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"Raffaella!" Sembra sconvolto. "Hai visto 11 Messaggero'
di oggi? Nella Cronaca di Roma c'è la foto di Babi..."
"No non l'ho visto. Vado subito a prenderlo."
"Pronto? Raffaella?" Sua moglie ha già attaccato. Claudio
guarda la cornetta muta. Sua moglie non gli da mai il tempo
di finire di parlare. Raffaella scende di corsa dal giornalaio sot-
to casa. Prende "II Messaggero" e paga. Lo apre senza neppu-
re aspettare il resto. Questo vuoi dire che è veramente scon-
volta. Va alla Cronaca. Eccola lì. La stessa foto. Legge il titolo
in grande: "I pirati della strada". Sua figlia. La retata, la mu-
nicipale, l'inseguimento. Il fermo di polizia. Cosa c'entra Babi
con tutta questa storia? Le righe cominciano a ballarle davan-
ti agli occhi. Si sente svenire. Poi respira profondamente. Pia-
no piano si sente meglio. Tanto da prendere anche il resto. Il
giornalaio vedendola così pallida in volto si preoccupa.
"Signora Gervasi, si sente male? Una brutta notizia?"
Raffaella si gira scuotendo la testa.
"No, no, niente." Esce dal giornalaio. Del resto cosa avreb-
be potuto dirgli? Cosa avrebbe detto ora alle amiche? Agli in-
quilini? Agli Accado? Al mondo?
"Non è niente, non vi preoccupate. È solo che mia figlia è
una dei pirati della strada."
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Sarebbe stata dura aspettare fino all'uscita di scuola.
La voce nell'interfono è calda e sensuale, proprio come il
corpo al quale appartiene.
"Dottor Mancini, c'è suo padre sulla uno." J
"Grazie signorina." Paolo spinge il tasto.
"Pronto, papa?"
"Hai visto 'II Messaggero'?"
"Sì, ho la foto qui davanti."
"Hai letto l'articolo?"
"Sì."
"Che ne pensi?"
"Be', non c'è molto da pensare. Pepso che,|jrima Q.poi fi-
nirà male." ,,
"Sì, lo penso anch'io." v> e; ^ A>Ì, «-.'»"
"Che si può fare?" ,- f <;« ISJ
"Non c'è granché da fare, mi sembra." t ^- -J,
"Quando torni a casa ci parlerai, per favore?"
"Sì, ci parlerò. Per quello che può servire. Ma se ti fa feli-
ce, ti prometto che lo farò."
"Grazie Paolo." Il padre attacca il telefono. Felice. Cosa può
farmi felice? Certo non un articolo come quello su mio figlio.
Prende il giornale tra le mani. Guarda la foto. Dio com'è bel-
lo, somiglia tutto a lei. E un debole sorriso appare sul suo vi-
so stanco, incapace di cancellare quell'antica sofferenza. Per
un attimo è sincero con se stesso.
"Sì. Io so cosa mi potrebbe rendere di nuovo felice."