173636.fb2 Il bicchiere della staffa - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 11

Il bicchiere della staffa - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 11

11

Pochi secondi dopo una voce maschile disse: «Parla il tenente Graves della polizia di Seattle. In base a quanto ci avete richiesto, abbiamo condotto una piccola indagine su John Waggoner ed abbiamo parlato con lui. Siete pronto?»

«Prontissimo.» Poi ricordai che era una telefonata con pagamento in arrivo e pensai che sarebbe stato opportuno seguire l’esempio di McNulty e risparmiare il denaro dei contribuenti. Dissi: «Ma, dopo aver parlato con voi, Waggoner ci ha telefonato e ci ha ripetuto tutte le informazioni che probabilmente ha dato a voi a proposito della sua ex moglie e dei loro rispettivi rapporti. Forse ci ha detto qualcosa di più, perchè ci ha intrattenuto piuttosto a lungo. In ogni modo, riferiteci quello che avete saputo sul suo conto.»

«Bene.» Parlava con voce decisa; forse si era reso conto anche lui che si trattava di una intercomunale. Affrontò l’argomento senza tanti preamboli: «Primo: il suo alibi per mercoledì è inattaccabile; non è possibile che si trovasse nell’Arizona. Era a Portland, per un congresso, ed ha tenuto una prolusione, come era stabilito dal programma.»

«Già,» feci. «Continuate.»

«Si interessa di proprietà immobiliari, ha un ufficio in centro e stipendia una dozzina circa di persone, per la maggior parte piazzisti. È solido dal punto di vista finanziario, gode di un eccellente credito ed ha fama di grande correttezza. Denuncia un reddito di venticinquemila all’anno, ma è molto probabile che si avvicini ai cinquanta. Questo in base alla denuncia fiscale, bene inteso. È membro ed ex presidente dell’Old Seattle Club, membro della Camera di Commercio di Seattle, membro del consiglio di amministrazione di…»

«Basta,» lo interruppi. «Mi state spezzando il cuore.» Mi sentivo abbattuto; metaforicamente, avevo buttato dalla finestra dell’ufficio di polizia la mia prima ipotesi: nessuno sarebbe stato così pazzo da ingaggiare un sicario per risparmiare una percentuale così piccola del proprio reddito come quella che Waggoner pagava ad Amy per gli alimenti, anche se si voleva ammettere che non fosse onesto e rispettabile. «Non ci occorrono ulteriori informazioni su Waggoner. McNulty vi ha per caso chiesto di controllare qualcosa d’altro?»

«Ci aveva chiesto di raccogliere ogni informazione possibile a proposito di Amy Waggoner. I risultati non sono molto brillanti. Niente precedenti penali salvo due fermi per ubriachezza, ed uno perchè sorpresa a guidare in stato di ubriachezza. E la versione che Waggoner ha dato del loro incontro corrisponde: abbiamo telefonato al locale notturno dove ci aveva detto che lavorava come guardarobiera, e il proprietario la ricorda. Ci ha riferito che la ragazza ha lavorato da lui per qualche mese e poi si è licenziata perchè si sposava. Se gli aveva detto la verità, era quello il suo primo posto a Seattle. Era appena arrivata lì. Se gli ha detto da dove veniva, non lo ricorda. Questo è tutto. A meno che non ci sia qualche altro aspetto della situazione che desiderate controllare.»

«Non credo. Mi sembra che sia più che sufficiente, e grazie mille. Se affiorerà qualcosa d’altro che riguarda Seattle, il capo McNulty vi richiamerà.»

Strappai un foglio dal blocco sulla scrivania di McNulty e, mentre avevo ancora tutto ben chiaro in mente, scrissi quanto mi era stato riferito.

Avevo appena finito e stavo rileggendo per essere ben sicuro di non aver dimenticato niente quando la porta si aprì e comparve Willie Zenkovich.

Parve sorpreso di vedermi al posto di McNulty, ed io gli sorrisi. Dissi: «Salve, Willie. Per il momento, sono io il capo della polizia di Mayville. Che cosa posso fare per voi?»

«Dov’è Mac?»

«È andato a buttare giù un boccone. Sarà di ritorno fra una ventina di minuti.»

«Oh! Intendete costituirvi per aver contravvenuto alla legge ieri sera?»

«No, ma non mi ci riproverò, certo. Davvero, Willie, è stata una scossa straordinaria, e non rimpiango certo di averla provata, ma non voglio più nemmeno sentirne parlare.»

