbe. Ma Michela sembra avere un'ottima intesa con lui.

"Sì, ho capito... Ci provo."

Alessandro si affloscia quasi sulla sua sedia in pelle. Arriva Giorgia.

"Ho fatto qualche altro logo."

Alessandro apre distrattamente la cartellina e guarda quei fogli. Sì, non sono male. Vari colori accesi, illuminati, allegri. Ma se non c'è l'idea, a che serve un buon titolo?

T

"Non sono male, brava."

Giorgia lo guarda perplessa.

"Continuo?"

"Sì, cerca di dare attraverso la scritta il sapore del cioccolato, della cannella, del lime..."

"Non è facile senza il disegno del prodotto, ma ci provo."

"Sì, vai."

E vero. Lo sa anche lui. Senza una vera idea non si va da nessuna parte. Proprio in quel momento suona l'interfono. È Donatella, la centralinista.

"Sì?"

"Mi scusi, dottor Belli, ma c'è..."

"Non ci sono, sono fuori. Non so neanche se tornerò. Sono partito. Ecco, sono andato sulla luna" e chiude l'interfono troncando ogni possibilità di comunicazione.

E che cavolo! E non è lo slogan. Ci sono dei momenti sacri. Uno in quei momenti non va disturbato. Se poi quei momenti sono drammatici, ancora peggio. Non si esiste per nessuno.

E che cavolo! Guarda l'orologio.

Sono le tre e un quarto. Non ce la faremo mai. E dire che ieri pensavo proprio di farcela. Cavoli, non dovevo uscire. Al mare, poi, a vedere quelli che facevano surf, e il pranzo da Mastino, e regalati del tempo... E già, e a me ora chi me lo regala il mio posto di lavoro? Mannaggia a me e a quando ho dato retta a una diciassettenne. Alessandro improvvisamente guarda il telefonino. Nessun messaggio. Cioè, non ci posso credere. Non mi ha neanche chiamato. Niente. E meno male che mi doveva salvare, darmi l'idea. Te la trovo io, tranquillo. Prendeva appunti, chiedeva, pensava. E invece niente. Non si è fatta viva. Poi per un attimo gli vengono in mente i gelsomini e tutto il resto. E quasi se ne vergogna. Ma che volevi da una diciassettenne, Alex? È libera. E senza impegni. E con una vita davanti. Magari si è già dimenticata di te, dei gelsomini... perfino dell'incidente. Ma è giusto così. Però... non ci rimetto nulla a provarci. Prende il telefonino e inizia a scrivere. "Ciao Niki... Tutto bene? Hai fatto un incidente con qualcun altro? Ti devo venire a salvare?" Poi

ci pensa un attimo. Ma sì, me lo aveva detto lei. "Mi vuoi mandare una delle tue belle idee?..." Poi sorride, meglio essere carini. "Ne sento la mancanza. Un'idea al profumo di gelsomino." E ci metto pure un bel punto esclamativo. Poi cerca il nome in rubrica, lo trova. Niki. Lo seleziona, compare il numero e preme invio. Aspetta qualche secondo. Messaggio inviato. Alessandro prende il telefono e lo appoggia sul tavolo. Poi lo fissa. Un secondo, due, tre. Improvvisamente il telefonino si accende. Un messaggio ricevuto. Alessandro spinge il tasto "visualizza".

È lei! Ha risposto. "Ne ho due. Non sono male. Certo, secondo me... Un bacio al gelsomino!"

Alessandro sorride. Scrive subito velocemente.

"Bene! Sono sicuro che sono fortissime, proprio come te... sul surf!" Poi rimane indeciso. Non sa bene come dirglielo. "Ma perché non me le racconti in un mess?" e invia di nuovo. Aspetta trepidante col telefonino in mano. Un secondo dopo arriva un altro messaggio. Lo apre subito.

"Veramente te le vorrei dare di persona..."

Alessandro digita veloce.

"Ma non facciamo in tempo! Ho la riunione alle quattro." Guarda l'orologio. "Manca quasi mezz'ora. Quanto ci metti ad arrivare qui? " e invia.