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"Certo." Guido le sorride. "Ero il tuo angelo custode marino…"
"Non so se crederci."
"Fà come vuoi. Comunque sei stata bravissima a infilarti nel tubo. Io non ci sono riuscito… Eccoci, ragazzi! Ci sono ancora le nostre due salsicce o ve le siete già spazzolate?" Guido si siede in mezzo al gruppo. Niki lo guarda. Ma allora è vero. Mi è sempre stato vicino. Non l'avrebbe saputo, sennò.
"Allora che fai? Dai, che si fredda, Niki!"
E si siede vicino a lui, saluta gli altri surfisti e un attimo dopo è attaccata alla birra e soprattutto ha in mano una bella salsiccia ancora calda. "Uhm! Che fame! Questa è veramente degna… È buonissima."
Una ragazza bionda le passa un po'"di pane. "Tieni, è ancora caldo."
Un'altra le dà una vaschetta di plastica. "Qui ci sono dei pomodori pachino, li ho lavati."
"Grazie…"
Si sorridono, non si conoscono ma non c'è bisogno di presentazioni. L'amore per quelle onde è il miglior biglietto da visita. E così continuano a mangiare, a sorridere, a chiacchierare del più e del meno, a passarsi una birra, a raccontare qualche aneddoto di surfisti alle prese con onde più grandi, in chissà quale parte del mondo. E la notte scorre e i fuochi piano piano si affievoliscono.
"Brrr… Inizia a far freddo." Niki si passa le mani sulle spalle, la muta si è asciugata.
"Me la dovevo togliere. Mi sa che mi è entrato il freddo nelle ossa… Andiamo?"
"Ho la soluzione per non farti ammalare! Lo sai che quando ti
prendi molta acqua fredda, qui sul surf o in motorino sotto la pioggia, la cosa migliore è farsi una doccia calda?"
"Certo, ma dove la troviamo qui? Mica c'è la doccia…"
"Qui no. Ti fidi?"
Niki piega la testa di lato e lo guarda incerta.
"Scusa, ti sei fidata fino adesso… E quello che hai fatto ti è piaciuto, no? Perché dovrei darti proprio ora una fregatura?"
Niki lo guarda di nuovo, alza un sopracciglio. Già, perché dovrebbe? Poi cede. "Ok, andiamo, ma non facciamo troppo tardi, vero?"
"Promesso."
E così salgono in macchina, il condizionatore a palla, la musica invece soft. Guido cambia cd mentre vanno. L'aria calda che le arriva addosso è piacevole. In poco tempo là dentro è come stare in un deserto in cui un vento caldo asciuga ogni cosa. Intanto le note di Vinicio Capossela riempiono l'aria. Neanche a farlo apposta. Una giornata perfetta.
"La vita è un ricciolo leggero nel vapore un filo, cielo color mattino color cestino azzurro dell'asilo. Fischiare quando passan le ragazze come primavere, fischiare e rimanere al tavolo seduto, non inseguire niente né botole né imbuto perché… È una giornata perfetta, passeggio nell'attesa senza fretta…"
Sì. È una serata perfetta. Niki lo guarda, sorride. Anche lui. Poi chiude gli occhi. Non voglio pensare, non stasera. Continua Capossela e lei è d'accordo. "Non si è fatti per stare a soffrire, andarsene se è ora di finire, affidarsi alla vita senza più timore, amare con chi sei o dare a chi ti dà e non desiderare sempre e solo quello che se ne va…"
Centotrenta
La station wagon blu procede veloce lungo le strade di campagna. Niki apre il finestrino per prendere un po'"d'aria.
"Guarda, ti faccio vedere una cosa…"
Guido spegne le luci e continuano così, nel buio, a fari spenti, illuminati solo dalla luna che ora sembra più intensa. "Bello, no? Siamo soli, giù per questa discesa…" Guido leva l'acceleratore e mette in folle. La macchina vola silenziosa nella notte, sotto il cielo scuro, tra il verde dei boschi, non si sente neanche più il rumore del motore, sembra di stare su uno strano surf, entra il vento dai finestrini, il calore da sotto le gambe e poco più avanti, tra gli alberi, si vede qualcosa di strano.
"Guarda, Guido…"
Lui sorride, poi ingrana la marcia e riaccende tutte le luci. "Sai cosa sono quelle piccole fiammelle?"
"No, cosa?"