«Anch’io. Ero sincero quando ho detto che sarebbe stala la mia ultima.»

«E grazie per aver smontato quella mia pazza idea di andare a Naco.»

«De nada amigo. Statemi a sentire, non posso aspettare Mac per venti minuti. Ma ho un’idea, e ne parlerò con voi e poi voi gliela riferirete. D’accordo?»

«Certo. Qualcosa che riguarda la morte di Amy?»

«Non la morte, ma Amy sì. Per quello che ne sappiamo, è morta senza un soldo, ma penso che dovrebbe avere funerale e il resto, che non si può permettere venga trasportata in qualche modo in un campo comune. Avevo pensato di indire una sottoscrizione, e, se Mac vuole che me ne interessi io, sono pronto ad accettare, e aprirò l’elenco con un venti. Posso abbordare tutti quelli che la conoscevano al Filone, e…»

«Niente da fare, Willie,» lo interruppi. «L’idea è molto gentile, e anch’io avrei partecipato, ma ormai è inutile.» E gli dissi dell’offerta di Waggoner di pagare i funerali.

«Benissimo. Mi sembra un tipo a posto. Sapete dove e quando saranno?»

«Dove, sì: la cappella di Murcheson. Il quando non è ancora stato stabilito: dipende dalla contea, che deve ancora restituire il cadavere; è possibile che, per una ragione qualsiasi, vogliano averlo a loro disposizione, fino al termine dell’inchiesta. Ma, se vi interessa di essere presente, sarete avvertito in tempo.»

«Certo che sarò presente. E durante la cerimonia, i miei clienti dovranno andare a bere da qualche altra parte. Bene, avvertite comunque Mac della mia visita.»

Era appena uscito quando il telefono tornò a squillare. Speravo che fosse Douglas, ma rimasi deluso.

Dissi: «Ufficio di polizia di Mayville,» e nel «Chi parla?» che ebbi in risposta riconobbi la voce di Hetherton.

«Spitzer,» feci.

«Che cosa diavolo state facendo lì? Voglio parlare con McNulty.»

Gli risposi che McNulty non c’era e gli spiegai che cosa facevo, mettendo bene in chiaro che sbrigavo le mansioni di inviato speciale per conto di Tom Acres. Sapevo che la notizia non gli sarebbe piaciuta troppo, ma non poteva certo protestare per ciò che facevo nel mio giorno di libertà; al massimo, avrebbe potuto licenziarmi, e non avrei certo desiderato di meglio.

«Bene, Spitzer, immagino che abbiate parlato con McNulty. C’è qualcosa di nuovo sul caso Waggoner?»

«Niente di importante. Per ora sta ancora aspettando il referto dell’autopsia.»

«Capisco. Avevo pensato di telefonare ad Acres, nel caso ci fosse qualcosa di interessante, ma, dal momento che state lavorando per lui…» Esitò; non poteva darmi ordini nel mio giorno di libertà, e non gli sorrideva certo l’idea di chiedermi un favore. Ma finì per cedere. «Spitzer, già che vi interessate a questa storia, vi spiacerebbe di tenere informato non solo Tom Acres ma anche me?»

«D’accordo. Dovrò telefonare a Tom per riferirgli tutto quanto sono riuscito a sapere fino a una determinata ora del pomeriggio. Lo chiamerò dagli uffici del Sun. Voi potrete ascoltare, e in questo modo non avrò bisogno di ripetere tutto due volte.»

«Benissimo, Spitzer. Facciamo così allora, se non vi spiace.»

Era la prima volta che lo sentivo dire «se non vi spiace» senza che la sua voce assumesse un tono sarcastico. Il caso di Amy Waggoner lo incuriosiva realmente. Ma perchè no? Tutti erano incuriositi a Mayville. A Mayville si verificava in media un omicidio all’anno, ma si trattava sempre di un duello a pugnalate o di una rapina o di qualche altra situazione scontata; la morte di Amy, a memoria dei più vecchi, era il primo delitto misterioso a ventiquattro carati.

Avevo appena terminato quella telefonata quando ne arrivò un’altra; e quando la centralinista disse che era Douglas, mi resi conto di essere davvero fortunato. Dal mio punto di vista, Mac non avrebbe potuto scegliere un momento più opportuno per aver fame.

Non era il coroner, era lo sceriffo, il quale però aveva davanti a sé il rapporto del coroner. Quando gli spiegai perchè rispondevo io e non McNulty, parve sulle prime riluttante a parlare, e disse che avrebbe richiamato più tardi in modo da riferire tutto personalmente a Mac.

