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"Resti a mangiare con noi oggi? Dai… Facciamo un primo e poi ci sono formaggio e affettati e un po'"di radicchio fresco con l'aceto balsamico, se vuoi…" chiede Enrico.
Anna sorride. "Sì, dai, non ho nulla in frigo… mi salvi!"
Poco più tardi a casa d'Enrico. Anna è in cucina che sta mettendo piatti e stoviglie in lavastoviglie. Enrico sta finendo di sparecchiare mentre Ingrid si è addormentata sul divano. Squilla il telefono. Enrico va a rispondere.
"Pronto…"
"Pronto." Enrico si blocca. Ha riconosciuto subito la voce. In sottofondo si sentono dei rumori di gente che parla. Sembra un ristorante. "Camilla…"
"Sì. Come va? Tutto bene la bambina?"
"Sì… bene… è con la babysitter… quando passi a trovarla?"
"La prossima settimana… senti… ma non ti sei dimenticato di qualcosa?"
Enrico aggrotta le sopracciglia. Non capisce. Scorre velocemente impegni vari ma non gli viene in mente nulla. "No… non mi sembra… ma dici per Ingrid?"
"No… dico di me. Ieri era il mio compleanno."
"E allora?"
"E allora non mi hai detto nulla… nemmeno un augurio, scusa…"
Enrico non ci crede. Non è possibile. Questa si fa viva quando le pare e mi viene a dire che mi sono scordato del suo compleanno? Ci sono persone che non hanno proprio rispetto per gli altri, non tengono conto di quello che fanno e di cosa hanno fatto a chi dicevano d'amare.
"Non mi sembrava ci fosse nulla da festeggiare, sinceramente, Camilla… e poi, no, non me lo ricordavo. E ti devo dire una cosa: il fatto di essermene realmente dimenticato mi riempie di una strana felicità."
E butta giù, senza lasciarle il tempo di ribattere.
Enrico è ancora sbigottito quando rientra in cucina.
"Che hai, Enrico? Cosa è successo?" Anna si accorge della sua strana espressione.
"Niente… Un problema inutile. Non si può risolvere…" e si
rimette a sparecchiare. Anna decide di non approfondire, non le sembra ne abbia voglia. Enrico sistema la bottiglia di vetro
dell'acqua in frigo e guarda Anna.
"Senti, Anna… quand'è il tuo compleanno?"
Anna si gira un po'"stupita. "Pensa che è stato proprio quando ci siamo incontrati sul pianerottolo per la prima volta… Un bel po'"di tempo fa. "
Enrico fa un rapido calcolo. Meno male, non sono dello stesso segno lei e Camilla.
"E non ti ho mai raccontato quale è stato quel giorno il regalo più bello… me lo ha fatto Ingrid… appena avevamo finito il colloquio e tu me l'hai fatta prendere in braccio…"
"E quale è stato?"
"Un bellissimo sorriso… sembrava sapesse della mia festa."
Enrico sorride. Il prossimo anno me lo ricorderò. E soprattutto spero che avrò il modo di farle gli auguri.
Centoventicinque
Altrove la festa procede. Ragazzi ballano a gruppetti, ridono, bevono qualcosa. La musica esce dal mixer e dalle casse del dj in un crossover che va dagli anni Settanta fino agli ultimissimi successi. Niki ha invitato anche le Onde. Olly si sta scatenando come una pazza, saltella su ogni pezzo. Erica beve un po'"di bitter e dondola il bicchiere tenendo il ritmo. Filippo si avvicina a Diletta con un bicchiere di succo di frutta all'ananas.
"Tieni, amore, è fresco!"
Diletta lo prende e inizia a bere. "Mmm, buono!"
"No! Senti, forte questa…" e Filippo inizia a ballare. Piano piano finisce in mezzo al corridoio che in quel momento fa le veci di una pista. Trova Niki e Olly e si unisce a loro.
"Ciao!"
"Ciao, come va?"
Continuano a ballare urlando sopra la musica per sentirsi.
"Tutto bene! Visto che bella la mia Diletta laggiù?" e si gira verso di lei, salutandola con la mano. Diletta ricambia alzando il bicchiere col succo di frutta.
"Certo, Diletta è sempre bella!" fa Olly. "Mi sembra solo un po'"più cicciottina, vero?"
"Sì, leggermente…" risponde Niki, "ma sta proprio bene! Sembra anche più grande!"
E quelle parole colpiscono Filippo come un fulmine che squarcia il cielo di notte. "Lo penso anch'io! A me piace molto di più così… più morbida… in tutti i sensi!" e la guarda ancora mentre la musica continua e per la prima volta avverte qualcosa di diverso, una nuova sensazione che cresce dentro. E ballando non smette di pensare a quella nuova Diletta, così diversa, così dolce, matura. E ricorda il suo coraggio nei primi giorni, dalla dottoressa Rossi, di come fosse lei a stargli vicino, cercando di semplificare tutto nonostante fosse molto spaventata. Si rivede confuso, arrabbiato, spaesato a casa, all'università, con gli amici, con lei. Come in attesa di
non si sa bene cosa. Come se qualcun altro potesse scegliere per lui. E quella notte, quando fino a tardi hanno parlato della possibilità di abortire, di cosa avrebbe significato per lei, per entrambi, cercando di immaginare tutto, dopo che erano stati insieme al consultorio. Quelle parole, le ipotesi, tutto vissuto come al rallentatore. E lui che cercava in ogni modo di negare l'evidenza e di non accettare quella nuova realtà. Ma Diletta c'è sempre stata, bellissima e forte, più coraggiosa di lui, capace di trasmettergli un'energia così grande. E la guarda ancora. Le sorride. Diletta ricambia e si accorge che qualcosa in quegli occhi è cambiato.
Centoventisei
La pioggia cade insistente ormai da un'ora. Susanna esce e lo vede.
"Ehi! Che ci fai qui?"
Davide si gira. "Eh, la Smart…" e la indica. "Non mi parte. Di sicuro un problema elettrico all'avviamento… e non so come tornare a casa. E ovviamente piove! Ma tanto ora smette, no? Non può…"
"… piovere per sempre. Eh già, il film…"
"Brava, vedo che ricordi bene…"
"Già. E mi ricordo anche che ti devo un favore. Dai…"
Davide la guarda con aria interrogativa.
"Sì, ti restituisco il passaggio dell'altra volta!"