143383.fb2 Scusa ma ti voglio sposare - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 127

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"Ecco perché la cucina è un po'"casereccia!"

"Già, lo fanno apposta. Se lo cerchi sull'elenco o sulle pagine gialle o su Internet non lo trovi."

"Ma questi posti li conosci solo tu…"

"Sì. Guarda, mi dispiace un sacco per il barcone, ti sarebbe piaciuto ancora di più!"

"Ma anche questo mi è piaciuto."

"E poi pensa quanto sono bravi i miei amici, che da lì hanno un pulmino che riporta su tutte le persone a Roma, altrimenti in barca ci si metterebbe troppo a risalire il fiume."

"Ah, giusto… Bell'idea."

Guido le passa il casco. "Magari ci andiamo anche con gli altri, Luca, Barbara, Marco e Sara."

"Basta che non porti Giulia."

"Ok." Anche lui si infila il casco, accende la moto e parte.

Centoquarantuno

Il pulmino procede spedito verso ponte Matteotti. È appena rientrato a Roma da Ostia. Si ferma nella piazzetta.

"Signori, siamo arrivati."

I clienti scendono ringraziando per la bellissima serata. In effetti lo è stata veramente. Cena, musica, tutto perfetto, pensa Alex.

"Ops!" Raffaella inciampa su un sampietrino e quasi finisce per terra, se non ci fosse subito Alex a metterle il braccio sotto per sorreggerla.

"Grazie…" sorride languida. "Stavo proprio per cadere. Se non ci fossi stato tu…" È brilla, quasi ubriaca.

"Già… Forse è meglio se guido io…"

"Certo." Raffaella cerca le chiavi nella sua borsa confusa fino a quando le trova. Alex toglie l'allarme dalla macchina, le apre la portiera e l'aiuta a salire, poi fa il giro, entra, sistema lo specchietto e mette in moto.

"Dove abiti?"

"Vicino all'ufficio, in via San Saba."

"Ah, comodo, così la mattina puoi dormire un po'"di più." E parte tranquillo in quella direzione.

Guido si ferma davanti casa di Niki.

"Hai visto? Ho mantenuto il giuramento, non abbiamo fatto tardi…"

Niki si sfila il casco. "Già. Altrimenti lo sai quante ne prendevi?"

"Ma noi dobbiamo avere un buon rapporto, sereno, tranquillo… Non deve essere basato sul terrore!"

"Quale?"

"Quello che generi tu!"

"Ma và và!"

Poco più su, nel buio della notte, sul terrazzo di casa, Roberto

sta fumando una sigaretta. "Non fumare troppo, eh?" Lo ha raggiunto Simona.

"Ma se è la prima della serata."

"Sicuro?" Si appoggia al davanzale vicino a lui con una tazza in mano.

"Certo! Non ti dico una bugia. Che bevi?"

"Una tisana."

"Ah, buona, è vero. Si sente il profumo." Roberto dà un altro tiro e poi, quasi senza volerlo, distrattamente guarda nell'angolo della strada sotto casa. "Ehi, ma quella non è Niki?"

Simona beve un altro sorso di tisana, poi si avvicina a lui. "Sì. Mi sa."

E in un attimo tutte le sue sensazioni diventano una certezza. Vicino a Niki, appena sceso dalla moto, c'è un ragazzo.

Roberto si gira disarmato verso sua moglie. "Quella è Niki… Ma quello non è Alex!"

"Così sembrerebbe."

"È un altro!"

Guido mette il braccio dentro il casco e poi sorride. "Dai, sto scherzando… È stata una bellissima serata."

Niki annuisce. "Sì, è vero. Grazie"

"Figurati…" Guido lentamente la tira a sé. "Vuoi che ti vengo a prendere domani?"

"No, grazie. Devo fare altre cose in giornata, vengo con il mio motorino."

In realtà non sa bene cosa deve fare, di certo non più quei giri per il matrimonio, ma vuole essere comunque indipendente.

"Ok…" Guido le sorride. "Come vuoi…"

Roberto e Simona si scambiano un'occhiata. Roberto è visibilmente preoccupato. "Non è come mi sembra che sia, vero?"

Simona scuote la testa. "Non so che dirti."

E proprio in quel momento, quando guardano di nuovo tutti e due giù in strada, Guido tira a sé Niki e la bacia. Un bacio leggero, non troppo lungo, non troppo appassionato, ma pur sempre un bacio.

Niki si stacca. "Ciao. Ci vediamo all'università." Scappa via e Guido scuote la testa. Non c'è niente da fare. È dura. Andrà meglio a Fuerteventura. Ne sono sicuro. Accende la moto e si allontana.