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"Sì, mi dica." Paolo smette di controllare le carte per dedi-
carsi interamente al reggisene della segretaria e subito dopo a
quello che ha da dirgli.
"C'è suo fratello con un amico. Li faccio entrare?"
Paolo non fa in tempo a inventare una scusa. Step e Pollo
piombano nel suo ufficio.
"Certo che mi fa entrare. Cazzo, sono suo fratello! Sangue
del suo sangue, signorina. Noi ci dividiamo tutto. Ha capito?
Tutto." Step tocca il braccio della segretaria alludendo così al-
l'eventuale ma remota possibilità che a Paolo quella giovane e
bella ragazza oltre alle pratiche e alla lista delle telefonate pas-
si qualcos'altro. "Quindi io qui posso entrare sempre, vero Fa'?"
Paolo annuisce.
"Certo." La segretaria guarda Step; pur essendo abituata a
trattare con signori più anziani, subdoli e incravattati, lo trat-
ta con rispetto.
"Mi scusi. Non lo sapevo." ì» ma,»
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"Bene, ora lo sa." Step le sorride. La segretaria si guarda il
braccio trattenuto da Step.
"Posso andare ora?"
Paolo, che malgrado i nuovi occhiali non si è accorto di
nulla, le da il permesso. "Certo, grazie, vada pure signorina."
Rimasti soli, Pollo e Step si siedono sulle due poltrone girevo-
li di pelle davanti alla scrivania di Paolo. Step ci si sbraca pro-
prio. Poi si da una spinta con il piede.
"Mazza, te le scegli bene le tue segretarie." Step fa un giro
completo e torna di fronte al fratello. "Di' la verità, te la sei fat-
ta, eh? O te la sei fatta o hai tentato di fartela e lei non c'è sta-
ta. In questo caso la licenzierei, che te frega."
Paolo lo guarda scocciato. "Step, è possibile che ti devo ri-
petere sempre le stesse cose? Quando vieni qua dentro non po-
tresti dire meno parolacce, fare meno casino? Io qua ci lavo-
ro. Mi conoscono tutti."
"Perché, che ho fatto? Ho fatto qualcosa Pollo? Diglielo an-
che tu che non ho fatto niente."
Pollo guarda Paolo cercando di fare il più possibile una fac-
cia convincente. "È vero, non ha fatto niente."
Paolo sospira.
"Tanto è inutile parlare con voi due, è solo fatica sprecata.
Come ieri sera. Te l'ho chiesto mille volte quando torni tardi
di fare piano, e tu niente. Fai sempre un gran macello."
"No Pa', scusa. Ieri sono tornato che avevo fame. Che fa-
cevo, non mangiavo? Mi sono solo preparato una bistecca."
Paolo fa un sorriso ironico al fratello.
"Non è che io non voglio che mangi. Il problema è come lo
fai, come fai tutto... Sempre facendo rumore, sbattendo gli
sportelli, il frigorifero, fregandotene del fatto che ci sono io che
dormo, che mi devo svegliare presto! Intanto a te che ti frega?