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Lei sorride coi suoi denti perfetti. Brillano in quella stanza in penombra. Il riflesso di un pesce che guizza veloce di notte nei mari caraibici, cambiando direzione ogni tanto, portando con sé nel profondo la luna e il suo riflesso.
"Per un attimo ho pensato che te lo fossi già infilato tu..."
"Cosa?"
"Come cosa, il preservativo."
"Non c'avevo pensato..." e l'avvicina a sé, le accarezza il seno, la stringe, la bacia. "Mmmh, buono, sai di buono..."
"Mi prendi, uomo? Mi vuoi incastrare?"
"Ancora no... ma ci sto pensando." Niki sorride e ora lo bacia con passione. E si diverte. Sì. Un bacio divertente, con la lingua, un bacio che sa d'amore e di gioco. Un bacio pieno di buoni sapori e di voglia e di mare aperto e di tanto altro ancora. Una lingua che ha sogni da raccontare. E si stendono sul divano. Niki ha le gambe incremate e tanti leggeri profumi che sembra un prato fiorito, misterioso, nascosto oltre un bosco, tutto da scoprire.
"Sembri un cerbiatto che corre e poi inciampa e cade tra i fiori e si rialza e si porta dietro foglie e petali e camomilla e margherite e viole selvagge e rose screziate ed erbe che sanno di tutto..."
Nicky sorride. "Ma che dici?"
"Dico, dico..."
"Come mai mi dici tutte queste sciocchezze, vuoi far colpo su di me? Guarda, forse non te lo ricordi, ma abbiamo già fatto l'amore..."
"Come sei sciocca, te lo dico perché a volte è così bello essere sciocchi..." E la bacia di nuovo. Già, quando t'innamori, è bello essere sciocchi... Ma il guaio è che non te ne accorgi, non te ne rendi conto... Ma, ti stai innamorando, Alex? Se lo chiede da solo. E si sente ancora più sciocco. Potrebbe quasi arrossire. Ma la penombra ti salva sempre, ti tiene al sicuro, ti fa sognare, ti fa essere sciocco.
"Ma non è che lo fai da copione, eh? A volte sembra che fai le cose studiate... non è bello. Sembra di stare in una delle tue pubblicità." Niki si stacca.
"Ti devo dire la verità... me lo ero dimenticato che avevamo già fatto l'amore."
"Sciocco." Niki gli da una piccola botta sulla schiena e poi, dolce, si lascia di nuovo baciare. Alessandro sente crescere il suo desiderio. La spinge dolcemente con la mano sul petto e lei si lascia cadere giù, lungo il divano. E sospira mentre lui le sfila le mutandine. La pelle sotto il suo corpo è fresca. Alessandro la guarda. È bellissima. E ha diciassette anni. Quattro in più della figlia di Pietro. Ma io che colpa ne ho? Colpa di Pietro che li ha fatti troppo presto. Ecco perché ha ancora bisogno di libertà... Qualcuno ha detto che c'è tempo per ogni cosa... Ma ora? Ora di quale tempo sto parlando? Cosa c'è ancora da aspettare? E una vampata improvvisa. E fame. E desiderio. E non capisco più nulla e lei mi spoglia e glielo lascio fare. E guardo fuori dalla finestra e sento altri profumi e il vicino ha le luci spente e staI
volta è lei a spingere me e lo fa con dolcezza e sorride e mi allarga le gambe e si distende su di me. Ed è spinta. Più spinta. Ahia. Lo ha fatto apposta. E coi suoi occhi grandi mi guarda da laggiù. E sorride. Ed è spintissima. Ed è bella. Ed è innocente. E mi lascio andare. E chiudo gli occhi.
E se ora entrasse Elena? Elena ha le chiavi di casa. Potrebbe."
Devo cambiare la serratura. Ma no. Che entri pure. E lei che ha deciso di andarsene. Sì, che entri pure. Anzi, magari entrasse. E
tiro Niki a me e le sorrido. E ci baciamo con voglia. E già sa un po di me. E decido di farci l'amore.
"Ehi" mi guarda preoccupata, "ma non ti sei messo niente sul serio... stai attento, eh?"
"Chissà. L'hai detto tu. Non deve essere sempre tutto da copione." Lei scuote la testa e poi mi bacia.
"Mi piaci da impazzire."
"Anche tu."
Poi un lampo. Oh no, devo assolutamente cambiare la ser ratura.
Il doppio ce l'ha anche mia madre.
