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Enrico cerca di puntualizzare. "A parte che mi sembra una lettera scritta in maniera molto sbrigativa, c'era anche un errore…"
Flavio allarga le braccia. "Ma che t'importa dell'errore! E poi qual è l'errore, scusa, io non l'ho notato…"
"Ma questo, dai, l'ho visto anch'io." Pietro riprende la lettera in mano. "Eccolo qua: alle tue sorelle è impossibile stargli dietro… Dicevi questo, no?"
"Eh…" Flavio allarga le braccia. "Ma ti pare?! Oggi si dice eccome."
"No, doveva dire "star dietro" e basta."
"Ma dai! Quelle sono le lettere tue, quando scrivi a una società magari! Questa è la lettera di una ragazza… Scusa se lo dico, eh" rivolto ad Alex, "che lascia il suo ragazzo."
"Eh! Grazie…"
"Oh, sta scritto qui, eh."
Pietro annuisce. "E che quindi presa dalla foga non va tanto per il sottile."
"Appunto!"
Alex li guarda sconsolato. "A parte l'errore voi come la giudicate?"
Enrico interviene. "Bè, io non una scelta giusta."
"Quale?"
"Quella di far leggere questa lettera a tutti noi!"
"Ma che dici! Non ti chiedevo questo, ma che mi frega, voi siete i miei amici da sempre, se non ne parlo con voi con chi lo faccio! Con quelli di lavoro, con Andrea Soldini, con Leonardo?"
Pietro interviene. "Bè, io sono passato l'altro giorno dal tuo ufficio a cercarti e ti devo dire la verità, con Raffaella affronterei volentieri qualunque tipo di problema…"
"Già, ma in questo momento per me è Raffaello, un uomo."
"Allora sei messo proprio male."
"Malissimo. È la seconda volta che chiedo a una donna di sposarmi…"
"E ti ritrovi con gli armadi di casa tua svuotati e una lettera che ti aspetta."
Pietro si siede di fronte ad Alex. "Cioè, è inevitabile ammettere che c'è qualcosa che non va…"
Alex lo guarda preoccupato. "Tipo?"
"Bè, quando tu chiedi loro di sposarti, con la preparazione del matrimonio e tutto il resto, innesti in loro un tale nervosismo e una paura, anzi parlerei di vero e proprio terrore, che alla fine le porta inevitabilmente a scappare…"
"A parte che con Elena non c'è stata neanche la preparazione…"
Flavio si rivolge a Pietro. "Quindi questa tua teoria non ha valore!"
"Già, io credo però che con la prossima…"
Alex lo guarda allibito. "Con la prossima? Quale prossima? Nooo… Non se ne parla. Io voglio Niki!"
Pietro cerca di calmarlo. "E sicuramente la riavrai. Però con lei ormai la storia del matrimonio è andata in un certo modo. Se mai invece non dovesse più andare con lei…" Alex solo a questo pensiero si sente svenire, ma Pietro continua come se nulla fosse.
"Credo che la cosa migliore sarebbe che d'ora in poi le donne tu facessi finta di invitarle a una festa importante, molto elegante, così loro si preparano ed escono all'altezza e poi… Tà. Le fai arrivare lì dove hai già preparato tutto, ricevimento, testimoni, bomboniere, fiori, fedi… E te le sposi al volo! Senza possibilità di svuotamento armadi… solita lettera e tutto questo dramma già ampiamente vissuto, giusto? E non credo che avresti la capacità di sopportare una terza lettera…"
Alex li guarda uno per uno. "Forse voi non vi rendete conto, cioè, io capisco la vostra situazione personale, il fatto che tutti e tre in un modo o nell'altro, chi più chi meno, abbiate visto in diffìcoltà il vostro matrimonio, e che tutto quello che vi è successo non vi faccia credere più nell'amore… Ma non è il mio caso. Non è la mia storia. Non è la mia favola."
Pietro rimane un po'"sorpreso. "Favola? Che favola?"
"La favola tra me e Niki. Io amo Niki."
Flavio, Enrico e Pietro fanno un sospiro e si lasciano cadere sul divano di fronte ad Alex.
Pietro è il primo a riprendere la parola. "Se a quarantanni credi ancora nelle favole, il problema è più grave del previsto."
Alex lo guarda, poi sorride. "Forse non crederci più è un problema ancora più grande." Pietro annuisce. "Ok ok, sei testardo e vuoi avere ragione. Allora andiamo ad analizzare bene questa lettera. In un passaggio Niki dice addirittura che avrebbe voluto che tu la rapissi da tutto e tutti e con una moto la portassi via… Classica moderna rivisitazione del principe azzurro in chiave terzo millennio con motocicletta al posto del cavallo."
Enrico interviene. "Già, forse però dimentica che dopo l'incidente che hai avuto a quattordici anni insieme a tuo padre, tu ne hai il terrore…"
Pietro la giustifica. "Forse non glielo ha detto."
Alex lo blocca. "No, gliel'ho detto, gliel'ho detto…"
"Allora non è giustificata."
"No, allora è peggio. Ha voluto sottolineare questa tua paura quindi…"
Alex si fa più curioso. "Quindi?"
"Quindi ti vede vecchio."
"Vecchio? A me? E perché?"
"Perché non fai quelle cose da giovane! Quante volte l'hai portata in discoteca?"
Alex ci pensa su un attimo. "Una volta."
"Bene."
"Era la presentazione di un marchio dell'azienda, avevamo scelto una discoteca perché si trattava di una birra come prodotto."
"Male."
"Perché?"