143383.fb2 Scusa ma ti voglio sposare - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 47

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"Sì, te la do. Ora Lorenzo, Carolina e io andiamo a casa, gli faccio la doccia e poi usciamo. Staremo fuori tutto il giorno, andremo a mangiare da McDonald's e poi al cinema…" Pietro quasi ci spera, sorride. La guarda. Susanna continua. "Sì, voglio un giorno di libertà, del tempo per noi. Poi rientreremo a casa verso le undici massimo… o mezzanotte!"

"Sì, cara… Puoi fare tutto quello che vuoi…"

"Non hai bisogno di dirmelo tu. Ecco la tua ultima possibilità. Se per quell'ora non avrai tolto dall'armadio ogni cosa, tutto quello che per caso avrai lasciato o dimenticato, io lo brucerò."

E Pietro non riesce a dire altro che "Ma…".

Proprio in quel momento escono Lorenzo e Carolina.

"Ciao, papà…"

"Ciao…"

"Non ti baciamo perché siamo sudati."

Carolina è ancora più pura. "E poi perché hai fatto arrabbiare la mamma."

E si allontanano così, con Susanna che non si gira e prende per mano i suoi bambini. E Pietro finisce da solo quella frase. "Ma… non è giusto." In silenzio, quasi dentro di lui. Quei bambini sono anche miei. Poi d'improvviso gli viene in mente quella canzone. "Chi ci sarà dopo di te respirerà il tuo odore pensando che sia il mio…" E si ricorda di avergliela cantata a un piano bar. "Mille giorni di te e di me…"

Susanna. E la vede andar via di schiena così, come non aveva mai pensato fosse possibile… Poi si ricorda un'altra frase. "E una storia va a puttane… Sapessi andarci io…" E per un attimo si vergogna. Non se la sente di mentire anche a se stesso. Quello lo sa fare benissimo. Allora rimane così, con un vuoto dentro improvvisamente immenso. La sensazione di aver perso per sempre qualcosa, quella persona. Una certezza, una sicurezza, quell'insieme di cose che lo faceva sentire unico, al di sopra di tutto, quasi immortale. "Quell'attimo di eterno che non c'è…" E di colpo Pietro si sente ridicolo come non mai. E solo. E gli viene da piangere. Ma questa volta sul serio.

Cinquantuno

Olly corre per tutta casa cercando di mettere a posto meglio che può il suo tremendo disordine. Fa sparire la maggior parte dei vestiti lasciati per terra dentro un grosso cesto di vimini dietro la porta del bagno. Infila, lanciandoli, stivali e scarpe nell'armadio. Copre con un grande foulard d'arredo una poltrona con sotto una marea di cd e dvd sparsi. Mette altri vestiti in una seconda cesta e poi, accorgendosi che sono troppi per starci tutti, ci salta sopra con un piede. Vede soddisfatta che, con una certa fatica, ha raggiunto lo scopo desiderato.

Prende dalla busta del GS un po'"di bottiglie d'acqua e le infila nel frigo, quattro bitter nel primo ripiano, una Coca Cola grande negli scomparti laterali, e alla fine una bottiglia di Dom Pérignon bella nascosta sotto la carne nel cassetto del freezer.

Ecco fatto… Questa non credo che serva… Ma non si sa mai… E comunque ci fosse una buona notizia, è pronta! Se non la apro stasera, pensa tra sé, devo comunque tirarla fuori dal freezer, sennò esplode. Poi continua a svuotare la busta, bicchieri di plastica, piatti, fazzoletti. Un po'"di salatini buoni, pizzette, una scatoletta di Lindt. Poi prende dalla credenza tre scodelle e le riempie una per tipo. In un'altra mette delle patatine, in un'altra ancora dei pistacchi. Poi cerca di aprire la busta dei pop corn, tira con tutte e due le mani le estremità ma, splop, si apre di botto facendoli volare in aria. Olly cerca di prenderne qualcuno ma la maggior parte le finisce per terra. "Che palle! Questa non ci voleva…" Mette quelli non caduti nell'ultima ciotola e comincia a raccogliere quelli per terra con le mani. Nello stesso momento suona il citofono. Si avvicina al secchio, ci butta i pop corn raccolti, poi apre senza chiedere chi è. Prende la scopa e la paletta e raccoglie gli ultimi pop corn rimasti a terra, facendoli sparire velocemente nel secchio. Appena in tempo si dirige verso la porta. Questa volta, prima di aprire, controlla nello spioncino.

