143770.fb2 Tre metri sopra il cielo - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 198

Tre metri sopra il cielo - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 198

di Babi."

"Il ragazzo di Babi?"

"Non vedi com'è cambiata? Possibile che non ti accorgi di

nulla... E tutta colpa sua. Va a fare le corse sulla moto, firma

giustificazioni false... E poi hai visto quel livido sotto l'occhio?

Per me la picchia pure."

Claudio rimane senza parole. Altri problemi. Possibile che

abbia picchiato Babi? Deve fare qualcosa, intervenire. Lo avreb-

be affrontato, sì, lo avrebbe fatto.

"Tieni." Raffaella gli da un biglietto.

"Cos'è?"

"La targa della moto di quel ragazzo. Telefoni al nostro ami-

co Davoni, gliela dai, risali all'indirizzo e ci vai a parlare."

Ora sì che l'avrebbe dovuto fare. Si attacca a quell'ultima

speranza. , * » «. «

250

"Sei sicura che è giusta?"

"L'ho letta davanti alla scuola di Babi l'altro giorno. Me la

ricordo perfettamente."

Claudio si infila quel biglietto nel portafoglio.

"Non te la perdere!" Quelle parole di Raffaella sono quasi

più una minaccia che un consiglio. Claudio torna in salotto e

si lascia cadere sul divano davanti alla tivù. Una coppia parla

dei propri affari davanti a una donna dai modi un po' troppo

maschili. Come fanno ad aver voglia di andare a discutere in

televisione davanti a tutti, lui non ce la fa neanche a casa sua,

da solo, nella sua cucina. E ora dovrà andare a parlare con quel

ragazzo. Picchierà anche lui. Pensa ad Accado. Forse finirà nel-

la stessa camera d'ospedale. Si faranno compagnia. Anche que-

sto non lo rallegra. Accado non gli è poi così simpatico. Clau-

dio tira fuori il portafoglio e va al telefono. Stefano Mancini,

Step. Quel ragazzo gli è già costato cinquemila euro e due bir-

re. Prende il foglietto con la targa della moto e compone il nu-

mero di telefono del suo amico Davoni. Poi, mentre aspetta

che dall'altra parte qualcuno risponda, pensa a sua moglie. Raf-

faella è incredibile. Ha visto una o due volte la moto di quel ra-

gazzo e ne ricorda perfettamente la targa. Lui che ha da un an-

no quella Mercedes, ancora non sa a memoria la sua.

"Pronto, Enrico?"

"Sì."

"Ciao, sono Claudio Gervasi."

"Come stai?"

"Bene, e tu?"

"Benissimo... che piacere sentirti."

"Senti, scusa se ti disturbo, ma avrei bisogno di un favo-

re." Per un attimo Claudio spera che Enrico non sia poi così

gentile.

"Ma certo! Dimmi tutto."

È proprio vero, quando non hai bisogno di un favore tutti

sono disposti a fartelo.