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sce al volo.
"Come non detto." Mentre aspettano Giovanna, la solita ri-
tardataria, Raffaella urla come una pazza. Babi cerca di spie-
gare tutta la storia. Daniela testimonia a suo favore. Raffaella
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si innervosisce ancora di più. Pallina diventa l'imputata prin-
cipale. Ma non è perseguibile, perché oltre i confini.
Finalmente arriva Giovanna, e con il solito "Scusate" sale
dietro. La macchina parte. Fanno tutto il viaggio in silenzio.
Giovanna pensa che è una situazione troppo pesante. Non pos-
sono essere sempre così nervose.
"Be', scusate, ma oggi mica sono arrivata molto tardi, no?"
Daniela scoppia a ridere. Babi si controlla per un po', poi an-
che lei si lascia andare. Perfino Raffaella alla fine ride.
Giovanna naturalmente non capisce nulla, anzi si offende.
Pensa che non solo sono esagerate, ma anche delle cafone a
prenderla in giro così. Lo dirà a sua madre. Da domani, deci-
de Giovanna, o mi viene a prendere lei o torno in autobus.
Almeno tutta quella storia è servita a qualcosa: non do-
vranno più aspettare Giovanna.
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30.
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La vecchia borsa di pelle nera stretta forte sotto il braccio.
Una giacca di panno color senape. I capelli stanchi, come la
sua andatura, sono corti e raccolti, leggermente mesciati. Le
calze velate marroni le regalano ancora qualche anno in più,
se mai ce ne fosse stato bisogno. E quei vecchi mocassini col
tacco a mezza altezza e la punta scheggiata le fanno male. Ma
non è niente in confronto a quello che prova dentro.
Il suo cuore deve avere delle scarpe almeno di due misure
più piccole. La Giacci apre il portone a vetro del vecchio pa-
lazzo. Cigola senza sorprenderla. Si ferma davanti all'ascenso-
re. Spinge il bottone. La Giacci guarda le cassette della posta.
Alcune sono senza nome. Una poi non ha neanche il vetro, pen-
zola in giù disordinata proprio come la casa di Nicolodi, il pro-
prietario. Sono le cose che diventano simili agli uomini che le
posseggono, o sono loro che finiscono per assomigliare ad es-
se? La Giacci non sa darsi una risposta. Entra nell'ascensore.
Alcune scritte incise sul legno. Si legge il nome di un amo-
re passato. Più in alto il simbolo di un partito perfettamente
scolpito da un illuso scultore. Sotto, a destra, un organo ma-
schile risulta leggermente imperfetto, almeno ai suoi ricordi