143382.fb2 Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 81

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"Come cosa? Tony Costa, ci sono passato." "Ah, bravo, bravissimo. Grazie, sei un amico, lo sapevo di Ipoter contare su di te. Poi mi racconti bene. Ma dove sei?"

I"Io? Ehm..." Proprio in quel momento Niki si lancia in

Iavanti per prendere in bagher una palla corta. Finisce per terra,

Istrisciando con la pancia sul fondo liscio della palestra. La

|maglietta si tira un po su, ma Niki riesce a prendere quella

[palla difficile. E il gioco continua. "Io? Sono in una riunione

!creativa..."

<:Diletta si alza in volo e schiaccia.

"Punto!" Tutti applaudono.

"Con questo casino?"

"Eh sì... È una riunione creativa tra la gente."

"Ma mi avevi detto che ti liberavi. Dovevi essere già qui."

"Ma lì dove?"

"Ma come dove, per la festa a sorpresa! Oggi è il compleanno di Camilla." Alessandro guarda l'orologio. "Cavoli, me ne sono completamente dimenticato... Ok, consegno una cosa e sono da voi."

"Dai, muoviti" ed Enrico chiude la telefonata. Alessandro prova in qualche modo a richiamare l'attenzione di Niki ma stanno facendo una partita tiratissima che potrebbe anche non finire mai. Allora Alessandro prende la borsa di Niki e va veloce verso Olly ed Erica.

"Ciao, ragazze, scusate, io devo proprio scappare: mi ero dimenticato di un appuntamento. Dite a Niki che poi la chiamo."

"Ok, glielo diciamo. Non ti preoccupare, vai vai, sennò fai tardi..."

"Grazie!"

Lo guardano uscire di corsa dalla palestra.

"Secondo me quello è sposato."

"Olly! Ma perché devi sempre vedere il torbido dappertutto?"

"Ma che torbido. Anzi. Uno sposato potrebbe essere l'ideale. Non ti rompe i coglioni, non ti chiede con chi esci, con chi stavi al telefono, dove vai, cosa fai eccetera... Fa quello che deve fare, e a quanto pare lui lo fa anche bene... E soprattutto non vuole sposarti! È l'ideale..."

Erica la guarda intristita.

"Sai cosa penso? Non so cosa ti è successo, ma tu hai paura dell'amore."

"Io, paura dell'amore? Ho paura di trovarmi in una situazione come la tua... non puoi più farne a meno, ti sei abituata, ma in realtà vorresti farne a meno... ma hai paura... Tu hai

L.

paura! E non dell'amore. Di non saper stare da sola, cara Erica.

Si sa quel che si lascia, non si sa quel che si trova." "Quando dici queste cose, mi sembri Giorgio." "Ah sì? Allora ti posso dare un consiglio? Lasciaci a tutti e

due!"

Quarantacinque

Alessandro arriva trafelato. È passato da casa, si è fatto una doccia al volo, si è infilato una camicia pulita ed è uscito di corsa, sperando di arrivare in tempo. E c'è riuscito.

"Dai, mancavi giusto te..." Enrico gli corre incontro all'ingresso dei Canottieri Roma. Lo prende per la giacca e lo porta giù, correndo per le scale. Entrano di corsa nel ristorante. A qualche tavolo mangia qualche coppia annoiata. Quattro uomini anziani, ma puntualmente eleganti, cenano compiti con risate leggere, studiandosi quasi, prima del solito bridge. Alessandro ed Enrico raggiungono gli altri invitati, circa una trentina, nascosti dietro un grande paravento, nell'ultimo angolo del ristorante. Enrico lo spinge tra gli altri. "Stai lì, nascondetevi tutti bene, dai, che ormai sta arrivando..."

Alessandro saluta Flavio, Pietro, le rispettive mogli, quelli che conosce e che gli sono più vicini.

"Ciao, ragazzi... ahia, non spingere... sembra di stare in metropolitana."

"Ma perché, tu quando ci vai in metropolitana?"

"Mai... però me la sono sempre immaginata così..."

"Shhh, che ci sente, shhh..."

Poco dopo scendono dalla scala che porta al ristorante Enrico e Camilla. Gli amici, nascosti in silenzio, ne riconoscono la voce.

"Amore, per un attimo avevo creduto che te ne fossi dimenticato..."

"Ma no, stamattina ho fatto finta apposta, ti volevo fare subito gli auguri..."

"Che carino sei stato... hai messo pure i fiori che mi piacciono sul tavolo. Ma toglimi una curiosità: perché qui ai Canottieri? Non è che non mi piace, eh, non fraintendere, giusto per sapere, è che ci sono un sacco di ristoranti che costano meno... Guarda, li potevi scegliere tutti, magari tranne quello di Alberto... Lì è vero che si paga poco ma si mangia di un male..."

"È perché ci siamo noi!" Una ragazza da dietro il paravento decide di salvare Camilla, dato che quel povero Alberto è proprio lì, nascosto con loro. Tutti escono.

"Auguri, Camilla!" "Tanti auguri!" Qualcuno inizia a cantare "Tanti auguri a te, tanti auguri a te!"

Camilla arrossisce imbarazzata. "Grazie, che bella sorpresa! Non mi ero accorta di nulla! Oddio, ci sono proprio cascata!"

Iniziano a darle qualche pacchetto, un mazzo di fiori, alcuni non hanno portato nulla, avendo dato una quota per un regalo più grande suggerito proprio da Enrico. In poco tempo Camilla è sommersa di pacchetti. Anche il povero Alberto le da il suo regalo, una bottiglia di vino, sorridendole, e le da anche un bacio sulle guance. Forse fa finta di non aver sentito niente. Di certo quella bottiglia è migliore di come si mangia nel suo locale. Enrico raggiunge Alessandro che sta chiacchierando con Flavio e Pietro. Lo prende sottobraccio.

"Scusate, eh..." e se lo porta via. Pietro li guarda. "Hanno i segretucci!" Flavio tira su con le spalle. Alessandro ed Enrico si fermano poco distanti da tutti.

"Allora?"

"Allora tutto a posto, Enrico. Sono passato da lui e ha accettato l'incarico."

"Per quanto?"

"Tremila euro. Millecinque subito e glieli ho dati, e mille- cinque a lavoro finito."