143382.fb2 Scusa ma ti chiamo amore - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 92

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Alessandro si siede a tavola. Nota che in un piccolo bicchiere di vodka c'è un fiorellino appena colto dal terrazzo. Due candele accese vicino alla finestra rendono più calda l'atmosfera. Alessandro assaggia un rigatone di quel primo curioso. Chiude gli occhi. Si perde in quel sapore, delicato, vero, completo. Insomma, veramente buono.

"Ehi, ma è fantastica. Cos'è?"

"Io la chiamo la Carbonara contadina. È una mia invenzione ma va perfezionata."

"Cioè?"

"Nel tuo frigo mancavano alcuni ingredienti base."

"A me sembra da sogno così."

"Perché ancora non l'hai provata perfetta. Mancano le carotine fatte tutte a fettine e un po di scorza di limone..."

"Pure? Be, trovare una bella ragazza, per giunta non troppo matura, che sa già cucinare così, è un sogno."

"Quello che stavi facendo prima?"

"No, di più. Non ero capace di sognare così tanto."

"Comunque rasserenati, Alex... so fare solo due piatti.

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Quindi, quando avrai provato anche il secondo si ricomincia..."

Alessandro sorride e continua a mangiare quella strana Carbonara contadina. Elena non mi aveva mai fatto nulla di simile. Sì, certo, magari qualche insalata fredda, con strani sapori, lamponi o frutti di bosco, pistacchi saltati o melograno... E poi qualche piatto ricercato francese e costoso. Tanto... Tanto i soldi non erano suoi. Ma mai niente di cucinato. Mai il sapore della cucina, del vapore, del soffritto nella padella, della pasta saltata col sugo. Di quel cucinare che sa tanto d'amore.

Niki apre una bottiglia di vino. "La mia Carbonara contadina va con il bianco. Ti va bene?"

"Benissimo."

"L'ho fatto freddare un po nel freezer."

Alessandro tocca la bottiglia. "Ma è già così fredda!"

"Basta passare la bottiglia sotto l'acqua prima di metterlo dentro il freezer ed è fatta."

"Le sai tutte, eh?"

"Ho visto mio padre che lo faceva."

"Brava... hai imparato tante altre cose da tuo padre?"

Niki gli versa da bere.

"Come non farmi fregare in certe occasioni."

Poi si versa da bere anche lei. Alza il bicchiere. Alessandro si pulisce la bocca e prende il suo. Li sbattono leggeri. Un suono di cristallo veneziano riempie l'aria, invade la cucina.

Niki sorride. "Mi sa che quella lezione però non l'ho tanto capita." Poi beve e lo guarda intensamente. "Ma ne sono felice..."

E continuano a mangiare così, chiacchiere leggere e tranquille. Un'insalata viene condita. Pezzi di vita passata, di film complicati, di film d'autore, di paura. Una pesca viene sbucciata.

"E pensa che, quando avevo quindici anni ed ero in America, sono andato coi miei amici a vedere Madonna. Era una ventenne grassa e sconosciuta."

"Io invece l'ho vista l'anno scorso all'Olimpico con Olly e Diletta... Erica non è venuta perché Giorgio ha fatto un casino con i biglietti... È una quarantottenne magra e famosa..."

E ancora stralci di vita passata, e soprattutto passata lontani uno dall'altra. Piano piano. Uno dopo l'altro. Pezzi di un puzzle colorato, divertente, anche doloroso a volte, difficile da raccontare. E come tasselli oliati s'incastrano emozioni, piccole verità, qualche bugia leggera, qualcosa che non si è capaci di raccontare neanche a se stessi.

Niki si alza e inizia a lavare i piatti. Alessandro la ferma.

"Domani viene la signorina, lascia pure stare... Andiamo di là. Magari ci vediamo un bel dvd."

In quel momento suonano al citofono. Niki si butta sul divano.

"È arrivata prima la signorina?"

Alessandro va verso la porta. "Non so proprio chi possa essere." Ma un'idea ce l'ha. Elena. Ed è terrorizzato. Non vorrebbe mai trovarsi in una situazione come quella. Ma come quella quale, Alex? Tu non le devi proprio nulla. Be, se non altro non è salita con le chiavi. Forse ha pensato che dopo ben tre mesi tu potresti avere qualcuno, no?

"Sì, chi è?"

"Alex, siamo noi, Enrico e Pietro."

"Che succede?"

"Una cosa molto importante. Possiamo salire?"

"Certo." Alessandro apre il portone.

"Chi era?" chiede Niki, saltando da un canale all'altro.

"Due amici."

"A quest'ora?"

"Eh." Alessandro guarda l'orologio. "Sono le nove e mezza."

"Eh, così presto passano? Neanche alle medie!"

Suonano alla porta. Alessandro va ad aprire.

"Ehi, ciao bello" Pietro lo abbraccia, poi fischia e prova a toccarlo lì sotto. "Che combini col mostro?!"

"E dai, e stai fermo!" Alessandro si ricompone. Poi parla più piano, quasi sottovoce. "Non sono solo... Venite che ve la presento."

I due lo seguono. Pietro guarda Enrico. "Ma sarà?..."

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