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La segretaria si allontana scocciata. Non è completamen-
te stupida, e soprattutto non la diverte affatto andare in giro a
dire quanto costi la sua biancheria intima. Paolo si alza dalla
poltrona e fa il giro della scrivania.
"Bene, avete avuto i soldi. Ora fuori di qui, che mi avete
scocciato." Fa per spingerli, poi ci ripensa. È meglio colpir-
li verbalmente. "Step, continua così, finirai nei guai come al
solito!"
Step guarda il fratello. "Scherzi? Quali guai? Io non sto
mai nei guai. Io e i guai siamo due cose che non si sono mai
incontrate. I soldi li devo prestare a un mio amico, uno che ha
un piccolo problema, tutto qui." Pollo sentendosi tirato in bal-
lo sorride con gratitudine all'amico. "E poi Paolo, che figura
ci fai davanti a Pollo? Sono solo duecento euro. Sembra che ti
abbia chiesto chissà che. Ne stai facendo una storia infinita."
Paolo si siede sul bordo della scrivania.
"Non so com'è, ma con te finisce che sono sempre in torto
io..."
"Non dire così, magari a furia di stare in questo ufficio, a
trattare tutti quei soldi, vi viene una specie di malattia e non
riuscite più a dare, a prestare qualcosa."
"Allora si tratta di un prestito?"
"Certo, ti ho sempre restituito tutto, no?" Paolo fa una fac-
cia poco convinta. Le cose non sono andate proprio così. Step
fa fìnta di non accorgersene. "Allora di che ti preoccupi? Ti re-
stituirò anche questi. Piuttosto, dovresti svagarti un po'. Di-
vertirti. Sei così pallido... Perché non ti vieni a fare un bel gi-
ro in moto con me?"
Paolo in un eccesso di simpatia si toglie gli occhiali.
"Cosa? Stai scherzando? Mai. Piuttosto la morte. A propo-
sito di morte... visto che ci è andato molto vicino. Ieri sera so-
no andato al Tartarughino e sai chi ho incontrato?"
Step ascolta distratto. Al Tartarughino non potrebbe mai
andarci qualcuno che lo interessa. Comunque decide di far
felice il fratello. In fondo, gli ha pur sempre dato duecento
euro.
"No, chi c'era?"
"Giovanni Ambrosini."
Step ha una specie di sussulto. Un tuffo al cuore. Subito la
rabbia monta dentro di lui, ma lo nasconde perfettamente.
"Ah sì?"
Paolo continua il suo racconto.
"Stava con una bella donna, una molto più grande di lui.
Quando mi ha visto si è guardato preoccupato in giro. Sem-
brava terrorizzato. Secondo me aveva paura che ci fossi anche
tu. Poi, quando ha visto che non c'eri, si è tranquillizzato. Mi
ha perfino sorriso. Se così si può definire una specie di smor-
fia. La mascella non gli è più tornata a posto. E poi lo sai me-
glio di me. Ma si può sapere perché lo hai menato in quel mo-