"Allora? Che succede?"

Entra Erica trafelata. "E che ne so, speravo di avere questa notizia da te." Si leva cappotto, cappello e sciarpa e li butta sul divano.

"Scusa…" fa Olly guardandola con le scarpe in mano. "Potresti metterli bene nell'armadio?"

Erica alza il sopracciglio sorpresa. "E che succede? Il lavoro ti ha dato alla testa? Invece del Diavolo veste Prada, signori, ecco a voi "la Olly rassetta casa"."

"Simpatica! Visto che mi è stato chiesto questo favore…"

"E soprattutto visto che sei l'unica ricca di famiglia che può permettersi di andare a vivere per conto suo…"

"Guarda che lavoro… E pago la metà dell'affitto…" Olly sorride a Erica. "Bè, sì, insomma, dal prossimo maggio…"

"Hai voglia allora, l'hai strizzata bene bene la mammina!"

"È lei che ha insistito…"

"Chissà perché? Voleva libera casa, forse!"

Olly la guarda male. "Ti sbagli, maliziosa che non sei altro. Mia madre non è un'assatanata come te. È stata spesso all'estero e ha detto che in tutta Europa i ragazzi vivono fuori casa dal momento che vanno all'università."

"E certo, ma quanti hanno la casa pagata da mammina? Dille che in tutta Europa gli affitti sono molto più bassi che in Italia!"

Olly decide di lasciar stare. Non può dirle che oltretutto quella casa sua madre l'ha proprio comprata. L'affitto è solo un pretesto per sentirsi ancora in qualche modo legata a lei. "Senti, invece di fare la sovversiva dammi una mano, và…"

"Che devo fare?"

"Apri la busta dei bicchieri e piattini…"

"Ok. Dove sono?"

"Dentro quell'armadietto, sopra il lavabo."

"Ah sì, eccoli." Erica li prende, apre le buste e li mette sul tavolo, poi apre i tovagliolini e con un abile movimento ci poggia sopra la mano, infine li schiaccia, fa un giro completo su se stessa, disponendoli a cerchio in mezzo al tavolo. Un attimo dopo suona di nuovo il citofono.

"Vado io." Erica corre ad aprire. "È Diletta!"

Poi apre la porta.

"Allora? Sai qualcosa?"

Diletta scuote la testa. "So solo che dovevo portare questi."

Erica guarda meglio. "Ma chi te l'ha detto?"

"Olly!"

Compare sulla porta della sua camera da letto. Si è cambiata. Erica la guarda scocciata. "Non ci credo. Le hai fatto prendere le tartine di Mondi e pure quelle di Antonini, cioè doppia crudeltà… Ora che ero riuscita a perdere un chilo, ne prendo due in mezza serata!"

Olly sorride. "A te piace Mondi, a me Antonini… Non capisco perché in una bella serata come questa, dove finalmente ci vediamo tutte e quattro con un po'"di tranquillità, ci dobbiamo negare qualcosa!"

Diletta sorride. "Giusto! Infatti per essere un po'"egoista io ho portato il gelato di San Crispino che mi piace tanto, gusti frutta e crema…"

Erica si allontana scuotendo la testa. "Va bè, vi odio, siete un orgasmo culinario…"

"Cioè?" Olly la guarda curiosa. "Questa non l'ho mai sentita."

"Che mi farei tutto quello che c'è… godendo come una pazza."

Diletta ride. "Non mi hai fatto finire… Ho portato pure le delizie di Ciuri Ciuri… Adesso sì che siamo in tema… Cannoli siciliani!"

"Non ci credo, sei una bora allusiva anche tu! E no eh, questa no…"

Suonano al citofono. Olly va a rispondere.

"Siete delle fameliche porche!"

"Pure?" Erica la guarda innocente. "Io sto sempre a dieta."