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"No, assolutamente, mi piace da morire, un loft così al borghetto Flaminio… è un sogno. Mi sembra anche silenzioso, è grande, ha un sacco di stanze." Enrico gira per la casa sinceramente impressionato. "E poi si affaccia sul verde… è in città ma sembra in campagna."
"Sì sì… Ho capito, và. Io preferivo stare a casa mia, da mia moglie e i miei figli." E per un attimo si vede che è davvero dispiaciuto. Enrico se ne accorge.
"Senti, hai voluto la bicicletta? Pedala!"
Pietro lo guarda stupito. "Ma che dici? Sei pazzo? La bicicletta era il matrimonio… E pedalerei ancora molto volentieri!"
"E no! È proprio il contrario! Nel tuo caso sei tu che hai buttato tutto all'aria, tutto… Tu hai voluto questa situazione, non come è successo a me. Io sono stato mollato da mia moglie, tu hai fatto di tutto per essere mollato…"
"Guarda, meno male che fai il commercialista e non il divorzista… Perché sennò sono sicuro che Susanna ti avrebbe scelto e m'avresti fatto un culo così!"
"Vedi, vedi… Già sei preoccupato dei soldi, non del fatto che potresti tornare con lei. E ti lamenti pure! Secondo me tu sei stato miracolato fino a ieri, poi hai voluto tirare troppo la corda… e patatrac… s'è rotta!"
"Per come me la racconti, tu mi deprimi ancora di più… Adesso è tutta colpa mia… Ho rotto la corda e ora me ne rimane un pezzo in mano con il quale fare una cosa sola…"
Enrico alza il sopracciglio curioso. "Cosa?"
"Impiccarmi."
"Ma dai! Non dire queste cose, non la fare così drammatica,
magari questa situazione ti serve, ti torna utile… magari riesci a ragionare meglio da solo… E poi…" indicando il loft, "guarda che cosa hai ora…"
"Questo è di un mio cliente che non mi paga da anni e mi fa seguire tutte le cause dei suoi condomini… Visto che ha una marea di appartamenti. Anzi, me ne poteva dare pure uno più centrale, che ne so, magari vicino alla mia famiglia…"
"Bello. Ecco, Pietro, questo è un bel pensiero, così potevi stare vicino ai tuoi figli."
"No, così potevo controllare mia moglie!"
"Ah ecco… Mi sembravi per la prima volta sinceramente coinvolto e invece no, non te ne frega nulla delle cose importanti."
"Ma come non me ne frega delle cose importanti! Scusa, io pago ancora il mutuo della casa dove sta lei… E lei magari esce con un altro? Cioè, io la faccio praticamente divertire a spese mie! Ma che è, un'altra figlia?"
"Non ho parole. Ti rendi conto di quello che dici? Bè, io credo che tu ti sia divertito fin troppo e che adesso giustamente tocchi a lei…"
Pietro lo fissa e per un attimo un pensiero lo tormenta. Oddio, vuoi vedere che ha saputo della mia storia con Camilla? Ma è stata una vita fa. E sua moglie era triste, annoiata, aveva voglia di divertirsi. Poi si ricorda qualche momento intimo passato con lei. Aveva voglia eccome di divertirsi. E un po'"se ne vergogna.
Enrico irrompe tra i suoi pensieri.
"Che c'è, a cosa stai pensando?"
"Io? Niente… Che hai ragione, mi sono divertito fin troppo e giustamente la ruota gira. Però pensavo fossi amico mio, non suo…"
"E infatti sono qui ad aiutare te, mica lei… Ma essere amici vuol dire anche dirsi le cose vere, quelle che magari a volte non fa piacere sentire ma che servono per accettare la realtà…"
Fiuuu, pensa tra sé Pietro, non sa nulla. "Sì sì, certo…"
"Ecco, a proposito di realtà da accettare, prendiamo tutta la roba dalla macchina, và…"
Escono per strada. Pietro apre il bagagliaio e cominciano a scaricare una montagna di borse. "Ma che, ti sei portato casa?"
"Tutto quello di cui ho bisogno… I vestiti, i libri, delle lenzuola, i maglioni, le camicie, le cose da lavoro che avevo nel mio ufficio di casa… Tutto. Anche perché mi ha detto che quello che lasciavo me lo avrebbe bruciato…"
"Ah, ecco."
Enrico prende due valigie ed entra in casa. "Certo che si è veramente arrabbiata…" Subito dopo arriva Pietro con altre due valigie. "Già, molto. Non so come, ma sono uscite fuori anche delle altre storie… Sinceramente io non so chi le ha telefonato, ma quando si è saputo del fatto che ci eravamo lasciati sembrava che tutti conoscessero qualcosa di me. Le hanno raccontato un sacco di storie con le signorine dei miei figli, con un'amica sua, con un'altra che andava dal suo parrucchiere."
"Ma dai, sul serio? Ma sono vere?"
"Ma di che! La gente ama più di ogni altra cosa la cattiveria… O ingigantire…" Enrico esce con Pietro a prendere altre borse in macchina. "Pensa che le hanno detto perfino che avevo una relazione con la moglie di un mio amico. Ti rendi conto? Con la moglie di un mio amico! Ma con tutte le donne che ci sono… Ti pare che mi faccio una storia con la moglie di un mio amico? Ma dai!"
Enrico scuote la testa. "È vero, la gente se non è cattiva non è felice."
Pietro lo segue, prende delle cartelle piene di carta e sorride tra sé. Non è vero, non l'hanno detto, ma almeno così, se mai uscisse la storia con Camilla, ne abbiamo già parlato.
"Dove le metto queste?"
"Posale lì, sotto la scala."
Enrico poggia le due valigie a terra. Poi si guarda in giro. "Ma quante stanze sono?"
"Sopra ci sono quattro stanze da letto. Più i bagni. Sotto ce n'è una, qui un salotto, una stanza lì dietro, un bagno e la cucina in tondo… Più questo salotto doppio, vedi che ha anche l'uscita sul giardino interno…" Pietro apre una tenda e gli fa vedere il grande spazio fuori.
"È bellissima! Questo cliente ti deve un sacco di soldi…"
"Sì, ma alcuni sono veramente stupidi. Invece di affittarla e poi di pagarmi quello che mi doveva, ha preferito darmela gratis. In realtà ci perde. Ma che ore sono?"
"Le otto."
"Dovrebbero essere già qui."
"Chi?"
"Flavio e Alex. Ho dato appuntamento a tutti a quest'ora…"
"Va bè, arriveranno. Intanto mettiamo a posto le altre cose."
"È per questo che volevo che ci fossero anche loro. Facevamo molto più velocemente!"
"Ah…"
"Ma che ci dovrà dire Alex… Mi sembrava così su di giri!"
"Io qualche sospetto ce l'ho…"
"E cosa?"