173636.fb2 Il bicchiere della staffa - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 9

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Mi restava soltanto di leggere fino a quando non avessi avuto sonno; ci sarebbe voluta una mezz’ora circa, se le previsioni di Willie si rivelavano esatte. Sollevai i cuscini ed accesi la lampadina sul comodino accanto al letto. Presi dal cassettone l’edizione economica di un romanzo che avevo comperato il giorno prima e che non avevo ancora cominciato, poi spensi la luce grande e mi infilai sotto le coperte. Era sempre così che leggevo nella mia stanza. Specie quando era già tardi: se mi ero già spogliato, potevo mettermi a dormire senza dovermi alzare di nuovo. Era facile buttare il libro e uno dei cuscini su una sedia, allungare il braccio e spegnere.

Cominciai a leggere, o meglio cercai di leggere. Qualche minuto dopo mi resi conto che i miei occhi correvano sulle righe, che anzi avevo già voltato una pagina, senza capire una sola parola di quanto avevo letto. Non che avessi la mente confusa; al contrario. Avevo il cervello limpidissimo, che funzionava a pieno regime; semplicemente, non riuscivo a concentrarmi su qualcosa di frivolo come un romanzo. Volevo pensare a qualcosa di grande, fare qualcosa di grande. Sapevo, certo, e lo riconoscevo persino, che questa improvvisa lucidità era un effetto, probabilmente illusorio, della marijuana. Ma, illusoria o no, perchè non avrei dovuto sfruttarla, goderne fino a quando durava, invece di cercare di costringermi a leggere quando la mia mente si rifiutava di farlo?

Perchè non cercare di risolvere l’enigma dell’assassinio di Amy con ragionamenti induttivi e deduttivi?

Misi da parte il libro, incrociai le mani dietro la testa e fissai gli occhi al soffitto.

Primo: che cosa poteva valere la teoria di cui avevo parlato a Doris in macchina, la teoria che l’ex marito — presumibilmente un certo signor Waggoner — aveva mandato a Mayville un sicario, uno sconosciuto, ad uccidere Amy? Ci credevo davvero?

Bene, era possibile. Valeva la pena di indagare, e McNulty avrebbe certo fatto qualcosa in tal senso, avrebbe come minimo incaricato la polizia di Seattle o di quell’altra città dove stava, di interrogare quell’individuo. Dopo tutto si trattava dell’unica persona che, per ciò che ne sapevamo in quel momento, avesse un movente preciso per desiderare la morte di Amy.

Ma, se l’assassino era sconosciuto ad Amy, il delitto era stato eseguito in una maniera che si scostava nettamente da quella tipica dei criminali professionisti. Poteva aver pensato di far sparire il denaro e di lasciare la stanza in disordine per dare l’idea di un furto, ma quella bottiglia di whisky lasciata apposta per far pensare che aveva bevuto con lei… bene, era una di quelle idee che ben difficilmente vengono a un sicario. Era possibile, ma poco probabile.

Ancora meno probabile, quasi impossibile, era l’idea che Waggoner fosse venuto di persona a Mayville e se la fosse sbrigata da solo. Certo, se era in buoni rapporti con lui, Amy lo avrebbe lasciato entrare nella sua stanza, avrebbe bevuto con lui se egli avesse portato una bottiglia, e se gli voleva ancora un poco di bene, magari se desiderava di fare la pace, veniva a trovare una spiegazione persino il costume adamitico. Forse aveva pensato che era venuto per una riconciliazione, e forse lui aveva suggerito che proprio questa era la ragione del suo viaggio, e l’aveva rafforzata in questa convinzione fino a quando non era crollata, e poi…

Ma no, non era possibile che avesse corso un rischio del genere. Assassinare di persona avrebbe voluto dire per lui entrare dritto nella camera a gas e chiudersi la porta alle spalle. Dove abitava, non poteva essersi creato un alibi per tutti i giorni che l’impresa avrebbe comportato per lui. Non era possibile che avesse viaggiato da Seattle all’Arizona del Sud e fosse tornato senza lasciare tracce che la polizia non avrebbe tardato a scoprire, se solo avesse cominciato ad indagare, come certo avrebbe fatto se fosse risultato che il giorno del delitto egli non era a Seattle. E, ammesso che avesse viaggiato in aereo, anche il giorno prima e il giorno dopo. In qualunque modo avesse viaggiato, le indagini non avrebbero tardato ad inchiodarlo alle sue responsabilità.

