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È vero, pensa Step. Lui non lo sa. Non ha mai saputo nul-
la. Step prende Pollo sottobraccio e va verso l'uscita. Sulla por-
ta si gira. Guarda il fratello. Sta lì seduto alla sua scrivania.
Con quegli occhialetti tondi, i capelli dal taglio costoso per-
fettamente pettinati, vestito in maniera impeccabile con quel-
la camicia stirata proprio come lui stesso ha insegnato a Ma-
ria. No, non avrebbe mai dovuto sapere. Step gli sorride.
"Vuoi sapere perché ho menato Ambrosini?"
Paolo annuisce.
"Sì, magari."
"Perché mi diceva sempre di vestirmi meglio."
Escono così come sono entrati. Strafottenti e divertiti. Con
quell'andatura ciondolante, un po' da duri. Passano accanto
alla segretaria. Step le dice qualcosa. Lei rimane a guardarlo.
Poi prendono l'ascensore. Arrivano al pianoterra. Step saluta
il portiere.
"Ciao Martinelli. Offrici due svapore, va'."
Martinelli tira fuori dalla tasca della giacca un pacchetto
morbido di sigarette poco costose. Fa uno scatto con la mano
verso l'alto facendone spuntare fuori alcune. Pollo e Step sac-
cheggiano il pacchetto. Ne prendono più del dovuto. Poi, sen-
za aspettare che il portiere gliele accenda, si allontanano. Mar-
tinelli guarda Step. Com'è diverso dal fratello. Il dottore dice
sempre grazie, per qualsiasi cosa.
In quel momento il citofono lì vicino suona. Martinelli guar-
da l'interno. È proprio quello dell'ufficio del fratello di Step.
Martinelli collega lo spinotto.
"Pronto dottor Mancini, mi dica."
"Può salire un attimo da me, per favore?"
"Certo, arrivo subito."
ti /-\ »
Grazie.
Martinelli prende l'ascensore e sale al quarto piano. Paolo
è lì che lo aspetta sulla porta dell'ufficio.
"Venga Martinelli, entri." Paolo lo fa accomodare, poi chiu-
de la porta. Il portiere rimane lì di fronte a lui, in piedi, leg-
germente a disagio. Paolo si siede. "Prego Martinelli, si acco-
modi." Martinelli prende posto nella poltrona di fronte a Pao-
lo, sedendosi con rispetto, quasi in punta, preoccupato di oc-
cupare troppo posto. Paolo incrocia le mani. Gli sorride. Mar-
tinelli ricambia, ma è sulle spine. Vuole sapere il perché di quel-
l'incontro. Ha fatto qualcosa di male? Ha sbagliato? Paolo so-
spira. Sembra deciso a svelargli il mistero. "Senta Martinelli,
lei dovrebbe farmi un favore." Martinelli sorride rilassato. Si tran-
quillizza e occupa più posto sulla sedia. . j» t*ii
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: "Mi dica, dottore. Faccio tutto quello che vuole, se posso."
! Paolo si appoggia allo schienale. - >