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"Dove l'hai messa?"
"Ecco, sta laggiù."
Salgono al volo su una Mercedes berlina. Aldo Lanni mette in moto ma i ragazzi capitanati da Adriano Mei sbucano da quella stessa porta e gli corrono dietro.
"Eccoli! Vai vai!"
Aldo Lanni accelera ma uno dei giovani studenti ha una bottiglia in mano e la lancia con rabbia e forza, centrando in pieno il lunotto posteriore e facendolo esplodere in mille pezzi.
"Ma porca miseria, l'ho comprata due mesi fa!" Aldo Lanni curva a sinistra dirigendosi a tutta velocità verso l'uscita, ormai fuori pericolo. Materia si gira. I ragazzi hanno smesso di corrergli dietro.
"Si può sapere perché si sono incazzati così? Che hai detto?"
"Macché, non ho detto nulla! Stavo facendo il solito pezzo… quella cacata sui politici e i lucchetti…"
"Te l'ho detto che lo dovevi cambiare. Quello ormai ha stancato!"
"Ma no. Non so come hanno saputo della richiesta di soldi per quella ONLUS."
Aldo Lanni scuote la testa.
"Ti avevo detto anche questo. Dovevi accettare quello che ti avevano offerto… A Renà, hai tirato troppo la corda."
"Mi sa che c'hai ragione…" Rimane così per un po'"in silenzio. Aldo Lanni lo guarda ogni tanto con la coda dell'occhio, mentre continua a guidare. Un rivolo di chiara d'uovo cola giù dalla fronte di Renato Materia. Aldo Lanni sorride. Ben gli sta, pensa tra sé. Così impara a non accettare quello che gli avevano proposto e soprattutto a ridurre al cinque per cento la mia percentuale. Cosa crede? Che si arriva da soli ad avere successo… In tv poi! Roba da pazzi. Ha fatto bene Adriano Mei, ha usato al meglio quello che gli ho detto, niente azioni violente ma solo un po'"di paura. Così Materia si rimette in riga e continua a lavorare… per le mie tasche.
"Senti un po'"questa…" Materia si gira verso di lui. "Una Sinistra costruttiva è quella che ci serve, un uomo intelligente che lavori con la mente, non solo girotondi ma pensieri più profondi. Com'è? Eh? Com'è? Buona, vero?"
Aldo Lanni lo guarda sorridendo. "Ottimo, Renà… Fatti servire. È con roba come questa che torni a fà credere in te e nelle tue parole. Pure quell'idea dei citofoni la devi abbandonare. Ormai è vecchia."
"Hai ragione." Materia lo guarda felice. "Se non ci fossi tu… Come farei?"
Aldo Lanni annuisce e gli dà una pacca sulla gamba sinistra, l'unica zona che ha resistito spavalda e integra all'attacco di Adriano Mei e dei suoi compagni.
Piano piano, dopo qualche commento divertito, il gruppo di ragazzi rientra nella sala, la musica continua come se nulla fosse, qualcuno riprende a ballare in un angolo, qualcun altro si bacia, qualcuno ride raccontando un aneddoto divertente, qualcun'altra spizza da lontano il ragazzo che le piace tanto ma non ha il coraggio di avvicinare.
"Allora, che combiniamo?" Guido piomba alle spalle di Niki
con un bicchiere di plastica, una limonata corretta con un po'"di vodka e una foglia di menta che ci naviga allegramente.
"Ehi, mi hai fatto prendere un colpo!"
"Per così poco… Figurati… Tu sei una temeraria."
"Cioè? Perché mi dici così?"
Guido sorride e beve un sorso dalla cannuccia prendendo il tempo necessario per creare ancora più suspense. "Uhm… buono, vuoi?"
Niki guarda la cannuccia appena usata da lui. Ma ti pare? Ma che discorsi sono. È proprio cafone. Bello e cafone. E doverlo ammettere la infastidisce ancora di più. "No, grazie… vorrei invece sapere a cosa ti riferisci."
"Oh, niente… Perché, hai la coda di paglia?"
"Ma veramente no, proseguo tranquilla nella mia direzione." Poi fa un sorriso forzato. "Sei tu che di punto in bianco sei piombato tra i miei pensieri."
"Che c'è, stai pensando a quali musiche scegliere?"
Lei lo guarda e alza il sopracciglio.
"Per la cerimonia, intendevo… Ho saputo che ti sposi, no?"
E il cuore le parte a duemila e poi Niki arrossisce di colpo, neanche se la fosse scolata lei tutta d'un sorso quella vodka. Uffa, ma perché mi ha preso così? Ma che, sono cretina? Ma che è? Perché arrossisco? E non riesce a trovare nessuna spiegazione. Un vortice improvviso di pensieri, sensazioni, una bufera di emozioni che portano il suo cuore in subbuglio.
"A parte che ti ho appena conosciuto…"
"Appunto, è come se ti rifugiassi in un matrimonio improvviso."
"Ma stai scherzando? E perché mai?"
"Ma sai…" Guido si siede sul muretto e continua a sorseggiare tranquillo la sua limonata. "È sempre così, quando c'è qualcosa che uno non sa spiegarsi invece di affrontarla fugge o si nasconde."
"Io non fuggo né mi nascondo… E sinceramente trovo assurda anche questa nostra discussione."
"Discussione? Stiamo parlando… Pensavo fossi più serena nel dire a tutti che ti sposi! È una cosa che di solito per una ragazza è motivo di grande felicità, no?" e continua a bere la limonata alla vodka con la sua faccia da schiaffi.
"Infatti lo è. Ma non ne vado a parlare con il primo che capita…"
Guido si stacca dalla cannuccia sorpreso. "E chi è costui? Fammelo vedere che gliene dico due, lo prendo a calci."
Niki sorride. "Sei tu."
"Io? Uhm… Sai cosa diceva Jim Morrison? "A volte basta un attimo per scordare una vita, ma a volte non basta una vita per scordare un attimo"."
"Bella! Senti, sembri un uomo Perugina! Con dentro il foglietto per ogni occasione."
"Sì, è vero… Molte ragazze infatti mi dicono che sono dolce. Un cioccolatino… Altre, quelle che non mi hanno assaggiato, impaurite tengono le distanze."
"Guarda che io non ho paura."
"E io infatti non parlavo di te."
Niki lo guarda in cagnesco, con gli occhi sottili, affilati, semichiusi. Guido se ne accorge e realizza. "Ohi ohi… Si è arrabbiata."
Niki fa un respiro lungo, molto lungo. Guido ride. "E di brutto. Ok…" Beve l'ultimo sorso e scende dal muretto. "Senti, secondo me stiamo impostando male le cose: ogni volta che ci vediamo finiamo per litigare, c'è qualcosa che non funziona tra noi."
"Sì, tu."
"Ecco vedi, sei troppo aggressiva. Perché non usciamo una sera a cena e ne parliamo meglio? Non sei ancora sposata, no?"