Così, era stato qualcuno del luogo, dopo tutto? Qualcuno con il quale Amy aveva una relazione?

Se accettavamo l’aspetto della stanza di Amy per quello che valeva, doveva essere stato più o meno così. Qualcuno con il quale ella aveva una relazione, ma che sapeva però che questa relazione era sconosciuta a tutti, perchè, in caso contrario, non avrebbe osato ucciderla per la stessa ragione per cui non poteva aver osato ucciderla Waggoner personalmente. Il suo movente? Amy forse lo aveva minacciato, lo aveva minacciato di denunciarlo e di fare uno scandalo. Forse voleva ricattarlo. O forse voleva che la sposasse o, peggio, che divorziasse dalla moglie e la sposasse.

Se la minaccia di uno scandalo era il suo movente, questo delimitava il campo delle ricerche: aveva qualcosa di importante da perdere in uno scandalo, qualcosa di abbastanza importante da spingerlo al delitto. Una posizione nella comunità che lo scandalo avrebbe rovesciato, una azienda che lo scandalo poteva mandare all’aria, una moglie di cui aveva paura o che non voleva perdere, malgrado la sua infatuazione per Amy. Un uomo solo con un lavoro qualsiasi e senza denaro avrebbe riso di fronte ad una minaccia del genere; il peggio che poteva capitargli in conseguenza dello scandalo era di ritenere opportuno trasferirsi e cercarsi un posto da qualche altra parte.

E c’era un’altra cosa molto probabile: che fosse un cliente regolare o almeno abbastanza assiduo del Filone. Amy passava là la maggior parte del suo tempo, ed aveva stretto là quasi tutte le sue amicizie.

Ma tutto questo non mi portava molto lontano. Molti signori in buone condizioni finanziarie — allevatori, commercianti, professionisti, uomini d’affari — passavano qualche sera al Filone. Sospirai all’idea che Hetherton non ci capitava mai. Mi sarebbe davvero piaciuto di poter sospettare Hetherton.

Mi sarebbe piaciuto ancor più che non poter sospettare Herbie Pembrook, la mia altra bête noire a Mayville. Herbie sarebbe stata l’ultima persona che Amy si sarebbe scelta fra i cacciatori di gonnelle di Mayville. Quell’uomo non…

Un momento!

L’idea mi colpì al punto che mi misi a sedere sul letto, feci scivolare fuori le gambe e cominciai a passeggiare avanti e indietro per la stanza, a piedi nudi, mentre ci pensavo.

Herbie sarebbe potuto essere l’assassino, e più ci pensavo, più mi sentivo sicuro che l’assassino era proprio lui. Forse in città tutti consideravano Herbie «innocuo» — era stata precisamente questa la parola che Doris e Willie avevano adoperato per definirlo — ma, qualunque fosse la ragione che lo aveva spinto a concentrare la sua attenzione su di me, io non mi lasciavo ingannare. Sulla bicicletta, quella notte, doveva esserci stato Herbie. Chi, se non un deficiente — e con tendenze psicopatiche, per di più — avrebbe girato nel deserto verso la una del mattino e sarebbe uscito di strada per puntare il fanale della sua bicicletta su una macchina ferma?

Forse, prescindendo dal ritardato sviluppo mentale, Herbie poteva essere stato normale quando il padre di Doris lo aveva sottoposto ad una prova, all’età di quattordici anni. Ma questo significava per caso che egli era ancora normale? Quasi tutti coloro che diventano psicopatici, dal punto di vista sessuale o altro, sono normali all’inizio dell’adolescenza; le loro aberrazioni insorgono più tardi. Herbie aveva mostrato i primi sintomi quando, a vent’anni, aveva detto Doris, si era dedicato per un certo periodo a spiare le coppiette. Spaventato, l’aveva smessa, per un poco. Ma chi sapeva quali mutamenti erano successi in lui da allora?

E chi sapeva che cosa era avvenuto nel suo cervello un paio di settimane prima, quando, per caso, aveva guardato in una finestra giusta al momento giusto (o in una finestra sbagliata al momento sbagliato) ed aveva visto una bellissima donna nuda distesa sul letto, a pochi metri soltanto dal punto dove si trovava? Probabilmente, se nel periodo in cui spiava le coppiette non aveva avuto una fortuna superiore alla media, non aveva mai visto prima di allora una donna nuda. Quali conseguenze poteva avere avuto questo spettacolo su un cervello di undici anni nel corpo di un uomo di trenta?

