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non può più trovare da nessuna parte. Il suo amico, il suo ra-
gazzo, quella risata forte e piena. Sono andati di corsa alla ser-
ra con Babi, con la YlO che da poco le hanno regalato i geni-
tori. Tutti e tre insieme, in quella macchina, con quel sapore
nuovo che si tinge di sofferenza e silenzio. Poi l'ha visto. Luci
lampeggianti intorno a quell'unico punto. La moto del suo ami-
co. Divise odiate e macchine della polizia intorno a Pollo, ste-
so lì per terra, senza più la forza di ridere, di scherzare, di pren-
derlo in giro, di dire cazzate. Qualcuno misura qualcosa ten-
dendo un metro. Qualche altro ragazzo guarda. Ma nessuno
può vedere o misurare tutto quello che se n'è andato. Step si
piega su di lui in silenzio, accarezza il volto dell'amico. Quel
gesto d'amore che non si sono mai fatti in anni d'amicizia, che
non gli è stato mai permesso. Poi sussurra piangendo: "Mi man-
cherai". E Dio solo sa com'è stato sincero.
Il caffè è finito. Improvvisamente gli viene voglia di sentir
leggere le ultime notizie del "Corriere dello Sport", di quel ti-
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pò ingombrante che gli terrorizza la cameriera, che gli entra
in casa svegliandolo la mattina, che attraversa la sua vita fa-
cendo casino, ridendo. Poi si chiede da quanto non mangia un
tramezzino al salmone. Da tanto, da allora. Ma stranamente
in quel momento non gliene viene voglia. Forse perché, se vo-
lesse un tramezzino, lo potrebbe avere.
Babi guarda il regalo che ha comprato per Pallina. È lì, sul
suo tavolo, incartato con della carta rossa e un nastro dorato.
L'ha scelto con cura, le sarebbe perfino piaciuto, l'ha pagato
tanto. Eppure è ancora lì. Non l'ha chiamata, non si sono sen-
tite. Quante cose sono cambiate con Pallina. Non è più la stes-
sa, non si trovano, non riescono a parlarsi. Forse anche per il
fatto che dopo il liceo hanno preso due strade diverse. Lei Eco-
nomia e Commercio, Pallina un Istituto di grafica. Ha sempre
amato disegnare. Le vengono in mente tutti i biglietti che le
ha mandato durante le ore di lezione. Caricature, frasi spiri-
tose, commenti, facce di amici. Indovina, chi è questa? Era tal-
mente brava che a Babi bastava pochissimo. Guardava il di-
segno, alzava la testa ed ecco che la trovava. Quella compagna
dal mento sporgente, dalle orecchie un po' a sventola, dal sor-
riso eccessivo. E ridevano da lontano, semplici compagne,
grandi amiche. Ogni pretesto era buono per farsi riprendere,
quasi fiere di quell'allegria, di quei sorrisi non così nascosti.
Poi quella sera, e i giorni seguenti e il mese successivo. Si-
lenzi prolungati, pianti. Pollo non c'è più e lei non sa farsene
una ragione. Finché quel giorno è stata chiamata dalla madre
di Pallina. È corsa a casa sua. L'ha trovata là, distesa sul letto,
che rigetta. Si è scolata mezza bottiglia di whisky e ingoiato
una boccetta di valeriana. Il suicidio dei poveri, così Babi le ha
detto quando l'ha vista in grado di capire. Pallina si è messa a
ridere poi è scoppiata a piangere fra le sue braccia. La madre