143382.fb2 Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 91

Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 91

Poco più tardi. Casa di Alessandro. Dopo che si è ripreso il discorso della doccia, della schiuma... insomma, dopo. Niki esce dal bagno con l'asciugamano arrotolato sulla testa, ancora calda di vapore e non solo di quello, con le guance rosse e un'aria morbida, da dopo amore.

"Alex, ma cos'è questo?" Mostra un foglio con il disegno in pianta di tutto il salotto, con mobili, poltrone e tavolini. Alessandro lo guarda.

"Ah, questo..." In realtà se ne ricorda perfettamente. Come può dimenticare? La litigata al telefono di Elena con il commesso, lo sconto che lui non aveva voluto fare e poi tutte quelle altre telefonate, le discussioni sul ritardo della consegna di quel mucchio di ingombranti e costosissimi mobili. Sono tutti disegnati lì, su quella piantina. E soprattutto, a tutt'oggi, non sono ancora arrivati.

"Ehm... questo... Questo è il disegno del salotto..."

"Ma questi mobili c'erano prima?"

"No. Ci saranno dopo..."

jir

"Cosa? Ma non ci credo! Ma sono orribili! Ti appesantisiscono tutto." Alessandro non ci crede. È la stessa cosa che ['aveva detto lui a Elena. "Cioè, poi la casa è tua, fai come ti pare, i,eh..." E questo è esattamente il contrario di quello che Elena gli [aveva detto allora. Alessandro sorride. f"Hai ragione... peccato." '"Peccato? Ma li hai pagati?"

!

L.

"No. Li devo pagare alla consegna."

"Che doveva avvenire..." Niki riguarda il foglio, "quattro mesi fa? Ma tu puoi disdire tutto e richiedere anche la caparra, forse la puoi pure raddoppiare per danni. Chiama subito! Dai, te lo faccio io il numero..."

Niki prende al volo il bellissimo cordless sopra l'unico tavolino dello spazioso salotto e compone il numero del negozio di arredamento, scritto a mano in un angolo della pianta. Aspetta che squilli, poi sentendo rispondere lo passa ad Alessandro. "Parla, parla..."

"Arredo Casa Style, desidera?" Alessandro guarda i fogli che ha sottomano e trova sottolineato il nome: Sergio, il commesso che li ha seguiti.

"Ehm, sì, pronto, cercavo Sergio. Sono Alessandro Belli... In via..."

"Ah sì, sono io, certo mi ricordo. Mi scusi moltissimo, i suoi mobili non sono ancora arrivati perché c'è stato un problema su nel Veneto. Ma stanno partendo. E arriveranno sicuramente entro la fine del mese..."

"Mi scusi, Sergio, ma io non li voglio più."

"Ma come, se la sua signora... abbiamo discusso tutto un giorno... alla fine mi ha costretto pure a farle lo sconto, che mi è vietato dai proprietari. Ho dovuto discutere anche con loro..."

"Ecco, li tranquillizzi. Non mi deve fare assolutamente nessuno sconto. Sono scaduti i termini. Ma non voglio fare cause. Rivoglio indietro solo la mia caparra. Grazie e arrivederci" e chiude senza lasciargli il tempo di rispondere. "Questo l'ho imparato da te" sorride a Niki. E poi respira. Rilassato, soddisfatto, un sospiro e un sapore di libertà mai provato prima. Niki lo guarda. Poi guarda il salotto. "Meglio così, no?"

"Meglissimo."

"Non si dice meglissimo."

"In questo caso sì e poi la tua Bernardi non mi sente." Alessandro la tira a sé e l'abbraccia. "Grazie."

"Di che?"

"Un giorno te lo spiegherò."

"Come vuoi tu."

Si abbracciano. Si baciano. Poi Niki si alza. "Senti, se ti va, uno di questi giorni ti accompagno in centro, quando andrai a sceglierti i mobili nuovi" poi va verso il bagno a vestirsi. "Ma robetta leggera, eh? E solo se ti va. Sennò fai da solo, ci mancherebbe." Niki entra in bagno ma esce subito dopo. "Comunque, visto quello che stavi per combinare... io mi porterei, fossi in te!" Poi lo guarda seria un'ultima volta. "E comunque la casa è tua, no?"

"Certo."

"Quindi se mai dovesse ricapitare... anche se spero proprio di no... ricordaglielo..." e sparisce definitivamente nel bagno.

Alessandro compare sulla porta.

"Non capiterà."

"Credi?"

"Ne sono sicuro..."

"Come del fatto che non avresti mai avuto a che fare con una minorenne?"

Alessandro sorride. "Be, quello era il mio sogno."

"E certo" Niki si infila la maglietta, "perché ti fa fare un tuffo nel passato!"

"Be, mi fa fare tanti tipi di tuffi! Dai, muoviti, che andiamo a mangiare qualcosa fuori."

Niki s'infila i pantaloni e lo guarda.

"Ah ah... guarda che non è l'età a fare una donna. Spostati" lo spinge da parte, "voglio proprio vedere cos'hai in cucina. Stasera ceniamo a casa."

Alessandro rimane sorpreso. Felicemente sorpreso. Poi torna in salotto e mette un ed. Save Room, John Legend. Si allunga sulla chaise longue. Alza un po il volume col telecomando. Chiude gli occhi. Che bello stare con una ragazza così. Fosse solo un po più grande... un po. Non dico tanto, un tre-quattro anni, almeno superare i venti. Avesse almeno finito scuola. Tempo. Tempo al tempo. Cavoli, certo mi ha

aiutato molto sul lavoro... E poi quando siamo io e lei... Dalla cucina si sente la voce di Niki.

"Pasta corta o lunga?"

Alessandro sorride. "Che c'entra, dipende con cosa, no?... va be, corta."

"Ok!"

Alessandro si rilassa di nuovo. Si lascia andare ancora di più. Musica lenta. Più lenta...

"Alex?"

"Sì?"

"È pronto... ma ti eri addormentato? Ma sei incredibile! Dodici minuti. Il tempo di cottura."

"Non dormivo. Sognavo te" entra in cucina, "e quello che potevi aver preparato. Uhm, profumino niente male. Mi sembra buono. Ora vediamo."

"Che cosa?"

"Se sei un'abile truffatrice o un'abile cuoca."