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cide che l'avrebbe portata a correre. Domani. Ma adesso? Ades-
so che mi metto? Torna in camera sua. Che mi metto? È un at-
timo. Apre di corsa l'ultimo cassetto. La salopette di jeans! La
tira fuori. Scolorita, corta e spiegazzata, proprio come la odia
la madre. Proprio come l'avrebbe amata lui. Si cambia velo-
cemente. Si infila la camicia di jeans chiara, la spinge giù den-
tro i pantaloni, poi tira su le bretelle. Si butta sul letto, prende
i calzettoni corti e se li mette, poi li copre con le Ali Star, alte
fino alla caviglia, blu scure, proprio come la fascia elastica che
trova in bagno. Si pettina raccogliendo indietro i capelli. Due
orecchini colorati a forma di pesce dei Mari del Sud. La mu-
sica impazza a tutto volume. Una linea nera le allunga gli oc-
chi. La matita grigia li rende sfumati, tentando di farli ancora
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più belli. I denti bianchi sanno di menta. Un delicato lucido le
copre le morbide labbra rendendole ancora più desiderabili.
Le guance, colorate di rosso naturalmente, si sfumano da so-
le a perfezione.
Daniela è ancora al telefono. La musica improvvisamente
si spegne. La porta del corridoio si apre lentamente. Daniela
smette di parlare al telefono.
"Ammazza quanto sei bella!"
Babi si infila il giubbotto scuro di jeans Levi's.
"Sul serio sto bene?"
"Sei fichissima!!!"
"Grazie Dani... sai che c'è... la tua gonna era un po' troppo
seriosa."
Le da un bacio. Poi scappa via veloce. Tira fuori la Vespa
di Pallina dal garage. L'accende, mette la prima. Via giù lungo
la discesa, scivola via così nel fresco della notte. Il suo Caron-
ne francese si mischia al profumo dei gelsomini italiani in un
delicato gemellaggio. Saluta Fiore, il portiere. Poi guida in mez-
zo al traffico. Sorride. Cosa ne penserà Step? Gli piacerà? Co-
sa dirà della salopette? E del trucco? E la camicia? Si accor-
gerà che è del colore degli occhi? Il suo piccolo cuore comin-
cia a battere veloce. Inutilmente preoccupato. Non sa che pre-
sto avrà tutte le risposte.
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Le Vetrine. Davanti alla porta un tipo grosso con un pic-
colo orecchino a sinistra e il naso schiacciato fa aspettare un
gruppo di persone. Babi si mette in fila. Vicino a lei due ra-
gazze troppo truccate con delle specie di soprabiti leggeri di
panno e i loro accompagnatori, due tipi dalle finte giacche di
cammello. All'occhiello uno dei due ha una spilla dorata a for-
ma di sax, improbabile almeno quanto l'idea che lui sappia
suonarlo. L'altro viene tradito dalle scarpe mocassino leggero
con piccola frangia in pelle. Quella Marlboro in bocca non li
avrebbe salvati. Non sarebbero entrati.
Il buttafuori vede Babi. "Tu." Babi sorpassa le ragazze dai