Ci avevo già pensato, certo, quando Birdie mi aveva detto di aver sorpreso Herbie a guardare nella finestra di Amy, ma avevo scartato l’idea quando avevo saputo che con ogni probabilità Amy aveva bevuto con colui che l’aveva uccisa e che, quasi certamente, era stata lei a farlo entrare nella stanza. In un quadro del genere Herbie non trovava posto.

L’idea che mi era balenata in quel momento e che mi aveva spinto ad alzarmi dal letto era: Herbie non beveva, e così, se la bottiglia di whisky e i due bicchieri erano stati lasciati a bella posta, chi più di Herbie Pembrook veniva ad essere eliminato come probabile indiziato?

E i deficienti possono essere furbi, furbi abbastanza da pensare a qualcosa del genere.

«Herbie non beve,» aveva detto Willie. E per questo, non per altro, non aveva mai pensato a Herbie come a un probabile assassino. E anche McNulty certo sapeva che Herbie non beveva, e per la stessa ragione lo aveva scartato, anche se Birdie gli aveva parlato dell’episodio della finestra.

Ma se si pensava, come avevo pensato io riferendomi al sicario, che il whisky era stato lasciato come un falso indizio, se si ammetteva che anche un deficiente può essere furbo, allora Herbie…

Un momento, procediamo con ordine, mi ammonii. Movente, mezzo, occasione.

Movente. Uno psicopatico non ha bisogno di un movente, sono più che sufficienti i pensieri che può avergli messo in testa la vista di una donna nuda. Chi poteva immaginare che cosa aveva voluto Herbie, dopo averla vista come l’aveva vista? Forse, per qualche contorta ragione, aveva desiderato semplicemente di ucciderla. Più probabile però che avesse desiderato di rivederla in quello stato, di poterla guardare a suo agio, anche se per arrivare a questo aveva dovuto ucciderla. Forse aveva anche desiderato di toccarla, ma di violentarla… bene, pensavo proprio di no. Chi spia le coppiette di solito non è un satiro; è un onanista, un anormale sessuale al quale basta la vista di una donna nuda per arrivare all’orgasmo vero e proprio. O la vista di una coppia intenta all’atto amoroso. (Era per questo che Herbie girava di notte in bicicletta, per guardare nelle macchine ferme? Ed era per questo che si era allontanato in fretta quando avevo messo piede a terra, completamente vestito?)

Mezzo. Di che cosa aveva bisogno se non di un coltello e di una bottiglia di whisky mezzo vuota da lasciare nella stanza come prova irrefutabile che lui, Herbie, assolutamente astemio, non poteva avere nulla a che fare con il delitto?

Aveva dovuto entrare, certo, ma la risposta a questo particolare era anche la risposta a un’altra domanda: perchè aveva aspettato due settimane. Probabilmente, nascosto fra gli alberi sull’altro lato della strada, aveva aspettato ogni sera che Amy rientrasse, le aveva dato il tempo di addormentarsi e poi aveva provato la porta. Ella tornava a casa sempre più o meno ubriaca, e presto o tardi doveva pur dimenticarsi di girare la chiave. E appunto la notte del mercoledì aveva dimenticato di girarla.

La porta chiusa dall’interno? Probabilmente conosceva il trucco di quelle serrature. Perchè no? Lavorava per Birdie qualche volta. Forse c’era stato quando uno dei clienti si era chiuso fuori, e forse Birdie aveva fatto entrare proprio lui dalla finestra perchè aprisse la porta dall’interno.

Per un momento mi chiesi se era possibile che sapesse sulle impronte digitali quel tanto che bastava per ripulire la bottiglia e i bicchieri, ma quasi subito giunsi ad una conclusione positiva. Oggi anche i ragazzini di sette anni conoscono le impronte digitali. Ed Herbie non era un analfabeta: aveva passato gli esami di terza. Probabilmente leggeva i polizieschi a fumetti, Dick Tracy, eccetera, ed era da lì che doveva aver ricavato l’idea di lasciare un falso indìzio sulla scena del delitto.

Il furto? Bene, anche questo poteva essere stato un falso indizio, appreso alla stessa scuola, ma, se Herbie era l’assassino, ero più incline a pensare che fosse genuino. Pochi dollari volevano dire molto per Herbie.