Mi parve di indovinare la ragione di ciò. Dissi: «Sentite, sceriffo, Mac mi ha pregato di ricevere io la telefonata. E, se vi preoccupa l’idea di parlare con me degli stupefacenti, tranquillizzatevi. Il capo mi ha messo al corrente di quelle cinque capsule. Ho promesso di tenere segreta la notizia.»

«Va bene, Bob. Allora tanto vale che parli con voi. Cominciamo con quelle capsule. Sono scacciapensieri.»

«La parola mi sembra familiare, ma non riesco a ricordarne il significato. Che cosa è uno scacciapensieri?»

«Stupefacenti, ma mescolati. In questo caso, un terzo, rispettivamente, di eroina, morfina e cocaina, cioè quel tipo di scacciapensieri che viene definito in gergo EMC. Non è una cosa molto comune, anzi, una miscela a tre è piuttosto rara; anche le miscele a due sono poco frequenti rispetto alle capsule di eroina o di morfina allo stato puro.»

«Potrebbe essere una traccia utile per risalire all’origine.»

«Già, potrebbe esserlo. Sono pochi gli spacciatori che le hanno viste, e solo gli intossicati più arrabbiati le usano. E deve essere per di più di gente molto abbiente, perchè queste capsule costano molto di più di quelle normali.»

«Capisco,» dissi. «E, per ciò che riguarda Amy?»

«La causa della morte è quella che si immaginava: una coltellata dritta al cuore… ventricolo sinistro, se vi interessa. A una profondità di cinque pollici, esattamente, e si tratta di una lama stretta, affilata soltanto da una parte. Se non era un coltello a serramanico, era un coltello con una lama più o meno dello stesso tipo.

«La morte è stata istantanea. Secondo il medico, doveva essere incosciente, in coma, dice lui, in quel momento. Percentuale di alcool nel sangue: quattro e nove. Sufficiente a stendere chi non era un bevitore incallito come Amy. Ed ella aveva bevuto fino al momento in cui era crollata.»

Dissi: «Qualche segno di…» Ma poi controllai mentalmente quanto lo sceriffo mi aveva riferito. Se Amy aveva bevuto fino al momento in cui era crollata, la bottiglia non era un falso indizio, e di conseguenza ella doveva aver bevuto con il suo assassino, o almeno in sua presenza, fino a quando si era abbandonata sul letto per venir pugnalata subito dopo.

Veniva in questo modo a cadere la mia teoria dell’assassino sconosciuto che aveva lasciato la bottiglia per dirottare le indagini, già avevo rinunciato all’idea dell’assassino assoldato dall’ex marito, come pure quella, dettata dalla marijuana, di Herbie Pembrook. che uccìdeva e poi aveva la furberia di lasciare la bottiglia per dimostrare che non poteva essere stato lui.

«Un momento, sceriffo,» dissi. «È proprio sicuro di questo il dottore? Che cioè ella abbia bevuto fino a qualche istante prima della sua morte?»

«Fin quasi all’ultimo momento. Secondo lui, l’ultimo bicchiere è stato bevuto dieci, al massimo quindici minuti prima del decesso. E… Mac vi ha accennato alle noccioline?»

«Sì.»

«Bene, in base a questo indizio, la morte non può essere avvenuta oltre un’ora e mezzo dopo la sua partenza dai Filone. Il medico afferma che ha finito di mangiarle più o meno due ore prima. Così arriviamo alle due circa… in ogni modo dopo l’una e mezzo e prima delle due e mezzo, se ha terminato di mangiarle verso mezzanotte.

«Oh, e nessun segno di assuefazione agli stupefacenti. Impossibile accertare, naturalmente, se si limitava ogni tanto a fumare, o magari a fiutare. Ma non aveva fiutato la notte della sua morte, perchè certo la cosa sarebbe risultata all’autopsia. E poi, secondo il medico, gli intossicati, o anche i consumatori occasionali, non fiutano mai lo scacciapensieri. È roba da iniezioni, quella, e Amy non aveva segni d’ago.

«E neppure sembra che abbia avuto rapporti sessuali con il suo assassino, contro la sua volontà, o svenuta o altrimenti. Il dottore ha prelevato campioni e ha detto che non c’era traccia di… come si chiama?… già, sperma. Viene a cadere in questo modo l’ipotesi di un delitto sessuale.»

