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ricamati a fiori, un pergolato dalle luci soffuse ben nascoste
dietro ciuffi di piante. Un gelsomino si arrampica lungo lo stec-
cato. Babi passeggia sul pavimento di cotto. Il vento fresco del-
la sera le agita i capelli, le accarezza la pelle portandole via un
po' di profumo e lasciando solo qualche lieve brivido.
"Cosa devo fare per farmi perdonare?"
Babi sorridendo fra sé si chiude la giacca, coprendosi.
"Cosa non avresti dovuto fare, per non farmi arrabbiare."
Chicco le si avvicina.
"È una notte così bella... è sciocco sprecarla per litigare."
"A me piace moltissimo litigare."
"Me ne sono accorto."
"Ma poi mi piace anche fare la pace... Anzi mi piace so-
prattutto quello. Invece con te, non so com'è, ma non riesco a
perdonarti."
"È perché sei combattuta. Un po' ti andava di stare con me,
un po' no. Classico! È una cosa tipica di tutte le donne."
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"Ecco, è quel 'tutte' che è la tua rovini? »j86si ;'4
"Mi arrendo..." -1"
"Ti è piaciuto il film l'altra sera?" "
"Se solo me lo avessero fatto vedere!"
"Ho detto che mi arrendo. Be', vorrà dire che ti manderò
la cassetta a casa. Così te lo vedi tranquilla, da sola, senza nes-
suno che ti disturba. A proposito, lo sai cosa mi hanno detto?"
"Cosa?" vr
"Che c'è molto più gusto quando sa di panna." u> J
Babi ridendo prova a colpirlo. ->'!*
"Porco!"
Chicco le ferma il braccio in alto. 'i
"Alt! Scherzavo. Pace?"
I loro visi sono vicini. Babi guarda i suoi occhi: sono mol-
to belli, quasi come il suo sorriso.
"Pace." Si arrende.
Chicco le si avvicina e le da un lieve bacio sulle labbra. Sta
per diventare qualcosa di più profondo quando Babi si stacca
e torna a guardare fuori.
"Che splendida notte, guarda che luna!"
Chicco sospirando alza gli occhi al ciclo.
Alcune nuvole leggere navigano lentamente nel blu del ciclo.
Accarezzano la luna, coprendosi di luce, schiarendosi a tratti.
"È bella, vero?"
Chicco risponde semplicemente "Sì", senza apprezzare ve-
ramente tutta la bellezza di quella notte. Babi guarda lontano.
Le case, i tetti, i prati ai bordi della città, le file di alti pini, una
lunga strada, le luci di una macchina, i rumori lontani. Se so-
lo potesse vedere meglio, si accorgerebbe di quei ragazzi che
si sorpassano, ridendo e suonando il clacson. Forse ricono-
scerebbe anche quel tipo sulla moto. È lo stesso che l'ha af-