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non si sa mai. È meglio controllare. Entra nella stanza di Da-
niela. Cammina senza fare rumore, stando bene attenta a non
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inciampare sul tappeto. Poggia una mano sul comodino. L'al-
tra la mette sul muro. Poi si piega in avanti, lentamente, e
con le labbra le sfiora la guancia. Dorme. Raffaella si allon-
tana in punta di piedi. Chiude piano la porta. Daniela si gira
lentamente. Si tira su poggiandosi su un fianco. Ora viene il
bello. Raffaella abbassa silenziosamente la maniglia e apre
la porta di Babi. Pallina è a letto. Vede l'angolo di luce del
corridoio che lentamente si disegna sulla parete, allargando-
si. Il cuore le comincia a battere veloce. E adesso, se mi sco-
prono che gli racconto? Pallina rimane girata immobile, cer-
cando di non respirare. Sente un rumore di collane: dev'es-
sere la madre di Babi. Raffaella si avvicina al letto, si piega
lentamente in avanti. Pallina riconosce il suo profumo. È lei.
Trattiene il respiro, poi sente il suo bacio sfiorarle la guan-
cia. È il bacio morbido e affettuoso di una mamma. È vero.
Le mamme sono tutte uguali. Preoccupate e buone. Ma an-
che per loro le figlie sono identiche? Lo spera. Raffaella met-
te a posto le coperte, la copre delicatamente con il bordo del-
le lenzuola. Poi improvvisamente si ferma. Pallina rimane im-
mobile, in attesa. Che abbia scoperto qualcosa? L'ha ricono-
sciuta? Sente un leggero scricchiolio. Raffaella si è piegata.
Può sentire il caldo respiro vicino, troppo vicino. Poi avver-
te sulla moquette i passi leggeri che si allontanano. La debo-
le luce del corridoio scompare. Silenzio. Pallina si gira len-
tamente. La porta è chiusa. Finalmente respira. È passata. Si
sporge in avanti. Perché la madre di Babi si è piegata? Cosa
ha fatto? Nella penembra della stanza i suoi occhi abituati al
buio trovano subito la risposta. Ai piedi del letto, perfetta-
mente unite, ci sono le pantofole di Babi. Raffaella le ha mes-
se a posto, ordinatamente. Pronte ad accogliere la mattina
dopo i piedi di sua figlia ancora caldi di sonno. Pallina si chie-
de se sua madre farebbe la stessa cosa. No. Non ci pensereb-
be. Qualche sera è rimasta sveglia ad aspettare il suo bacio.
È stata un'inutile attesa. Sua madre e suo padre sono torna-
ti tardi. Li ha sentiti chiacchierare, passare davanti alla sua
camera e andare oltre. Poi quello scatto. La porta della loro
camera da letto che si chiudeva. E con essa, le sue speranze
che svanivano. Be', sono due madri diverse. Sente dei brivi-
di strani lungo tutto il corpo. No, non vorrebbe lo stesso per
madre Raffaella. Tra l'altro non le piace il suo profumo. È
troppo dolce.
Step sbuca nella stradina. Arrivato davanti al cancello do-
ve l'ha lasciata, frena alzando una nube di polvere. Si guarda
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intorno. Babi non è lì. Suona il clacson. Nessuna risposta. Spe-
gne la moto. Prova a chiamarla. "Babi."