143383.fb2 Scusa ma ti voglio sposare - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 96

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Leonardo ci pensa su. "Ehi, potrebbe essere uno slogan di…"

Alex lo fulmina con gli occhi.

Leonardo allarga le braccia. "Ok ok, come non detto."

"Bè, allora vado sul sicuro…" scherza Raffaella. "Questa me la posso finire!" E con la forchetta comincia a infilzare le puntarelle rimaste.

Alex fa un sorriso, poi senza farsi vedere controlla il telefonino che ha messo silenzioso. Niente. Nessuna chiamata. Niki non mi ha cercato. Bè, avrà da fare.

Centouno

Cristina chiude lo sportello della lavastoviglie che parte subito con il lavaggio leggero. Poi finisce di sistemare la cucina e va a sedersi sul divano. Certo che la casa è davvero silenziosa. Si rialza e va ad accendere lo stereo. Dentro è rimasto un vecchio cd di Elisa. La musica si diffonde nella stanza. Però anche prima, a dire la verità, era così. Flavio stava fuori tutto il giorno. Ci vedevamo solo la sera, mai alla stessa ora, e il sabato e la domenica, sempre con mille cose da fare. Sì. Ma ora è proprio la sera che mi sento sola. Ho questo grande appartamento a disposizione, posso fare quello che voglio, entrare, uscire, cenare all'ora che mi pare, cucinare quello che mi va, dormire sul divano oppure no, mettere a posto o no, insomma, non devo rendere conto a nessuno. Non devo nemmeno giustificarmi se ho voglia di piangere. Lo faccio e basta, e nessuno se ne accorge. Ho passato anni a coordinarmi con un'altra persona, a comprimere il mio spazio per darne anche a lui, insomma a vivere in due con tutto quello che comporta. Ci si mette insieme per non sentirsi soli, per condividere gioie e difficoltà, e alla fine che succede? Tutto si spegne. E il "persempre" scritto tutto attaccato di cui parlava Richard Bach in quel libro, com'era, Nessun luogo è lontano, va a farsi benedire. E ora libertà. Tanta. Mi sento così confusa.

Squilla il cellulare. Cristina si alza e lo va a prendere in camera. Lo stacca dal cavetto del caricabatterie.

"Pronto."

"Ciao, Cri, che combini di bello?"

"Mah, ho finito di mettere a posto e mi stavo rilassando…"

"Oh, non mi diventare una casalinga disperata, eh?"

"Un po'"mi ci sento…"

"No no… allora ti salvo io" e Susanna ride. "Ci siamo divertite l'altra sera, vero?! Quindi bissiamo! Usciamo di nuovo! Ti chiamavo per questo…"

"Ma mica torniamo a fare le sceme, no…"

"No, certo. Ti faccio una sorpresa… ricordi Davide, il mio istruttore di Kickboxing?"

"Quello bello?"

"Quello bello. Lui ha un amico, un altro istruttore della palestra, insegna spinning e altre cose. Uno simpatico. E attualmente è libero! Si chiama Mattia."

"E perché me lo racconti?"

"Perché stasera andiamo a cena con loro! Ho già fissato tutto!"

"Ma io non ne ho voglia… E poi nemmeno li conosco."

"Sì che ne hai voglia… appunto, c'andiamo a cena proprio perché tu li conosca, no? Anzi, per conoscere Mattia, perché Davide in effetti… spero sia territorio mio!"

"Ma Susanna!"

"Ma Susanna che? Mi devo forse sentire in colpa se voglio godermi un po'"la vita? Non ho capito… E poi che vuoi fare, la casalinga anche stasera? Quindi mi raccomando, bella in tiro e aspettami per le otto. Baci!" e butta giù senza lasciarle il tempo di replicare. Cristina guarda il telefonino e poi lo chiude. Certo che è proprio una forza della natura, Susanna. Ma in fondo mi fa bene. Se non mi costringesse lei a uscire, mi conosco, mi chiuderei qui in casa in tuta, spettinata, a mangiare cioccolata e deprimermi. Ma sì, ha ragione lei. Magari mi diverto anch'io. E poi in effetti che alternative migliori ho?

Centodue

"Allora, ragazze… Quando volete la rivincita noi siamo qui!" Luca prende in giro Barbara, Sara e Niki.

Marco si accoda. "Certo! In fondo ci siamo divertiti… volete sapere quale è stata la parte più bella? Quando ci avete sperato per un attimo! Ah! Ah!"

"Sì, troppo forte!"

Barbara gli dà una spinta. "Ma ringraziate Guido! Senza di lui vi avevamo stracciato, distrutti, annientati…"

"Sì, neanche se giocavate con la Nintendo Wii ci battevate!"

Sara è ancora più cattiva. "Ma che gli avete dato? L'avete drogato per forza… Sembrava Jesus dei fratelli Coen!"

"Ah sì, troppo forte quel film… Come si chiamava?"

Guido sorride divertito. "Ma come… Il grande Lebowski… Il mitico Drugo."

Niki lo guarda curiosa. "Te lo ricordi così bene?"

"L'ho visto un sacco di volte… E mi è molto piaciuto. E pieno di citazioni interessanti… "Questo non è il Vietnam, è il bowling, ci sono delle regole…" Bè, ragazzi, ci vediamo…"

"Sì, ciao, domani alle dieci per lezione?"

"Ok, se mi sveglio…"

"Pure."

E si salutano così, ognuno diretto al suo motorino con la propria ragazza dietro. Niki e Guido rimangono soli. Guido cammina vicino a lei con le mani in tasca. "Allora… Vediamo un po'… Pizza, pizza… C'è il Cassamortaro Caffè a corso Francia, dove la fanno molto buona, sennò da Baffetto e alla Montecarlo dietro corso Vittorio, oppure la Berninetta vicino a piazza Cavour, lì hanno anche dei fritti da sogno…"

"Sei stato un falso tremendo."

"Cioè?"

"Mi hai fatto credere che non sapevi giocare…"

"Io?" Guido si porta la mano sinistra al petto. "Ma ti pare che

cerco di imbrogliarti così?" Niki fa un sorriso forzato. "Sì, mi pare moltissimo!"

"Ma no, ti sbagli… È che dopo mi sono entrati dei colpi fortunati… Cioè, ho tentato e mi è andata bene… Sai come si dice: la fortuna aiuta gli audaci. Sono stato audace e la fortuna mi ha sorriso. Proprio come vorrei che facessi tu ora."

Niki sorride ancora più forzatamente. "Imbroglione che non sei altro."

"Ecco…"

"Che cosa?"

"Ho trovato dove ti porto! Stasera andiamo a mangiare alla Soffitta a via dei Villini, fa una pizza buonissima che ti portano a tavola su una pala di legno, la stessa che usano per infornare!"

"Non se ne parla."