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Paolo fissa la porta chiusa. Suo fratello riesce sempre a stu-
pirlo. Chissà dove va a quell'ora del mattino. Beve un sorso di
caffè. Poi fa per prendere la fetta di ciambellone che ha lasciato
sul piatto. È sparita: con Step si finisce sempre per rimetterci.
"Ciao papa." Babi e Daniela scendono dalla Mercedes. Clau-
dio guarda le figlie avviarsi verso la scuola. Un ultimo saluto
poi si allontana. Babi fa ancora qualche gradino. Si gira. La
Mercedes è ormai lontana. Scende giù veloce e proprio in quel
momento incontra Pallina.
"Ciao, dove scappi?"
"Vado via con Step."
"Giura? E dove andate?"
"Non lo so. In giro. Per prima cosa a fare colazione. Sta-
mattina sono troppo emozionata per mandare giù qualunque
cosa. Ci pensi. È la prima volta che faccio sega..."
"Anch'io ero emozionata la prima volta. Ma ormai... Fac-
cio meglio io la firma di mia madre che lei stessa!" Babi ride.
La moto di Step si ferma rombando davanti al marciapiede.
"Andiamo?"
Babi saluta con un bacio frettoloso Pallina e poi monta
emozionata dietro di lui. Ha il cuore a duemila.
"Mi raccomando Pallina... Cerca di non prendere nessuna
insufficienza e segna quelle che vengono interrogate."
"Ok capa!"
"Ancora!? Non porta bene! E stai zitta, eh?"
Pallina annuisce. Babi si guarda intorno preoccupata che
qualcuno possa vederla. Poi si abbraccia stretta a Step. Ormai
è fatta. La moto schizza in avanti, fuggendo dalla scuola, dal-
le ore noiose di lezione, dalla Giacci, dai compiti e da quel suo-
no della campanella che a volte sembra non arrivare mai.
Pallina guarda invidiosa l'amica ormai lontana. È felice per
lei. Sale i gradini chiacchierando, senza accorgersi che qual-
cuno la sta osservando. Più in alto, una mano avvizzita dal tem-
po e dall'odio, abbellita da un vecchio anello con al centro una
pietra viola, dura come chi la possiede, lascia andare una ten-
dina. Qualcuno ha visto tutto.
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Nella in B tutte le ragazze entrano preoccupate. La prima
ora è italiano e la professoressa Giacci interroga. È una delle
materie sicure alla maturità. Le alunne prendono posto salu-
tandosi. Un'ultima ragazza entra di corsa. Come al solito è in
ritardo. Chiacchierano nervose. Improvvisamente un muto e
ossequioso silenzio. La Giacci è sulla porta. Tutte scattano sul-
l'attenti. La Giacci squadra la classe.
"Sedute ragazze."
È stranamente allegra quella mattina. La cosa non pro-
mette niente di buono. Fa l'appello. Alcune ragazze alzano la
mano rispondendo con un rispettoso "presente". Una ragazza,
il cui cognome comincia per e, è assente. Alla F un'altra, nel