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spargendosi come un collirio fastidioso. Chiude gli occhi, sen-
te le spalle indolenzite, le braccia gonfie, le vene pulsanti,
spinge in avanti e lentamente sale di nuovo. "Sìììì! !" Step guar-
da lateralmente. Anche il Siciliano ce la sta facendo. Disten-
de completamente le braccia raggiungendolo. Manca solo
Hook.
Step e il Siciliano guardano il loro amico-nemico salire tre-
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mando e sbuffando, centimetro dopo centimetr», attimo
attimo, mentre le urla da sotto aumentano: "I
"Hook, Hook, Hook...!".
Hook, come paralizzato, all'improvviso si ferma, poi tre-
mante scuote la testa: "No, non ce la faccio più". Rimane per
un attimo immobile, e quello è il suo ultimo pensiero. Cade giù
di botto, facendo appena in tempo a voltare la testa. Sbatte con
tutto il peso il petto sul marmo.
"Centoquattordici!"
Step e il Siciliano vanno giù, veloci, rallentando solo alla
fine della flessione, poi tornano su rapidi, come se avessero ri-
trovato nuova forza, nuove energie. L'essere soli al traguardo.
O primi o niente.
"Centoquindici!" Tornano giù.
Il ritmo aumenta. Come se avesse capito, Schello si azzit-
tisce.
"Centosedici!" Uno dopo l'altro pronuncia solo i numeri.
Veloce. Aspettando che arrivino su per dargli il successivo.
"Centodiciassette!" E di nuovo giù.
"Centodiciotto!" Step aumenta ancora, sbuffando.
"Centodiciannove!" Va giù e di nuovo su, subito dopo. Il Si-
ciliano lo segue, sforzandosi, gemendo, diventando sempre più
rosso.
"Centoventi, centoventuno. Incredibile, ragazzi!" Nessuno
parla più. Sotto regna il silenzio dei grandi momenti.
"Centoventidue." Solo la musica di sottofondo. "Cento-
ventitré..."
Poi il Siciliano si ferma a metà, inizia a urlare, come se
qualcosa dentro di lui lo dilaniasse.
Step, dall'alto della sua flessione, lo guarda. Il Siciliano è
come bloccato. Trema e ansima urlando, ma le sue braccia non
lo vogliono sentire, non lo ascoltano più. Allora fa un ultimo
grido, come una bestia ferita cui venga strappato un pezzo di
carne. Il suo primato. E inesorabilmente, piano piano, comincia
a scendere. Ha perso. Da sotto si alza un grido. Qualcuno apre
una birra: "Sììì, eccolo qua, il nuovo vincitore è Step!".
Schello gli si avvicina festante, ma Step scuote la testa.
Come a comando di quel gesto, nella piazza torna il silen-
zio. Da sotto, alla radio, quasi un segno del destino: un pezzo
di Springsteen, l'm going down. Step sorride dentro di sé, por-
ta la mano sinistra dietro la schiena e poi si abbassa, su una