«A meno che l’assassino non si sia spaventato.»

«Se era spaventato, come mai è rimasto il tempo sufficiente a frugare la stanza e a spazzarla? Non dite sciocchezze. Bene, questo è tutto, Bob. Avvertite Mac che, se vuole discutere di qualcosa con me o con il medico, noi resteremo qui per quasi tutto il giorno.»

«Bene, sceriffo. Ma, prima che interrompiate, c’era un’altra cosa che Mac mi aveva chiesto di riferirvi.» E gli parlai dell’offerta di John Waggoner di pagare le spese dei funerali.

«Bel gesto,» rispose. «E il vostro Murcheson può mandare quando vuole a ritirare il cadavere. A partire da dopodomani, però. Ci sono ancora un paio di cose da fare.»

«E cioè?»

«Vogliamo rilevare delle buone impronte digitali. Se le mandiamo a Washington può darsi che risulti che ella aveva precedenti, sotto un altro nome. E inoltre vogliamo fare scattare fotografie, per l’identificazione. Insomma, noi partiamo dal punto di vista che si tratti della Amy Waggoner che ha sposato John Waggoner e che poi è venuta a vivere a Kansas City. Probabilmente è così, ma vogliamo essere assolutamente certi che si tratti proprio di lei. E poi, il F.B.I. vuole impronte e fotografie. Incidentalmente, dite a Mac che devo telefonare al F.B.I. Lo farò non appena avrò interrotto questa comunicazione.»

«E che c’entra il F.B.I., sceriffo?»

«Gli stupefacenti. Su richiesta, si interessano a tutti quei casi che riguardano gli stupefacenti. È un campo che conoscono molto meglio di noi. Il fatto che quelle capsule fossero EMC può indicare da dove vengono. Oh, ma non accennate al F.B.I. né nei vostri discorsi né nei vostri articoli. Se lo pubblicate, l’assassino verrà a sapere con certezza che noi abbiamo trovato degli stupefacenti.»

«D’accordo. Dov’è l’ufficio più vicino del F.B.I.?»

«A Tucson. Credo che manderanno qualcuno entro domani, ma può anche darsi che questo qualcuno arrivi a Mayville nel tardo pomeriggio di oggi.»

Vidi la porta che si apriva e dissi: «Ecco che arriva Mac, sceriffo. Volete che ve lo passi?»

«Mio Dio, no. Non ho nessuna voglia di ripetere tutto quanto. Riferiteglielo voi. Arrivederci.»

Mi alzai e lasciai che Mac riprendesse il suo posto dietro la scrivania.

«Era Douglas,» gli spiegai. «E prima ha chiamato la polizia di Seattle. Ma è meglio che vi parli innanzitutto di Douglas. Ho preso appunti sulle notizie trasmesse da Seattle.»

«Vuotate il sacco.»

Avvicinai una poltrona e mi ci sistemai sopra comodamente. La conversazione con lo sceriffo era stata piuttosto lunga, ma la ripetei dal principio alla fine, e credo di non aver dimenticato nemmeno un particolare. Ogni tanto egli annuiva o brontolava, e una volta ruttò, ma fu tutto.

«Va bene,» disse, quando ebbi terminato. «E Seattle?»

«Ecco qui.» Spinsi verso di lui, sulla scrivania, il foglio degli appunti. «Leggetelo e, se avete qualche domanda da rivolgermi…»

Lesse ed annuì. «A quanto pare, dobbiamo smetterla di sospettare Waggoner. Qualcosa d’altro?»

«Una visita.» Gli raccontai della comparsa di Willie e della sua offerta di una colletta per i funerali.

«Maledizione!» disse, quando ebbi finito. «Avrei preferito che non fosse venuto qua con una proposta del genere. Potrebbe essere rimorso di coscienza. No, non credo sia stato Willie a uccidere Amy, alibi traballante o meno, e soprattutto non mi va di pensarlo. Ma…»

«A me non sembra tanto rimorso di coscienza quanto un pensiero gentile, Mac. E poi, alibi traballante o meno, non mi riesce certo di vedere Willie nelle vesti dell’assassino.»

McNulty sospirò. «Nemmeno io, in verità. Sono pochi i clienti del Filone che abbiano un alibi solido, dimostrabile. Alle due erano quasi tutti a letto a dormire, come voi, del resto. Ma questo almeno è una cosa sensata, mentre non è sensato girare in macchina da solo per due ore, senza una meta precisa. Ehi, il venerdì non è il vostro giorno di riposo? Hetherton vi fa lavorare fuori orario o siete capitato qui per conto vostro?»