Occasione. La casa della signora Wayne, che Doris mi aveva indicato, distava solo qualche centinaio di metri, sulla stessa strada, dal motel di Birdie, che sorgeva alla estrema periferia della città. Per un tragitto così breve Herbie non avrebbe avuto bisogno di bicicletta. Pochi minuti a piedi sarebbero stati più che sufficienti. E, dato che abitava non nella casa ma in una baracca, nel cortile, nessuno avrebbe più controllato i suoi spostamenti una volta che la signora Wayne si fosse coricata, cosa che doveva fare abbastanza presto.

Movente, mezzo, occasione. Per Herbie esistevano tutti e tre. Avevo risolto il caso, e che cosa stavo aspettando? Tanto valeva che telefonassi subito a McNulty e gli spiegassi tutto. Forse, se stava ancora lavorando, avrebbe arrestato Herbie quella notte stessa, e tutto sarebbe in questo modo finito. E, naturalmente, se mi avesse detto che entrava subito in azione, gli avrei chiesto di darmi il tempo di raggiungerlo per poter essere presente anch’io alla scena finale. E, se Herbie avesse confessato o se avessimo trovato nella baracca prove evidenti della sua colpevolezza, per esempio, qualcosa che era stato evidentemente prelevato dalla stanza di Amy, allora sì che avrei fatto un bel colpo anch’io, che avrei avuto un articolo per il quale valeva la pena di svegliare Tom Acres. Ed egli avrebbe potuto ritrasmettere il servizio in tempo almeno per le ultime edizioni del mattino.

Uscii dalla mia stanza e scesi le scale in punta di piedi per andare al telefono. Sollevai il ricevitore e poi esitai. Dopo tutto, non avevo in mano prove, e McNulty, se dormiva già, non sarebbe certo stato troppo soddisfatto di sentirsi svegliare per ascoltare una catena di ragionamenti. Ma, se invece era ancora alzato…

Giunsi a un compromesso. Chiamai il centralino e riconobbi subito la voce della ragazza che mi chiese il numero. Oramai, attraverso Doris, conoscevo quasi tutte le altre ragazze che lavoravano per i telefoni. Dissi: «Carmelita, parla Bob Spitzer. Sapete se McNulty è ancora nell’ufficio di polizia o è già andato a casa?»

«Non lo so, Bob. Sono quasi due ore che non ci sono più chiamate per quei numeri. Due ore fa McNulty ha telefonato a casa sua… ma non ho ascoltato, e non so se avvertiva la moglie che rientrava o che stava tutta notte alzato a lavorare.»

«Va bene, grazie. Chiamatemi l’ufficio, ma, se non risponde, non passate la comunicazione a casa sua, come al solito. Capito?»

«Certo.»

Lasciai squillare sei o sette volte la suoneria dell’ufficio, poi rinunciai e riagganciai. Herbie Pembrook avrebbe dovuto aspettare fino all’indomani per venire interrogato o arrestato.

Risalii nella mia stanza, e improvvisamente mi resi conto di essere stanco morto e di dormire, più o meno, in piedi. Mi infilai nel letto, spensi la luce e un minuto dopo dormivo davvero.

Mi svegliò la luce che entrava dalle finestre e una serie di colpi insistenti bussati alla porta. La voce della signora Burdock mi gridò: «Bob, siete sveglio? Una intercomunale per voi.»

«Vengo subito,» risposi. Ancora un poco stordito, cercai la vestaglia e le pantofole. Chi diavolo poteva essere che mi chiamava con una intercomunale nel mio giorno di riposo? Scesi le scale, mi misi a sedere accanto al telefono e sollevai il ricevitore. «Parla Bob Spitzer.»

«Proprio non mi sembrate voi.» Era la voce di Tom Acres. «Vi ho svegliato?»

«No. Mi ha svegliato la mia padrona di casa che bussava alla porta. Che ore sono?»

«Le dieci. Dovete aver fatto le ore piccole stanotte. Avete qualche progetto per oggi?»

«Non so. Ho qualche progetto per oggi? Non abbiate paura: fra un minuto sarò sveglio.»

«Ho un incarico da affidarvi, se siete pronto ad accettarlo. Statemi a sentire, Bob: tutti i giornali dello Stato hanno pubblicato quanto ho trasmesso per tele sul caso Waggoner. Ed anche qualche giornale di altri Stati. Gli omicidi sono ormai cosa corrente, ma un delitto misterioso fa sempre tiratura.

