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Durante il viaggio ridono e scherzano. Susanna mette un cd, Paolo Conte.
"Accidenti, che gusti raffinati…" Davide la guarda. "Ma in fondo me lo immaginavo…"
"Perché?"
"Perché sei una donna affascinante" e lo dice con allegria, quasi distratto.
Ma perché fa così? Non si capisce mai cosa pensa… Gli piaccio? O mi prende solo in giro? Ma in fondo perché mi preoccupo? Susanna continua a guidare.
"Dove abiti?"
"Continua pure dritto di qua e quasi ci siamo." Dopo qualche minuto Davide le indica di svoltare a destra, in una piazzetta. "Ecco, cerca un posto… a quest'ora forse lo troviamo."
Susanna fa finta di nulla. Ma mentre compie due o tre giri dell'isolato per cercare un parcheggio, si domanda cosa sta succedendo. Mi ha detto di posteggiare. E io lo sto facendo. Cioè, sto accettando di fermarmi con lui? E lui l'ha dato per scontato? Ma che mi prende. Non ho nemmeno detto nulla.
"Ecco, ecco, lì c'è un posto… Ci entriamo." Davide indica più
avanti. Susanna ubbidisce. E parcheggia. Davide esce dall'auto e prende i borsoni di entrambi. Anche Susanna scende.
"Io abito lì. in quella palazzina gialla, al terzo piano. E abito da solo." Anche questa frase la butta così, con nonchalance.
"Ah, bene."
Bene? Ma che dico?
"Posso offrirti un tè per ringraziarti?" Davide non le lascia tempo di pensare o rispondere. Le sorride e si avvia facendole strada. Susanna ancora una volta non obietta, ricambia il sorriso e lo segue. Poi ci ripensa. "No. E troppo tardi per un tè. Poi non dormo. Ma vengo su volentieri." E sorride serena, improvvisamente di nuovo padrona di ogni sua scelta.
Centoventisette
La musica impazza. Diletta, Erica, Olly e Niki ballano tutte insieme, ognuna a modo suo, con la voglia e il bisogno di sfogarsi. Con le mani al cielo, i capelli al vento. "Balla per me balla balla, tutta la notte sei bella…" E mai canzone fu più giusta per quel momento di sana euforia, di voglia di urlare, di cantarsi in faccia. "Non ti fermare ma balla, fino a che non finiranno le stelle, l'alba dissolva il tramonto, io non completo il mio canto e canto te!" Ridendo, scherzando, spingendosi a tempo, urtandosi, folli di simpatia, d'amore per la vita, di forza e fragilità, di entusiasmo e desideri, di voglie nascoste, di sentimenti palesi, di amicizia profonda, di finto coraggio, di immane paura. E continuano così, sotto gli occhi di tutti, di nuovo giovani e allegre, perdutamente amiche. Sullo sfondo qualche professore alla ricerca della propria gioventù. Ragazzi e ragazze bevono drink colorati, un dj ascolta in cuffia il prossimo disco per centrare perfettamente il possibile mix improvvisato.
"Ehi, io vado a bere. Non ce la faccio più… Vi porto qualcosa?"
Niki è la prima a cedere, sorride sudata alle amiche, aspetta fiduciosa la loro risposta. "Allora? Oh, io vado, eh!"
"Vai vai e vai…"
"Dai! Ci vediamo dopo!"
"Sei davvero antica che molli proprio ora! Balla con noi, dai!" Niki si allontana abbassando la mano. Proprio in quel momento entra perfettamente mixata Alala dei CSS.
Diletta sembra impazzire. "Questa è stupenda, vi prego! Vi prego!" E inizia a gridare il testo, "Ah la la, ah la la… Would you be kind? Gìmme one little more, and I'll be superfine…" eia tutto un ballo saltellando su un piede solo, un piccolo giro, quasi chiudendo gli occhi, ispirandosi verso l'alto chissà a cosa o a chi, e tutte le sono subito dietro.
"Una Diet Coke, per favore…" Niki dopo aver fatto la sua ordinazione batte il tempo guardando da lontano le sue amiche che
ballano euforiche. Scuote la testa assaporando da lì la loro splendida felicità, quasi si avverte nei movimenti, nel sorriso, nel ridere senza senso che hanno quando si abbracciano, quando si stringono, quando saltano insieme, quando fanno lo stesso passo. "Belle. E le guardi con un amore incredibile…"
Ha un tuffo al cuore quando sente quella voce. Lo riconosce subito anche se non sa più nulla di lui da quella sera. Guido. Non pensava di incontrarlo a quella festa. O forse sì. Ma una cosa è sicura. È felice di vederlo. E sorride mentre fa un altro tiro dalla sua cannuccia. Guido la guarda divertito. "Come stai?"
