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"No… Certi dell'università…" Niki chiude un attimo gli occhi poi continua. "Barbara, Sara, Marco, Luca… Insomma, quelli con cui studio."
"Ah…"
Guido. Non ho detto Guido. L'ho volutamente escluso. Perché lo hai escluso, Niki? Che stai combinando? Neanche a dire che adesso puoi recuperare dicendo: "Ah, c'era anche un certo Guido…". Suonerebbe falso, falsissimo, anzi peggio, segnerebbe la tua colpevolezza. Ma colpevolezza di che? Oh! Niki, sta passando troppo tempo… Troppo. Dì qualcosa.
"E tu che hai fatto, Alex? Tutto bene al lavoro?"
E mai come stavolta quella frase le suona strana, stonata. Come se in realtà non le interessasse veramente sapere, come se volesse
solo prendere le distanze dalla sua bugia. Bugia… Mancanza di verità completa. Cioè, ho solo escluso la presenza di Guido, nulla di più. O molto di più? Che succede, Niki? Cosa sono tutte queste domande? Cosa sta accadendo? Stai impazzendo? Non è possibile, Niki. Lo sai, vero? Per fortuna Alex riprende a parlare. Ma per Niki è come se fosse passato un secolo, una pausa lunghissima, e tutti quei pensieri, quelle elucubrazioni mentali. Come diceva quella canzone di Battisti? Me l'ha fatta conoscere proprio Alex quando abbiamo cominciato a uscire. "Confusione… mi dispiace se sei figlia della solita illusione e se fai confusione…" e anche quell'altra… "Ma io gli ho detto no e adesso torno a te con le miserie mie, con le speranze nate morte che io non ho più il coraggio di dipingere di vita…" Ma che dico? Che penso? Che c'entra? E solo in quel momento Niki si accorge che Alex sta parlando con lei al telefono.
"E quindi alla fine siamo andati a mangiare allo Zodiaco, un posto bellissimo, amore, ti ci devo portare…"
"Ah… E chi eravate?"
Alex si ferma un secondo. Rimane così, come sospeso, preoccupato. "Ma Niki, te l'ho appena detto: io, Leonardo e la nuova assistente Raffaella che mi segue in questo progetto…"
"Ah…"
Alex capisce che c'è qualcosa di strano. Magari è stanca. Ha troppi pensieri, l'università e poi la preparazione di un matrimonio. "Amore, vuoi che ci vediamo più tardi? Cerco di fare prima che posso in ufficio e poi magari usciamo. Un cinema, una cenetta fuori. Quello che vuoi tu, insomma."
Niki ci pensa su un attimo. "Grazie ma non credo. Voglio approfittare per studiare un po'"anche stasera. Se ce la faccio. Voglio avvantaggiarmi perché poi non so come proseguiranno le cose…"
"Con i due mostri?"
"Eh, già…" ride Niki. "Magari mi fanno fare un'altra settimana da super stress come questa… Arrivo al matrimonio che non mi riconosci neanche, amore. Pure domani abbiamo un appuntamento…"
"Importante?"
"Il più importante: abito da sposa… Sono preoccupatissima."
Alex sorride. "Amore… Qualunque cosa metterai, anche la più semplice, sarai bellissima…"
"Alex? Cos'hai combinato? Questa è una tipica frase da perdono…"
Alex pensa per un attimo a Raffaella, ma sì sente completamente innocente. "Hai ragione. Perdonami. Ho perso troppo tempo. Avrei dovuto chiederti di sposarmi quando sei salita in macchina la prima volta che ci siamo visti…"
"Ma se la tua unica preoccupazione era di farmi togliere i piedi dal cruscotto!"
"E certo, perché sennò ti guardavo le gambe e andavo a sbattere…"
"Bugiardo!"
"È vero! Ascolta, ci sentiamo più tardi che ora vado in riunione?"
"Ok. A dopo, amore…"
Alex chiude il telefonino. Che strano. Non mi ha chiesto com'è Raffaella. Di solito una nuova assistente preoccupa sempre una donna. "Alex…" In quel momento si materializza proprio lei sulla porta. "Posso farti vedere una cosa?"
"Certo, Raffaella, vieni…" Alex la guarda avvicinarsi alla sua scrivania. Si vede benissimo che è stata una modella. Anzi, lo è ancora. E quando Raffaella poggia dei disegni sulla scrivania e si sporge un po'"troppo in avanti, Alex non ha più dubbi. Questa nuova assistente preoccupa lui per primo. Raffaella se ne accorge ma fa finta di niente, sorride. "Ti piacciono?"
"Eh?"
"I disegni, dicevo, ti piacciono?"
"Si sì, sei bravissima. Sono perfetti." E senza volerlo arrossisce un po'.
Centotre
Susanna ha scelto etnico. Lei, Cristina, Davide e Mattia sono seduti a un tavolo dello Sawasdee, il ristorante thailandese non lontano da piazza Bologna. L'ambiente è raffinato, elegante.
"Allora, vi piace? Spero che la cucina thai vi ispiri… alcuni dicono sia afrodisiaca!" sorride Susanna. "Poi qui sono bravi. Vengono anche quelli dell'ambasciata. Fanno buono il curry rosso con pollo e bambù, si chiama Kaang Nar Mai, il maiale fritto in agrodolce, il manzo al curry. Ci sono venuta una volta…"
Cristina si guarda intorno. In effetti è un bell'ambiente.
"Certo, Davide, che avevi proprio ragione…"
Davide si gira e guarda Mattia. "In che senso?"
"Che ne valeva la pena… Sono proprio affascinanti le nostre due ospiti!" e sorride guardando Cristina che diventa rossa. Mattia è davvero bello. Muscoloso, abbronzato, con gli occhi chiari. Ha modi di fare gentili ma sicuri. Dal primo momento che l'ha visto è rimasta colpita.
"Te l'avevo detto, io sono uno esigente ed ero certo che Susanna avesse amiche belle e simpatiche almeno quanto lei!" Davide riempie i bicchieri e fanno un brindisi.
La serata procede così, serena, divertente, gustosa, piena di novità. Cristina si sente di nuovo donna, ammirata, viva. E un po'"si spaventa. E un po'"no.
Centoquattro
Olly sta lavorando all'ennesimo elenco di indirizzi. Sono le nove e lei è già lì. A un tratto squilla il telefono sulla sua scrivania. Strano. Non mi chiama mai nessuno qui. Avranno sbagliato. Prende il cordless e risponde.
"Allora?"
Olly lì per lì non riconosce la voce. Il tono è perentorio.
"Pronto? Allora?"
Olly risponde. "Sì?"
"Asilo nido, ci sei?"
Olly sbianca. Eddy. "Sì sì, ci sono. Mi dica."
"Io non devo dire… devo vedere. I tuoi disegni. Subito dopo pranzo."
Olly sbianca ancora di più. I disegni. Ma allora l'altro giorno diceva sul serio. E ora che faccio? Mica li ho fatti!
"Ehm… sì, certo. Glieli porto dopo." E attacca. E ora che combino? Apre velocemente il cassetto. Prende la cartellina. Sfoglia i disegni alla ricerca di qualcosa che possa andare bene. No. No. No. Questi non vanno, e poi ne ha già visti almeno la metà! Accidenti. Simone entra nella stanza e si accorge dell'agitazione di Olly. Lì per lì vorrebbe andarsene. È ancora un po'"deluso dal suo comportamento. Non le ha mai detto di sapere perché si trovasse di fronte al suo palazzo, quella mattina. Non voleva imbarazzarla troppo. La guarda di nuovo. È proprio in tilt. Ma che ha fatto? Decide di avvicinarsi.