143383.fb2 Scusa ma ti voglio sposare - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 91

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"Che bella giornata, eh, amore?"

"Si, bellissima…"

"Tu come stai, hai avuto altri fastidi?"

"No, tutto sotto controllo. Poi hai sentito la Rossi, quando le abbiamo portato gli esami del sangue, ha detto che è normale… che anzi me la cavo bene come sintomi… sai, mi sento bene. Pensare che ho dentro di me una vita mi emoziona moltissimo… Non credevo fosse così… "

Filippo tira un calcio a un sasso che però si sposta dì poco. Allora lo rincorre e ci riprova, stavolta va meglio e il sasso schizza via. In pochi istanti inizia un dribbling immaginario finché il sasso non finisce dentro un'aiuola.

"Goal! Visto, amore?" Filippo torna indietro sorridendo. "Sono un mito. Il tuo campione!"

"Bravo! Pensa se un giorno tu fossi qui a fare la stessa cosa, ma con tuo figlio che ti rincorre e vuole giocare con te. Non sarebbe bello?"

Filippo le torna accanto e l'abbraccia. Continuano a camminare. "Ma non so, non c'ho pensato… Sai, per me è stata una sorpresa enorme… qualcosa che non avevo programmato…"

"Figurati io! Però dobbiamo pensarci. Anche se abbiamo ancora tempo, dobbiamo decidere… dirlo ai nostri genitori… pensare se ce la sentiamo di…"

"Guarda!" Filippo si ferma di colpo e indica qualcosa. "Laggiù! Ci sono Pier e Fabrizio!" e comincia a correre verso due ragazzi che stanno palleggiando al centro di un viale. Filippo li raggiunge, li saluta, indica da lontano Diletta che intanto sta arrivando e fa ciao con la mano, poi comincia a giocare con loro.

Diletta lo guarda. Scuote un po'"la testa. Ma che fa? Perché non vuole parlarne? Che crede, che sia facile per me? Che non sia spaventata, confusa, insicura? Ho bisogno di lui, di decidere con lui Un figlio ti cambia la vita. Specie se sei così giovane. Ma un figlio è anche qualcosa di bellissimo, è lo scopo per cui siamo qui, è il nostro ponte verso il futuro. Poi si guarda intorno. Vede una ragazza con una carrozzina che passeggia tranquilla e parla col suo bimbo, anche se sa che non può certo seguire i suoi discorsi. Ma quel contatto è importante, è il loro legame e allora lei continua a parlare. E Diletta sorride. Prova una gran tenerezza. Poi si gira di nuovo verso Filippo. Lo vede giocare, si diverte, scherza. Sembra proprio un bambino.

Novantacinque

"Ho passato tutte le vacanze estive all'Elba con i miei…"

"Ah, deve essere bellissimo… Non ci sono mai stata!"

"Ma dai, una come te che ama il surf sarà andata in Toscana. Però c'è uno spot all'altezza di Civitavecchia dove si vedono delle mareggiate pazzesche… Tipo Mercoledì da leoni…"

"Sì, va bè, onde così non ci sono nel nostro mare." Le uniche Onde che conosco così, potenti e belle, sono le mie amiche, pensa Niki.

"Allora diciamo… un Giovedì da cani! Però qualche bella onda c'è! Una volta ci dobbiamo andare…" Niki continua a camminare, intanto però sorride dentro di sé. Ci dobbiamo andare. E quando? Tra poco mi sposo. Sarà più complicato, temo. Guido la guarda. "Ma anche con gli altri, eh…" e non capisce le sue vere perplessità. "Facciamo un gruppo una sera e andiamo tutti insieme. Di notte fare surf è stupendo."

"Ma non è pericoloso?"

"Ma no, puntiamo i fari delle macchine verso il mare ed è una fìcata. Adrenalina a mille. Se poi c'è la luna piena e le stelle… Bè, ti innamori…"

Niki alza il sopracciglio.

Guido sorride di nuovo."… del mare. E per sempre. Non ne potrai fare mai più a meno. Non capisco quelli che si drogano. Di fronte alla natura a volte io mi emoziono così tanto che quella, sì, è una vera droga. Sai, sono stato in Brasile, a Fortaleza, dove ci sono queste dune bianche alte come montagne. A volte al tramonto si fa come una specie di pellegrinaggio, si sale a piedi su questa montagna bianca. C'è gente di ogni paese e si arriva in cima per vedere il sole rosso che piano piano si immerge nel mare. Tutti si siedono su queste grandi dune e incrociano le gambe. Bè, è uno spettacolo unico."

