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Babi apre una busta dei grissini. Ne tira fuori uno leggermen-
te abbrustolito e lo sgranocchia. Poi si guarda intorno nel lo-
cale. Gruppi di ragazzi chiacchierano divertiti facendo picco-
li triangoli di una pizza al pomodoro. Ragazze raffinate si osti-
nano a mangiare con la forchetta perfino le olive ascolane. Una
giovane coppia chiacchiera divertita aspettando di essere ser-
vita. Lei è una bella ragazza dai capelli scuri non troppo lun-
ghi. Lui le versa gentilmente da bere. È di spalle. Babi non sa
perché, ma gli sembra di conoscerlo. Un cameriere gli passa
vicino. Il ragazzo lo ferma. Gli chiede che fine hanno fatto le
loro pizze. Babi lo vede in faccia. È Marco. Il grissino le si spez-
za tra le mani mentre qualcos'altro le si spezza dentro. Ricor-
di, emozioni, momenti bellissimi, frasi dolci sussurrate co-
minciano a girare in un vortice di illusione. Babi sbianca. Pal-
lina se ne accorge.
"Che succede?"
Babi non riesce a parlare. Le indica il fondo della sala.
Pallina si volta. Il cameriere si sta allontanando da un tavo-
lo. Pallina lo vede. Marco è lì, sorride a una ragazza seduta
davanti a lui. Le accarezza la mano, fiducioso nell'arrivo del-
le pizze e soprattutto nel seguito della serata. Pallina si vol-
ta di nuovo verso Babi.
"Che figlio di puttana. Altro che frase comune. Gli uomi-
ni sono davvero tutti uguali! Aveva l'esame di biologia, eh?
Quello lì si sta preparando per anatomia!" Babi in silenzio pie-
ga la testa verso il basso. Una lacrima ingenua le scivola lun-
go la guancia. Si ferma un attimo sul mento indecisa, poi, spin-
ta dal dolore, spicca un salto nel vuoto.
Pallina guarda dispiaciuta l'amica.
"Scusa, non volevo."
Si toglie dalla tasca dei pantaloni una bandana colorata e
gliela passa.
"Tieni, non è proprio indicata per la situazione, forse è un
po' troppo allegra, ma è meglio di niente."
Babi scoppia in una strana risata che sa un po' di pianto.
Poi si asciuga le lacrime e tira su con il naso. I suoi occhi lu-
cidi, leggermente arrossati, tornano a guardare l'amica. Babi
fa un'altra risata. In realtà suona come un singhiozzo. Pallina
le accarezza il mento, portando via un'altra lacrima indecisa.
"Dai non fare così, non se lo merita quel verme. Quando la
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trova più una come te? È lui che dovrebbe piangere. Non sa
quello che ha perso. Sarà ridotto sempre a uscire con ragazze
tipo quella."
Pallina si volta di nuovo a guardare il tavolo di Marco. An-
che Babi lo fa. Un'altra fitta le stringe lo stomaco. La caccia al
tesoro. Le passeggiate a Villa Glori, i baci al tramonto, guar-
darsi negli occhi e dirsi ti amo. Immagini dolcemente leggere
svaniscono spazzate via da un vento di tristezza. Babi cerca di