"Le lucciole." Accelera un po'"e sparisce dietro la collina. Guida sicuro, curve lunghe, lente, tagliando tra grandi prati verdi e distese di grano, ormai definitivamente soli nella campagna toscana. "Ecco… siamo arrivati."
Niki si alza sul sedile, curiosa, divertita, di nuovo ragazzina. E tanto. Dietro la curva, giù per una discesa sconnessa, la macchina saltella fino a fermarsi in una piccola radura. Guido spegne. Davanti a loro del fumo chiaro, leggero, sale su lentamente verso il cielo, fino a perdersi. Sono alle terme di Saturnia. Come un piccolo inferno naturale, uomini e donne nella penombra sono immersi in pozze piene d'acqua sulfurea, come un allegro girone dantesco, naturale e piacevole, senza particolari pene ma forse qualche colpevole… Dal buio del bosco una grande cascata calda spicca un salto da una roccia e piomba al centro della grande pozza. Lì dentro si intravede qualche persona. Si muove lentamente dentro quello strano ribollio, appare e scompare ogni tanto tra quelle esalazioni di zolfo.
Guido osserva Niki. È affascinata e persa dietro quest'immagine infernale. "Allora? Sei pronta a immergerti? Sarà bellissimo."
Niki lo guarda e sorride. "Mi sembra una cosa fantastica."
E in un attimo scende dalla macchina, fa qualche passo a piedi nudi sulla roccia fredda e porosa che circonda la pozza, poi lentamente entra in acqua con la sua muta leggera addosso. Si immerge. "Ma è stupendo… vieni." E un istante dopo anche Guido fa una corsa veloce in punta di piedi e scivola piano piano vicino a lei.
"Allora? Non ti ho delusa, vero? E fantastico questo posto… Ci eri mai stata?"
"No." Rimane in silenzio, poi Niki, immersa fino al mento dentro quell'acqua così calda ammette: "Ma è bellissimo, ti giuro, rilassa da morire…".
Guido le sorride. "E non sai come fa diventare la pelle…" Poi si corregge. "Anche se la tua è già bellissima."
Niki sfugge al suo sguardo e si immerge un po'"di più, ora l'acqua le arriva quasi sotto il labbro. Le sembra di stare in una vasca, come a casa, quando da piccola faceva il bagno. E tanto tempo che non le capita più. È proprio rilassante.
"La cosa strana di queste pozze è che se ti allontani dal centro l'acqua diventa un po'"più fredda…"
Guido annuisce. "Uhm… Uhm…" Poi gli viene un'idea. "Seguimi!" La prende per mano e la fa uscire. "Ma ho freddo!"
"Vieni, vedrai che staremo ancora meglio."
Si arrampicano da bravi surfisti sul bordo della cascata fino ad arrivare alla pozza superiore. Qui c'è un'altra cascata che arriva ancora da più in alto e dove non c'è nessuno. "Vieni!"
Guido entra per primo, Niki lo segue. "È caldissima qui, è stupendo…"
"Sì, mettiamoci sotto."
"Come?"
"Così." Guido nuota verso il centro e si mette sotto l'acqua, che calda casca da almeno due metri più in alto e si rompe sulle sue spalle, sulla testa, sulla schiena, facendogli quasi un vigoroso massaggio. "Vieni, Niki! È bellissimo! Che, hai paura?"
"Non ho paura di niente!" E un attimo dopo è vicino a lui, sotto quell'acqua che quasi la travolge, e Niki resiste e muove le spalle sotto quel getto potente e si sente sciogliere i muscoli, sempre di più, sempre più rilassata e serena. Erano mesi che non stava così. Sotto quell'acqua calda Niki chiude gli occhi e si lascia trasportare da quel pensiero, un sospiro lungo, più lungo, poi completamente abbandonata. Ah… Che bello, ci voleva proprio. Poi d'improvviso si sente prendere per un braccio. Apre gli occhi e si sottrae alla caduta dell'acqua. È Guido. La sta tirando a sé, tra la cascata e le rocce, nascosti da tutto e da tutti, in una piccola grotta dove l'acqua che cade dall'alto davanti a loro è come una tenda. Attraverso quei getti si intravede la luna, ai bordi della cascata invece c'è solo il bosco scuro.
"Allora, Niki… Ti piace?"
"Moltissimo… Questo posto ti rimette al mondo, sul serio. Qui ti ricarichi completamente, ora potrei surfare per ore."