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"Ah…"
"Sì. E lo porti da te, io arrivo subito nel pomeriggio."
"Ma io devo vedere le mie amiche…"
"Passo prestissimo, ho solo un'urgenza ora e non lo voglio far aspettare fuori dalla piscina con tutti i suoi amici che vengono presi dai genitori e lui che ci rimane male."
"Eh sì… È già successo una volta…"
"Appunto, vorrei che non succedesse più."
"Va bene."
"Grazie, mamma… Ti chiamo appena ho finito."
Susanna fa un sospiro. Almeno una cosa è fatta. E monta in macchina, partendo a tutta velocità. Esce dal parcheggio e taglia la strada a un'auto che inchioda, facendola passare. Un uomo salta sul clacson e sbracciandosi dal finestrino urla: "Ma come cazzo guidi?".
"Meglio di te!" E la pronta risposta di Susanna, che guida spericolata fino ad arrivare sotto casa. Per fortuna trova subito parcheggio. "Mi scusi, mi scusi…" Arriva in un attimo davanti al cancello dove c'è il giovane idraulico che l'aspetta. Sorride. "Non si preoccupi, signora, anch'io sono arrivato da due minuti…"
Susanna ancora trafelata apre il cancello, poi il portone e infine chiama l'ascensore. Entrano tutt'e due. Rimangono in silenzio. Un po'"d'imbarazzo, un sorriso di circostanza. Finalmente sono al piano. Arrivati davanti alla porta, Susanna infila la chiave. Che strano. È chiusa a una sola mandata. Stamattina sono uscita io per ultima e ne avevo date due. Boh. Ormai sono completamente fusa.
"Prego, prego, si accomodi…"
Sì. Sono proprio fusa. Devo farmi una bella vacanza. Devo chiamare Cristina e ce ne dobbiamo andare alle terme. Ce lo siamo sempre promesso che avremmo staccato un attimo e fatto due giorni in un centro benessere.
"Ecco, è di qua, venga…"
Cristina sta meglio di me. È meno stressata. Non ha due figli che vogliono comprare e fare tutto quello che c'è a disposizione sul mercato e soprattutto un padre che dice loro sempre di sì. Secondo me Pietro lo fa perché vuole mettermi in difficoltà, tirare la corda, provare la mia pazienza, la mia tenuta, per vedere dove arrivo, fino a che punto ce la posso fare. Mah… Poi improvvisamente vede una giacca buttata sul divano, un maglione, una camicia. Come se fosse quella favola che le raccontava sempre da piccola sua madre. I pezzi di pane di Pollicino… Pollicino. Ma questi sono indumenti. Anzi, sono i vestiti di Pietro! Percorre veloce il corridoio e apre piano la porta della loro camera.
Una serie di candele vicino al letto. Un secchiello con una bottiglia di champagne appoggiato sul comò. Pietro sul letto. E accanto una donna.
"Pietro!" urla come impazzita. Prende una candela in mano. "Ma queste sono quelle che ho comprato io…" Poi prende la bottiglia di champagne. "Questa l'avevo presa per la cena di domenica!"
"Amore, scusami, non so cosa mi ha preso… Ma ho la febbre…
Mi sentivo male… e lei mi ha aiutato… È una professoressa. Cioè, è il mio medico…"
Susanna non sente nemmeno la bugia assurda di Pietro. La guarda per un attimo. La cosa che le dà più fastidio è che sia più giovane di lei. E che comunque è un cesso. Questo le fa ancora più rabbia. Prende i vestiti della donna e glieli tira in faccia. "Sparisci." Vorrebbe dirle di più, molto di più, ma non ce la fa.
La donna si alza mezza nuda dal letto e scivola via dalla stanza, sotto gli occhi comunque curiosi dell'idraulico, che in leggero imbarazzo si rivolge a Susanna.
"Signora, mi dispiace… Se vuole sparisco anch'io…"
"No no! E lei quando la ritrovo… Venga, il bagno è quello di mio figlio più grande." Susanna esce dalla camera e va verso l'ultima stanza in fondo al corridoio. "Ecco, è questo qui. Vede il tubo della doccia? Sotto ci deve essere il problema… L'acqua non scorre bene e crea dell'umidità… Si metta qui e lavori pure."
"Ok." L'idraulico un po'"perplesso posa la borsa per terra, tira fuori i suoi strumenti, tra cui alcuni cacciavite, un metro e una chiave inglese particolarmente grossa, e inizia a smontare la grata dello scolo.
"Dov'è il rubinetto centrale, signora?"
"Dietro la porta."
"Ah sì, eccolo." L'idraulico trova il rubinetto e lo gira velocemente chiudendo così il possibile passaggio dell'acqua.
Proprio in quel momento entra nel bagno Pietro, che nel frattempo si è rivestito. "Amore, mi dispiace… Non credevo che tornassi…"
"E certo, ti dispiace perché ti ho scombinato i piani!"
"Ma no, non intendevo questo…" Poi rivolto all'idraulico: "Pure lei, non si trova mai… proprio oggi, eh…".
Susanna a quest'ultima stupida battuta non ci vede più. "Ma abbi il coraggio di stare almeno zitto!" Afferra l'enorme chiave inglese poggiata per terra e prova a colpire Pietro, che però la vede all'ultimo e schiva a sinistra prendendo il colpo sulla fronte, appena sopra l'occhio destro. "Ahia!"
"Io t'ammazzo! Maledetto, maledetto!"
L'idraulico la blocca da dietro. "Signora, calma… Calma, calma… Che sennò finisce in prigione." Riesce a toglierle la chiave inglese dalle mani. "Mi sembrava che l'aveva presa troppo bene!"
Pietro barcolla verso il salotto. Susanna lo guarda senza la minima emozione.
"Sparisci per sempre dalla mia vita."
Trentadue
Pietro si leva le mani dalle orecchie, giusto in tempo per ascoltare quelle ultime parole.
"No, dico, Alex, capisci? No, dico, capisci? Mi voleva ammazzare…"
Alex è allibito. "No, non capisco, capisco solo quanto sei cretino!"
"Cioè?"
"A parte che non avresti dovuto tradirla come hai sempre fatto… E poi lo fai portandoti una a casa?"
Flavio interviene. "È quello che gli ho detto pure io. È stato un modo per farti scoprire: non sapevi come dirglielo e hai trovato questa soluzione…"
"Sì, è arrivato lo psicologo… Il fantathriller sentimentale… Mi ha beccato e basta…"
"Ho capito, ma non potevi portartela da un'altra parte, se proprio dovevi?"
Flavio scuote la testa. "Io non riuscirei mai a fare una cosa del genere…"
"Perché voi siete troppo calcolatori. Quando ti prende la passione è così… Ci siamo sentiti, abbiamo preso un caffè. Eravamo a un passo da casa. Ti va di salire? E dai… In quei momenti prendere una camera d'albergo è troppo di cattivo gusto…"
"Pietro!" urla Alex. "Cattivo gusto? Ma stai parlando del tuo matrimonio! Hai due figli!"
Enrico rientra in salotto. "Ecco, io ne avrei una che si è appena addormentata… Potreste gentilmente, no dico, gentilmente non urlare?"
Alex sospira. "E io che pensavo aveste fatto a botte tu e Flavio. Sarebbe stato meglio."