"Ti credo… Solo da come lo racconti si sente quanto ti è rimasto nel cuore."

"Le onde lì erano uno spettacolo, e anche la sabbia. Pensa che tutte le sere si andava su a vedere questo tramonto e a volte alcuni di noi si portavano delle tavolette corte di legno e surfavano sulla sabbia, sulla parete più ripida, tornando giù a valle."

"Ma dai…"

"Sì. Io l'ho fatto. È pericoloso, però…"

"Perché?"

"Perché se cadi non ti fermi più, fino a quando non sei alla fine della duna, tanto rotoli veloce e tanto è ripida…"

"E a te è successo?"

"Sì… Ma ero quasi arrivato alla fine… È stato un volo incredibile, più scena però che altro… non ho avuto problemi."

"Eh, a proposito di problemi…" Niki si mette le mani sui fianchi. "Tu l'altra sera me ne stavi per creare uno enorme con quel tuo messaggio…"

"E perché? Non avevo scritto niente di male…"

"Ma non dovevi scrivere proprio."

"Perché… non siamo amici?"

"No, e lo sai… O almeno non ancora, e comunque non sarebbe stato semplice spiegare al mio uomo quel messaggio."

"Capirai! Pensa se c'era una frase come questa. "Non posso respirare se sei lontana"… È Keats! Doveva prendersela con lui!"

Niki scuote la testa. "Allora potevi mandarmi direttamente quella stupenda di Oscar Wilde: "Resisto a tutto tranne alle tentazioni"."

"Ecco… Oscar Wilde mi è sempre piaciuto. E sai perché? Perché non si nascondeva e diceva la verità."

Arrivati all'uscita dell'università, Guido si ferma davanti alla sua grossa Harley Davidson e apre un gancetto che tiene fermo il casco. "Ecco, tieni…"

Niki se lo infila e Guido, mentre si sistema il suo, sale sulla moto e allarga il braccio sinistro, così che lei ci si poggi sopra e salga. Poi accende e dà un po'"di gas. Subito la marmitta si fa sentire potente e decisa nel grande piazzale Aldo Moro. Qualche ragazzo che chiacchiera seduto sul motorino si gira a guardare. Qualcun altro sorride vedendo sfrecciare quella splendida 883 che scodinzola veloce nel traffico e sparisce nei sottopassaggi verso piazza del Popolo.

Guido si gira verso di lei. "Niki, se hai paura abbracciami…"

Niki sorride e incrocia i suoi occhi nello specchietto. "Te l'ho già detto. Non ho paura!"

Guido sorride. "Sicura?" Poi dà improvvisamente gas. La moto balza in avanti e Niki per non cadere è costretta ad abbracciarlo. Si tiene al suo giubbotto e lo stringe forte, mentre lui accelera e imbocca a tutta velocità una curva scendendo sulla strada del Muro Torto.

"Brava… Così sei più sicura…"

Niki leggermente scocciata è comunque costretta a tenersi a lui. Guido continua a correre tra le macchine, le supera a destra e sinistra, esce ed entra, piegandosi, come se schivasse dei birilli. Piano piano quei lenti movimenti, sempre uguali, la rasserenano. Niki si perde nel vento, tra i suoi pensieri. Ma che ci faccio io dietro a questo? Pensa se facciamo un incidente! Che gli racconto ad Alex? O ancora peggio, io che arrivo al matrimonio con la gamba rotta! Tutta vestita di bianco e con il gesso. Non ci potrei mettere su nessuna scritta oppure, sì, questa: oggi sposi! E attaccarci delle lattine vuote. Non sarebbe male. Pensa i genitori di Alex… E le sue sorelle! E su quest'ultimo pensiero abbraccia un po'"più forte Guido e si lascia portare perdendosi ancora di più nel vento.

Novantasei

Suonano alla porta. Olly va ad aprire. Erica entra con un vassoio di pizzette.

"Eccomi qua! Dottoressa Erica in arrivo per te!" e le scivola accanto. Va in cucina, apre il frigo, prende la Coca Cola, due bicchieri, poi torna da Olly e la tira per un braccio.

"Ma che fai?"

"Che faccio, al telefono ti ho sentita giù e ho deciso che hai bisogno di qualcuno che ti tiri su…"

La fa sedere sul divano e le porta il vassoio di pizzette. Poi i bicchieri e la bottiglia di Coca Cola. Quindi si mette accanto a lei. Olly la guarda. E sorride. È proprio un'amica. E cominciano a scherzare un po'"insieme. A parlare di tutto e di niente.