"Bene…"
"Bene bene o bene benissimo?"
"Bene benino."
"Ah, questa non l'avevo considerata…"
"Vedi…" Niki sorride mentre dà l'ultimo sorso alla sua Diet Coke. "A volte qualcosa ti sfugge…"
"O faccio finta che mi sfugga." Niki poggia il bicchiere e lo guarda. Guido continua. "Ogni scelta è inevitabilmente un momento di dolore e di felicità."
"Ma…" Guido le mette una mano sulla bocca. "Shhh… Non parliamone. Non c'entro nulla io. È una tua scelta e come tale non devi risponderne che a te stessa e al tuo cuore, lì dove gli altri non sono invitati a entrare. Tu solo sai… No?"
Niki sorride. "Grazie."
"Vieni con me." Ma non le dà il tempo di rispondere. La prende per mano e la trascina via da tutta quella gente, tra braccia alzate che si muovono a tempo, ragazzi e ragazze che chiacchierano, amori che nascono o semplici simpatie che decidono di darsi una possibilità in più. Forse proprio come loro due. È così? Pensa Niki. E per lui? Lo guarda mentre la trascina fuori da quella grande sala dell'università, di colpo lontani dagli altri, e si accorge di ridere di questo, di esserne felice, piacevolmente distratta, rapita dalla normalità, dall'abitudine. È per lui che sta succedendo tutto questo? E per lui che è successo? È lui il motivo della mia confusione? È lui il motivo della mia improvvisa ribellione? E chiude gli occhi quasi spaventata, poi li riapre proprio in tempo per vedere Guido che si gira e le sorride.
"Tutto benino?"
Stavolta anche Niki sorride.
"Tutto bene." E così si lascia portare verso l'uscita.
"Ecco. Fermati." Rimangono immobili sulle scale di marmo.
Guido le sta vicino ora, le tiene sempre la mano. "Chiudi gli occhi." E Niki senza alcun timore segue le sue indicazioni. Guido si porta dietro di lei. ""Per sempre me ne andrò per questi lidi, tra la sabbia e la schiuma del mare. L'alta marea cancellerà le mie impronte, e il vento disperderà la schiuma. Ma il mare e la spiaggia dureranno in eterno." È di Gibran. Senti il rumore lontano, senti cosa ti sussurra il vento?" Si appoggia sulla sua spalla quasi sfiorandola, poi timoroso ed educato si avvicina alla sua guancia. "Le onde lontane ci chiamano, ci sfidano, spavalde, impavide, forti della loro stessa forza, ridono di noi… Il respiro della natura pensa che abbiamo paura… Non è così, vero, Niki? Noi accettiamo la sfida, vero?" E lo dice quasi implorando, pregando, chiedendo che quel momento così bello, così perfetto, non venga spazzato via da un suo semplice, piccolo, no. Niki allora apre gli occhi, lo guarda e improvvisamente non ha dubbi. E sorride.
"Noi non possiamo aver paura."
Guido quasi impazzisce di gioia. "Wow! Lo sapevo, lo sapevo! Andiamo." E corre giù per le scale trascinando Niki che quasi inciampa e lo segue ridendo.
"Piano! Vai piano! Che cavolo! Sei pazzo!"
Ma Guido non si ferma e salta gli ultimi scalini e va a perdifiato e supera l'angolo della strada arrivando davanti alla sua macchina. "Ecco. Queste saranno le nostre armi…" E indica le due tavole da surf già caricate sulla macchina.
"Ma io non ho nulla con me."
Apre il bagagliaio. "Ho una muta da donna 30, la misura americana…"
Niki è leggermente imbarazzata. È proprio la sua taglia. Guido decide di essere sincero. "L'ho chiesto a Luca e Barbara… Una volta avete fatto surf insieme, ha detto che la sua ti andava benissimo. E lei porta la 30."
Niki è un po'"sollevata. E poi è felice che Guido le abbia detto la verità. Alla fine la conquista del tutto. "L'ho comprata ieri… È nuova."
"E se ti dicevo no?"
"Al massimo te la regalavo per il tuo compleanno. A essere buoni non si rischia mai nulla…" La guarda. E quest'ultimo sorriso di Niki, poi, è la sua resa. E allora si lascia andare così, sale in macchina in silenzio, chiude gli occhi e la sente partire. È un attimo. E già si perde tranquilla lungo le strade della città.