«Né una cosa né l’altra. Tom Acres mi ha chiesto di seguire il caso per il suo giornale e di trasmettergli un servizio.»

«Oh! E che cosa farete adesso?»

«Andrò a mangiare, credo. Come prima colazione, mi sono limitato a bere un caffè.»

«E poi?»

Mi strinsi nelle spalle. «Girerò un poco, immagino. Cercherò di parlare con qualcuno, di raccogliere informazioni. E di tanto in tanto mi metterò in contatto con voi.»

«Fra una visita e l’altra ai bar?»

«Più o meno. Ma anche ai ristoranti. Non viveva soltanto di alcool, Amy. E… bene, credo che abbiate già raccolto tutte le informazioni che c’erano da raccogliere. Forse l’Ufficio postale… Li avete interrogati per ciò che riguardava la corrispondenza in arrivo, Mac, ma avete chiesto qualcosa anche di quella in partenza? Non è probabile che abbiano notato lettere normali, credo, ma, se ha spedito raccomandate o pacchi per aereo…»

«Niente di niente. Ho controllato anche questo. Ma statemi a sentire: già che siete in giro, c’è una cosa che potreste controllare per me. Basta che rivolgiate un’unica domanda extra in ogni posto dove andate.»

«Certo. E la domanda sarebbe?»

«Quanto spendeva là dentro. Sappiamo che il suo assegno settimanale era di cinquanta dollari. Voglio sapere se quello le bastava o se spendeva di più. Se spendeva di più, il denaro doveva venirle da qualche altra parte, capite?»

«Buona idea, Mac. Ora che ci penso, sarei pronto a scommettere che spendeva di più. Vediamo: pagava venti dollari la settimana a Birdie, e in questo modo, per mangiare e per bere, gliene restavano soltanto trenta… e credo che con una sete come quella di Amy una cifra del genere doveva essere appena sufficiente per gli alcoolici. Ci sono poi le spese accessorie, come la benzina e la lavanderia…»

«Già, ma non credo che spendesse molto per queste due ultime voci. Potrebbe però aver speso per un’altra cosa: gli abiti. Ammesso che ne abbia comperati di nuovi da quando è venuta qui. Avete in programma di vedere Birdie?»

«Non ci avevo pensato. Ma potrei andarci.»

«Birdie dovrebbe essere in grado di dirvi qualcosa sui vestiti. Non c’è bisogno che giriate i negozi di abbigliamento. Birdie è una ficcanaso. O almeno, è certo stata abbastanza curiosa da guardare i vestiti appesi nell’armadio di Amy il giorno dell’arrivo e da controllarli ogni tanto. Sicuramente saprà quale è nuovo e quale no. Una volta sono stato costretto a strapazzarla per colpa di quella sua maledetta curiosità, e così, a proposito degli abiti di Amy, è più facile che parli con voi che non con me.»

«Potrò entrare nella camera di Amy?»

«Certo, Birdie ha la chiave. Ma perchè?»

«Pensavo che, se Birdie oppone resistenza e non vuole ammettere di sapere qualcosa degli abiti di Amy, potrei controllare le marche prima di girare i negozi di abbigliamento di qui. Anche se non ricordano le vendite, potranno dire se trattano o meno quel determinato tipo di vestito… e quanto costa.»

«Intelligente. Ho bisogno di aiuto, e poi voi prendete due piccioni con una sola fava, perchè il caso vi interessa comunque dal punto di vista professionale. Io controllerò chi è sceso all’albergo e al motel in questa ultima settimana. Oggi, un momento o l’altro, capiterò anche da Birdie. Ma, come ho già detto, è più facile che parli con voi che con me degli abiti di Amy.»

«E allora chiuderete l’ufficio per un poco?»

Scosse la testa. «Telefonerò a Charlie e gli dirò di venire più presto; non me ne andrò fino a quando non è arrivato. E credo che chiamerò anche Chico.»

«Chico? E che c’entra Chico? A quanto sembra, questa storia non ha rapporto alcuno con Mextown. Non credo che Amy ci sia mai andata.»

«Già. Ma voglio mandare Chico al confine a conferire con i poliziotti messicani. Chico li conosce. Se sanno qualcosa degli scacciapensieri, ne sarà informato meglio del F.B.I. E più in fretta.»

«Mi sembra una buona idea. Bene, me ne vado, Mac. Arrivederci.»