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ci, entrando, si guardi in giro, come se stesse cercando qual-
cosa. Poi, quando vede lei, ha una specie di sollievo, sorride.
Mentre si siede Babi pensa che è solo una sua impressione. De-
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ve smetterla, si sta fissando. In fondo la Giacci non ha niente
contro di lei.
"Gervasi!" Babi si alza. La Giacci la fissa sorridente. "Ven-
ga, venga Gervasi." Babi esce dal banco. Altro che impressio-
ne. In storia è già stata interrogata. La Giacci ce l'ha proprio
con lei. "Porti anche il diario." Quella frase la colpisce diretta-
mente al cuore. Si sente svenire. La classe comincia come a
ruotarle intorno. Guarda Pallina. Anche lei è sbiancata. Babi
con il diario tra le mani, terribilmente pesante, insostenibile
quasi, si avvicina alla cattedra. Perché vuole il diario? La sua
coscienza sporca sembra non avere niente da suggerirle. Poi
una piccola luce. Forse vuole ricontrollare la nota firmata. Si
attacca a quello spiraglio, a quell'improbabile illusione. Posa
il diario sulla cattedra.
La Giacci lo apre fissandola.
"Ieri lei non è venuta a scuola, vero?"
Anche quell'ultimo fragile barlume di speranza si spegne.
"Sì."
"E come mai?"
"Sono stata poco bene." Adesso sta malissimo. La Giacci si
avvicina pericolosamente alla pagina delle giustificazioni. Tro-
va l'ultima, quella incriminata.
"E questa sarebbe la firma di sua madre, vero?" La pro-
fessoressa le mette il diario sotto gli occhi. Babi guarda quel
suo tentativo di imitazione. All'improvviso le appare folle-
mente falso, incredibilmente tremolante, dichiaratamente
finto. Un "sì" talmente flebile esce dalle sue labbra che qua-
si non si sente.
"Strano. Ho parlato poco fa per telefono con sua madre
e non sapeva niente della sua assenza. Meno che mai di aver
firmato qualcosa. Sta venendo qui ora. Non mi sembrava fe-
lice. Lei ha finito con questa scuola, Gervasi. Verrà espulsa.
Una firma falsa, se denunciata a chi di dovere come farò io,
equivale a una definitiva sospensione. Peccato Gervasi, po-
teva prendere un bel voto alla maturità. Sarà per il prossi-
mo anno. Tenga."
Babi si riprende il diario. Ora sembra incredibilmente leg-
gero. Improvvisamente tutto le sembra diverso, i suoi movi-
menti, i suoi passi. È come se galleggiasse nell'aria. Tornando
al suo posto avverte gli sguardi delle compagne, quello strano
silenzio.
"Stavolta, Gervasi, ha sbagliato lei!"
Non capisce bene quello che segue. Si ritrova in una stan-
za con delle panche di legno. C'è sua madre che strilla. Poi ar-
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