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con ogni piatto, ancora prima di assaggiarlo.
"Ma provalo no, può essere che è già salatissimo."
"No, non capisci, a me piace proprio metterci il sale..." Dol-
ce testarda. No, non si capisce. Non si può capire. Com'è suc-
cesso? Come può non essere più? Come può stare con un al-
tro? Rivede quella macchina dalla guida sicura. Li immagina
stare insieme, abbracciati.
Di una cosa sono sicuro. Non potrà amarla come l'amavo
io, non potrà adorarla in quel modo, non saprà accorgersi di
tutti i suoi dolci movimenti, di quei piccoli segni del suo viso.
È come se solo a lui fosse stato concesso vedere, conoscere il
vero sapore dei suoi baci, il reale colore dei suoi occhi. Nessun
uomo mai potrà vedere ciò che ho visto io. Lui meno di tutti.
Lui reale, crudo, inutile, materiale. Lo disegna così, incapace
di amarla, desideroso solo del suo corpo, incapace di vederla
veramente, di capirla, di rispettarla. Lui non si divertirà a quei
dolci capricci. Lui non amerà anche la sua piccola mano, le
sue unghie mangiate, i suoi piedi leggermente cicciotti, quel
piccolo neo nascosto, non poi così tanto. Forse lo vedrà sì, che
terribile sofferenza, ma non sarà mai capace di amarlo. Non
in quel modo. La tristezza si impadronisce dei suoi occhi. Pao-
lo lo guarda preoccupato.
"Fa proprio schifo, vero? Se non ti va più, lasciala. C'è un
secondo favoloso."
Step alza il viso verso il fratello, scuote la testa cercando di
sorridere.
"No, Fa', è buona, sul serio." ' .iiwfc.'WM
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"No, è una brutta storia."
"Peggio della mia?" Step annuisce. Si sorridono. Uno sguar-
do fraterno nel vero senso della parola, forse solo allora per la
prima volta. Poi all'improvviso, il campanello della porta. Un
suono lungo e deciso spezza l'aria, portando con sé gioia e spe-
ranza. Step corre verso la porta, l'apre.
"Ciao Step."
"Oh, ciao Pallina." Cerca di nascondere la sua delusione.
"Vieni, vuoi entrare?"
"No grazie, sono passata a farti gli auguri. Ti ho portato
questo." Gli da un piccolo pacchetto.
"Lo apro adesso?"
Pallina annuisce. Step lo rigira tra le mani trovando il ver-
so giusto, lo scarta veloce. Una cornice in legno e dentro il re-
galo più bello che avesse mai potuto desiderare. Lui e Pollo
sulla moto, abbracciati, con i capelli corti, le gambe alzate, la
risata al vento. Qualcosa gli fa male dentro.
"Pallina, è bellissima. Grazie."
"Dio Step, quanto mi manca."
"Anche a me." Solo allora si accorge di com'è vestita Palli-