«E tutti vogliono ulteriori particolari. E io devo pur pubblicare qualcosa sul mio giornale stasera, venga o meno risolto il caso. Non ho nessuno da mandare lì oggi, e so che Hetherton non farà nulla fino a quando non sarà arrivata l’ora di mandare in macchina il suo numero settimanale. Così, ho pensato a voi. Volete essere la mia regina di un giorno e scrivermi un pezzo?»

«Certo.»

«Benissimo. Datevi da fare e trasmettetemi il maggior numero possibile di notizie questa sera, prima dell’ora della chiusura. Ci metteremo d’accordo sul compenso quando vedrò che cosa siete riuscito a fare. Ma c’è un minimo assicurato di dieci dollari, anche se ci trasmetterete roba che non vale la pena di stampare.»

«D’accordo. E se risolvo il mistero e scopro l’assassino?»

«In questo caso, ci metteremo d’accordo poi. Statemi a sentire, posso aggiornarvi con una notizia che abbiamo ricevuto da Douglas stamattina. Lo sceriffo è tornato dopo la mezzanotte, portandosi appresso il cadavere. Stamattina avrà luogo l’autopsia, e può darsi ci stiano già lavorando in questo momento. Se telefonate a lui o al coroner nelle prime ore del pomeriggio, verrete a conoscere i risultati. Potrei farlo io da qui, ma tanto vale che chiamiate voi, in modo da mettere poi tutto quanto nell’articolo.»

«Va bene. C’è altro?»

«No. Ma svegliatevi e datevi da fare. Arrivederci.»

«Grazie, Tom,» dissi, e interruppi la comunicazione. La signora Burdock guardò fuori dalla porta della cucina, in fondo al corridoio.

«Una tazza di caffè, Bob? Ne ho un poco già pronto.»

«Ottima idea. Ma potete aspettare fino a quando mi sono vestito?»

«Naturalmente.»

Tornai in camera mia. E, entrando, annusai l’aria. Mi ero dimenticato di aprire le finestre, e si avvertiva un leggero odore che doveva essere quello dei residui di fumo della marijuana. Mi affrettai a spalancare. E, quando andai in bagno per radermi, presi dal portacenere i due mozziconi e feci far loro la stessa fine che avevano fatto le sette sigarette residue di Willie. E ringraziai Dio per averle buttate via, quelle sette sigarette; se non le avessi fatte sparire prima di fumare la mia quota stabilita di una, forse avrei ceduto alla tentazione di fumarne una seconda, e se una era bastata a darmi la strampalata idea di andare nel Messico alle tre del mattino, quali pazzi pensieri avrei avuto dopo una seconda o una terza?

Non che mi pentissi di averne provata una, avevo fatto una esperienza, ed ora sapevo quale scossa mi dava la marijuana e sapevo che non avrei mai più dovuto correre un rischio del genere. La marijuana, a quanto pareva, faceva più effetto su di me che non su Willie; lui aveva avuto almeno il buon senso di dissuadermi dall’andare nel Messico per bere un bicchierino.

Ma, e l’altra idea… la mia teoria che era stato Herbie Pembrook ad uccidere Amy? Era stata anche quella effetto del fumo di marijuana? Ci pensai un poco mentre mi vestivo, senza arrivare a conclusione alcuna. Decisi allora di rifletterci di nuovo quando fossi stato un poco più sveglio, quando avessi avuto il cervello più sgombro.

Misi il mio abito migliore, quello che di solito usavo per la domenica e per gli appuntamenti. Perchè no? Era un giorno fortunato, quello, per me. Era il mio primo, anche se per ora unico, giorno di cronista per un quotidiano, per un vero giornale. Ero già inviato speciale, insomma.

Probabilmente la signora Burdock mi aveva sentito scendere le scale, perchè aveva già versato il caffè quando entrai in cucina. Ne aveva versato una tazzina anche per sé, e si mise a sedere al tavolo, di fronte a me.

Disse: «Quella povera signora Waggoner. Ho appena finito di leggere il giornale. Terribile! Avete scritto voi l’articolo, Bob?»

«Per la maggior parte.»

«Spero che trovino l’assassino. Una donna sola non può sentirsi sicura di questi tempi. Ecco perchè mi va di avere sempre almeno un pigionante: purché ci sia un uomo in casa. Conoscevate questa signora Waggoner? Personalmente, voglio dire.»

«Un poco. Le avevo parlato qualche volta.»

«Non sarebbe mai dovuta andare a stabilirsi da Birdie Edwards.»

Sorrisi. «Credete a quello che si dice di Birdie, signora Burdock? A quello che si dice sia stata, bene inteso?»

