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Guido si ferma e la guarda alzando un sopracciglio. "Perché non mi credi? Perché la mia allegria e la felicità nel vederti possono far pensare ad altro?"
"Forse."
"Lo sai che mi sono segnato anch'io a Lettere e magari devo fare lo stesso tuo esame?"
"Forse. Però prima che io segno i miei esami, tu mi dici quali hai già intenzione di fare, ok?"
"Ok ok." Guido scuote la testa. "Quello che hanno detto i miei amici nuoce alla mia persona…"
"O forse alla tua immagine."
"La mia immagine?"
"Vuoi la verità? Però non ti devi offendere."
"Ok."
"Giura."
"Giuro."
"La tua immagine, il tuo modo di fare…"
"Cioè?"
"Si vede subito che sei… Che sei…"
"Sono?"
"Tanto per usare i tuoi termini, un donnaiolo… Studi le frasi a effetto per fare colpo, ti vesti per non essere dimenticato, sei gentile e cortese con tutte per vedere chi ci casca…"
"Ah sì? E non può essere che ti sbagli?"
"Dici?"
"Certo, lo saprò, no? E poi che c'è di male a essere gentili con le donne? A farle sentire bellissime? Considerate? Al centro dell'attenzione? Io non sono un donnaiolo. Forse sono l'ultimo dei romantici."
Niki lo guarda e sorride. "Ecco, se questa te la risparmiavi eri andato benino…"
"Ah, sì?" Anche Guido sorride. "Allora te ne dico un'altra. Il professor Trasarti è sposato, e l'altro anno è stato con una del corso, Lucilla, e sembra pure che l'abbia fatta lasciare con il suo ragazzo e che l'abbia messa incinta e costretta ad abortire."
"Sì, bum, non ci credo."
"Bè, sì, forse la storia del figlio… In effetti quest'ultima cosa potrebbe non essere vera."
"E tutto il resto?"
"Il resto è vero, quella ragazza si chiamava Lucilla, era fidanzata e ha avuto una storia con quel prof per tutto l'anno."
"Sì, e tu come lo sai?"
"Facile. Ero il suo ragazzo." Guido sorride, allarga le braccia e poggia la borsa di Niki su un muretto. "Ora scusami ma mi sono ricordato che ho un appuntamento. Il donnaiolo ti saluta."
E si allontana così. Niki resta un attimo interdetta e anche dispiaciuta. Non voleva farlo rimanere male. Prende la borsa e sale le scale per andare in istituto, ma proprio in quel momento incontra il professor Trasarti.
"Salve" la saluta con un bel sorriso. "Ha bisogno di qualcosa?" E in quello stesso momento Niki ripensa alla storia che le ha raccontato Guido e immagina il professore che la guarda con altri occhi, lo vede come un uomo voglioso, non più sensibile e delicato e, senza volerlo, arrossisce.
"No, no, grazie professore, ero solo venuta per segnarmi a degli esami."
"Ah." E senza lasciargli spazio Niki lo supera. "Scusi, ma sono molto in ritardo." E scompare in fretta e furia. Niki cammina veloce e, arrivata in fondo al corridoio, si gira. Meno male. Non c'è più il professore. Poi comincia a camminare più lentamente e alla fine sorride tra sé. Chissà se sono vere tutte quelle storie. Sono troppo suggestionabile. Ma sì che sono vere. E poi perché avrebbe dovuto dirmi una cosa così? Per fare leva sulla tenerezza, sul dispiacere che mi ha provocato pensare che la sua donna l'avesse lasciato per il professore? Ma figurati… Niki apre il registro degli esami. Certo, i suoi amici hanno dipinto Guido come uno che le tenta tutte pur di far colpo su una ragazza. Si segna ai prossimi esami poi chiude il registro. Per far colpo però non ha bisogno di questi mezzucci. E un bel ragazzo, è simpatico, è divertente… E alla fine mi ha fatto anche tenerezza. Poi ci ripensa. Niki, ma che stai dicendo? Sei impazzita? Allora ha ragione Alex… Poi si mette quasi a ridere e improvvisamente le viene in mente un'idea. Ma sì! Stupendo. Questa gliela voglio proprio fare. Se la merita. Ed esce di corsa dall'istituto, scende giù per le scale e gli ultimi gradini li salta tutti insieme. Fa il giro del pianerottolo e riprende a scendere veloce; salta di nuovo e pum. Finisce addosso proprio al professor Trasarti che, travolto dalla sua corsa, cade per terra. "Ahia…"
"Oh, mi scusi prof." Niki lo aiuta a rialzarsi. Il professore si pulisce i pantaloni battendoci le mani con forza e mandando via un po'"di polvere. "Ma lei non è in ritardo… È in super ritardo!"
Niki sorride, è anche un po'"mortificata. Il professore ora è più tranquillo. "Le posso dare un passaggio, se vuole."
"No, grazie. Ho il motorino… magari un'altra volta." E lo supera correndo via di nuovo. "Certo!" Il professore rimane a guardarla con un sorriso stampato in volto. Niki, mannaggia a te. Oggi non ne combini una giusta! Non solo lo fai cadere per terra,
ma quando ti offre un passaggio rispondi: "Magari la prossima volta", ma che c'entra quel magari? Dà possibilità, speranza, voglia… di un passaggio! E che cavolo! Questa non ci voleva proprio. Scuote la testa. Di una cosa sola è sicura, Guido non mi ha mentito. Certe cose si sentono a pelle. Poverino, non se lo meritava di essere trattato così. Devo recuperare con lui. E se lo dice con molta tranquillità. Forse troppa. E non sa che si sta sbagliando ancora.
Ventidue
"Si può, Leonardo?" Il direttore vede Alex spuntare per metà da dietro la porta.
"Ma certo! Lo sai che è sempre un piacere vederti, o meglio, il mio ufficio è sempre aperto per te."
Alex sorride. "Grazie." Ma si capisce che a quelle parole non ci crede per niente. "Ti ho portato una cosa…" Poggia un regalo sulla scrivania. Leonardo lo prende e lo soppesa.
"Che cos'è?" Se lo rigira tra le mani curioso. Sembra un cd o un piccolo libro.
"Aprilo."
"Ma non è la mia festa."
"Non era neanche la mia."
"Bè, che c'entra, il mio era per il piacere di riaverti tra di noi."
"E il mio è per il piacere di essere di nuovo qui con voi."
"Uhm." Leonardo capisce che c'è qualcosa sotto. Lo scarta. E un dvd. Sai che c'è? È il titolo che legge su quella splendida copertina patinata della confezione. "Mai sentito."
"Secondo me lo conosci… Guardiamolo."
Leonardo gli sorride e tira su le spalle, non ha davvero la minima idea di cosa si possa trattare. Lo infila dentro il lettore e accende il grande schermo al plasma appeso alla parete. Comincia una musica tribale. Tum tum tum. Compaiono degli scimpanzé che battono su dei grossi tronchi tenendo il ritmo. E subito dopo, superaccelerati, tutti i collaboratori, grafici, disegnatori della Osvaldo Festa. Poi di colpo si stacca sul video dei Pink Floyd, "We don't need no education". Alcuni studenti marciano al posto dei famosi martelli, muovendo a tempo le gambe, e poi ecco di nuovo gli animali.
Il filmato continua e si sente un potente ruggito di leone e poi Leonardo che parla al ralenti, con sotto il ruggito del leone, e subito dopo Charlie Chaplin nel Grande dittatore, e poi di nuovo Leonardo che dà delle indicazioni, e poi Chaplin che stringe con una chiave