Cinquantaquattro
Due settimane a volte passano in fretta. A volte sembrano non passare mai. Questa è una di quelle volte. Ma per Alessandro è piacevole riempire quel tempo non più libero, non più perso, non più regalato. Quel tempo "costretto" in attesa di un verdetto... giapponese. E cene nei posti più diversi. E scoprire Niki giorno dopo giorno. Il sapore di quella ragazza dei gelsomini, sempre così diverso, dolce, amaro, al miele, al mirtillo... al cioccolato. Dalle sfumature belle come il più capriccioso dei tramonti. Ora bambina. Ora ragazza. Ora donna. E di nuovo bambina. E a volte sentirsi in colpa. Altre così felice da averne paura. Ma paura di cosa? D'innamorarsi troppo? Che possa finire? Che tutto cambi, l'età, il lavoro, la vita fatta finora, tanto da non farcela? Ma perché, con Elena invece? Sintonia totale, mille cose fatte insieme, le stesse esperienze, lo stesso modo di vivere. Sì. Eravamo perfetti. Così perfetti da esserlo anche in quello: un fallimento perfetto. No. Manca poco ormai alla risposta del Giappone. E me li voglio godere fino in fondo. Felicità leggera. Senza pensieri. Così come viene, così come va. Sì, voglio stare in quest'onda. Alta marea. Come aveva interpretato quel pezzo Enrico? Ah sì. "Tu sei dentro di me come l'alta marea." È la paura delle profondità di ciò che crei e che non sai governare. "L'immensa paura che tu non sia mia." Grande, Enrico. Tony Costa non si è ancora sentito. Ma come mai quest'indagine va così per le lunghe? Tanto i soldi sono quelli, non è che guadagna di più tirandola avanti. L'ho chia
ìk.
mato oggi e ha detto che ci sentiamo a fine mese. Spero non ci siano problemi. Improvvisamente la voce di Niki.
"Tesoro? Ma che fai? Sei ancora in vasca? Ma sei pazzo? Io sto andando alla partita, ma te lo ricordi che oggi abbiamo la finale di pallavolo?"
"Abbiamo?"
"Va be, si fa per dire... Io e le mie amiche! Ma te lo ricordavi o no?"
"Certo che sì."
"No, non te lo ricordavi!"
"Macché! Mi sto facendo bello per te... e per le tue amiche."
Alessandro si alza improvvisamente dall'acqua. E così, anche se è tutto insaponato e pieno di schiuma, si vede lo stesso che ha voglia di lei.
"Cretino!" ride Niki e gli tira addosso un asciugamano. "Ti faccio una schiacciata lì, e vedi dove finisce..."
"Ahi!"
Niki lo guarda. Ora ha lo sguardo malizioso.
"Senti, perché non ne riparliamo dopo la partita?"
"Certi discorsi andrebbero affrontati subito..." Tutto bagnato cerca di prenderla. Niki gli sfugge.
"Alex! Ma che ti succede, ho la finale! Quando fai così sei proprio un ragazzino... e dai. Mi sono messa con te perché mi hai fatto credere che eri un uomo!"
"Rifiuto totalmente il mio ruolo paterno, il complesso di Edipo, la ricerca del papa eccetera eccetera."
"Ma tu sei fuori, il papa ce l'ho già e meno che mai lo cerco in te. Anzi, spera solo che lui non cerchi te. Io vado, va, scappo in motorino. Spero che mi raggiungerai!"
Niki esce veloce dal bagno. Alessandro le grida da lontano. "Certo che ti raggiungo, ma ehi, è la finale di quale dei tanti sport che fai?"
"Stupido!"
Alessandro apre la doccia. Cretino? Questa mi mancava... e inizia a prepararsi velocemente. E piano piano mentre si sta insieme tutto diventa normale. E di quell'amore "che rende
straordinaria la gente comune" si finisce per dimenticarsene. Presto. A volte troppo presto. Eppure Elena è ancora presente. E mentre si sciacqua, mentre un getto porta via un po di sapone, qualcosa torna. Direttamente dal passato. Quel giorno.
Per un attimo ha pensato disperato a un furto. Allora si è messo a correre trafelato per casa. No, il notebook non l'hanno preso. Neanche il televisore. Il lettore dvd è ancora lì. Continua a girare per tutte le stanze. Armadi vuoti, stampelle cadute, vestiti scivolati giù. Come mai non hanno rubato nulla di valore? Ha guardato sui comodini. E l'ha vista. Una busta. Si è avvicinato. "Per Alex." Allora ha aperto quella lettera. E l'ha letta di corsa, senza riuscire a credere a quelle parole, a quelle frasi prive di aggettivi, essenziali, povere, misere. Senza un perché, un come, un quando, un dove. E poi quell'ultima riga.