«Non conosco il suo passato e non mi interessa di conoscerlo. Ma so che cosa è ora. Volgare. Ed una ficcanaso, anche. Fruga nei bagagli di quelli che si fermano da lei… che si fermano abbastanza a lungo, certo. Naturalmente non può farlo se si fermano una notte soltanto e ripartono il mattino seguente. Ha frugato nella vostra roba quando voi stavate là?»

«No, che io sappia. Ma probabilmente non me ne sarei accorto. Non avevo niente da nascondere.»

«Bene, scommetto che lo ha fatto. C’è chi se n’è accorto e se n’è lamentato. È una ficcanaso, e vuole sapere tutto il possibile su chi si ferma da lei. E non venite a raccontarmi che non ha frugato nella roba della signora Waggoner, che è rimasta con lei un intero mese. Sono convinta che sulla signora Waggoner la sa molto più lunga di quanto non voglia dire.»

«Può darsi. Ma, se Amy non aveva carte nella sua stanza, che cosa può aver saputo? Di quello che può interessare all’inchiesta, voglio dire. Non sarebbe della minima utilità per McNulty di sapere quante volte alla settimana Amy si cambiava di biancheria o quanto le è durato l’ultimo tubetto di dentifricio.»

«Tutti hanno qualche documento, Bob. Se riceveva gli alimenti, doveva certo essere in possesso di una copia della sentenza di divorzio. E sicuramente doveva avere la fattura della macchina, senza la quale non avrebbe potuto ottenere il bollo di circolazione, non avrebbe potuto venderla o cambiarla. Un’altra tazza di caffè, Bob?»

Stavo per rispondere che no, che avrei fatto meglio a mettermi al lavoro, ma poi cambiai idea. Stavo già lavorando, perchè, in un certo senso, avevo saputo qualcosa su Birdie, qualcosa che prima ignoravo. E forse sarei riuscito a sapere di più. Se Birdie aveva davvero frugato fra le cose di Amy…

Dissi: «Sì, ne prenderò un’altra tazza, se anche voi mi terrete compagnia. A proposito della storia di Birdie che guarda fra le robe dei suoi clienti, siete sicura che non si tratta di un pettegolezzo?»

«No, una volta c’è stata perfino la prova. È una faccenda che risale a un anno fa… no, un poco di più, perchè voi non eravate ancora arrivato. Un tale si è fermato da Birdie per qualche notte, poi Birdie gli ha detto che non poteva più dargli la stanza, che doveva andarsene. Lui le ha chiesto spiegazioni, e lei gli ha risposto che non lo voleva più perchè aveva due rivoltelle e le rivoltelle nella sua azienda non le andavano. Probabilmente ha pensato che fosse un criminale.

«L’uomo allora si è trasferito all’albergo, poi è andato da McNulty e ha presentato denuncia contro Birdie. Le rivoltelle erano in una valigia, non chiusa a chiave, ma lui non l’aveva mai aperta, e Birdie di conseguenza non poteva conoscerne l’esistenza se non aveva frugato nel bagaglio.

«E non si trattava di un rapinatore, ma di un rispettabilissimo turista. Era appassionato di tiro a segno, e si era portato appresso le rivoltelle, nel caso si fermasse dove c’era un poligono e avesse modo di esercitarsi un poco.»

«E ha fatto qualcosa McNulty?»

«Che cosa poteva fare? L’uomo ha ammesso che nulla mancava. Oh, ha strapazzato un poco Birdie, certo, ma questo è servito soltanto a renderla un poco più cauta.»

«Uhm,» feci. «Così, se Birdie ha davvero visto i documenti di Amy che poi sono spanti, farebbe molto bene ad ammetterlo e a descriverli.»

«Non venite a raccontarmi adesso che non ha frugato fra le cose della signora Waggoner. La signora Waggoner era una donna misteriosa; tutti si chiedevano come mai era capitata qui e come mai si era fermata. E doveva aver suscitato la curiosità di Birdie più di tutti gli altri clienti che di solito scendono da lei.»

Abbastanza logico, pensai. Chissà se Birdie si sarebbe confidata con me, se le avessi parlato da solo a sola. Probabilmente no, perchè sapeva che, se mi avesse detto qualcosa di importante, io lo avrei riferito a McNulty e lui avrebbe capito da dove veniva l’informazione.

Terminai la seconda tazza di caffè, ringraziai la signora Burdock e uscii.