173931.fb2
Stella sorrise. L'uomo che la fissava era sicuramente un telespettatore della soap opera del mattino.
Sì, sono io.
L'uomo non rispose al sorriso, la fissava come fosse un oggetto. Stella osservò il tizio e decise di imitarlo. Lo sguardo gelido, la piega sottile della bocca, la postura. Ma era in ritardo.
L'audizione!
Guardò l'orologio e quando rialzò lo sguardo, intravide il cappello da baseball dell'uomo sopra quel mare di teste femminili: stava indietreggiando, mescolandosi alla folla. Stella non si mosse finché l'uomo non si fu allontanato. Guardò di nuovo l'orologio, adesso era molto tardi. Alla cassa si stava formando una fila. Si affrettò per superare una signora anziana. Quando venne il suo turno, Stella imitò anche l'espressione della commessa, una cassiera diligente. «Ho una fretta terribile, il vestito lo tengo indosso.» Stella mise la vecchia gonna sul bancone. «Questa la metta in un sacchetto.»
Stella sollevò il braccio, mostrando il cartellino che pendeva dalla manica. «Faccia attenzione con quelle forbici.»
La voce della cassiera tradì un certo fastidio. «La merce non può essere cambiata.» Stella aspettava con il braccio sollevato a mezz'aria. Con tutta calma, la cassiera piegò la vecchia gonna stropicciata e la infilò in un sacchetto, quindi tagliò il cartellino. Fissò lo specchio dietro la fila di persone e disse: «Lo sa, vero, che questa giacca è macchiata?».
Già, la macchia di rossetto.
«Non c'è problema, la laverò.»
La cassiera osservò quella ragazza bionda che correva verso l'uscita con una grossa "X" nera disegnata sulla giacca nuova. Poi lanciò un'occhiata distratta alla cliente successiva, una donna anziana che arrancava verso il bancone. «Forza, signora, non ho tutto il giorno…»
Il tenente Coffey guardò l'ultima attrice che usciva scortata dagli agenti. Deluthe stava dirigendosi verso l'ufficio. Mentre Coffey controllava la lista delle bionde interrogate quel giorno, il genero del vice procuratore aspettò con discrezione di essere notato. Coffey apprezzava quell'atteggiamento, ma era convinto che Deluthe non avrebbe mai fatto carriera.
«Credevo che sorvegliassi Lars Geldorf.»
«Oggi sta a casa. Cerco il sergente Riker.»
«Sarà qui tra mezz'ora.» Coffey gli mostrò un giornale con il titolo: «Attrice accoltellata in pieno giorno». «Coraggio, ragazzo, renditi utile…» Indicò un biglietto scritto a mano con un numero di telefono. «Il distretto di Midtown non ci ha comunicato il nome della donna. Scopri chi è, poi controlla la lista. Se non ho ancora parlato con lei, trovala e falla venire qui.»
«Sissignore.» Deluthe prese il biglietto, si sedette alla prima scrivania libera e si attaccò al telefono.
Pochi minuti dopo bussò alla porta dell'ufficio del capo, che gli fece segno di entrare. «Adesso che c'è?»
«La ragazza si chiama Stella Small. L'ausiliaria con cui ho parlato dice che è una montatura pubblicitaria.»
Il tenente indicò il giornale che Deluthe teneva in mano. «Ma hai letto quell'articolo?»
«Nossignore, pensavo volesse…»
«Leggilo. Leggi bene il primo paragrafo. Una pozza di sangue nella hall di un hotel.» Si sporse in avanti e gli strappò di mano il giornale, poi indicò la fotografia della donna svenuta. Sbatté il giornale sulla scrivania, ma non alzò la voce. «Quante attrici conosci disposte a ferirsi per finire sui giornali?» Si interruppe, non era compito suo addestrare la recluta del tenente Loman. «Almeno sappiamo come si chiama, è già qualcosa.» Il nome di Stella Small era sulla lista. «La sua agente le aveva fissato un appuntamento, ma non si è presentata. Trovala.»
«L'ausiliaria Eve Forelli ha raccolto la sua dichiarazione» disse Deluthe. «La ragazza ha detto di essersi scontrata con un turista. L'uomo l'ha urtata con la macchina fotografica e hanno dovuto medicarla. La sua agente ha pensato di rendere la notizia più interessante per la stampa, così si è inventata la storia dell'accoltellamento.»
«Un'ausiliaria ha fatto l'interrogatorio? Una civile? Cristo santo, è fantastico…» Gettò il giornale verso la recluta. «Fatti dare una copia della dichiarazione e porta qui quell'attrice.»
«Ma sono soltanto…»
«Datti una mossa, ragazzo.» Si chiese per l'ennesima volta perché Deluthe si fosse tinto i capelli, e perché proprio giallo fosforescente.
Nello stanzone della Crimini Speciali il detective Janos si rivolgeva al resto degli uomini. «Abbiamo un comunicato di trenta secondi al telegiornale del mattino e uno di un minuto alla radio. Con un po' di fortuna qualcuno chiamerà con qualche dritta.» Sollevò il giornale con l'elenco delle audizioni della giornata. «Oggi ce ne sono due. Abbiamo venti minuti per andare sulla…»
«Un momento, ascoltate qui…» Il detective Desotho, incaricato di rispondere alle telefonate di segnalazione, gridò: «Una donna con una "X" sulla schiena ha appena superato l'angolo fra la Sessantesima e Lex. Il ragazzo chiama da una cabina. Dice che sta dirigendosi verso la metropolitana, è bionda e indossa un completo azzurro.»
«Un completo» disse Riker. «Scommetto che sta andando all'audizione in centro.»
«È nella West Side.» Janos sbraitava ordini. «Mandate una volante. Prenderà il treno che va da est a ovest all'altezza della Quarantaduesima Strada.»
«Forse no.» Arthur Wang prese la pistola dal cassetto. «Se si accorge di quella "X" sulla schiena, magari molla il colpo. Mia moglie farebbe…»
«La metropolitana!» urlò Janos.
Correvano tutti, tranne Deluthe. Il sergente Riker gli urlò: «Spicciati ragazzo!».
Deluthe dimenticò il lavoro affidatogli dal tenente Coffey e lo seguì.
Imboccarono la Houston con i lampeggianti accesi, diretti verso la West Side Highway.
Le macchine della polizia costringevano i taxi ad accostare, cinque sirene spiegate e clacson, Toglietevi di mezzo! Muoversi! Muoversi! I semafori erano dalla loro, tutti verdi.
Di fronte alla fermata della Quarantaduesima lasciarono le macchine e si precipitarono giù per le scale della metropolitana, volando nel tunnel; il cuoio delle scarpe rimbombava sul cemento della banchina.
Al binario dello Shuttle per la zona ovest della città si fermarono.
Qualcosa non va.
C'erano troppe persone in attesa per quell'ora del mattino. Tre detective salirono su una panchina e scrutarono la marea di teste, ma non videro nessuna ragazza bionda con una "X" sulla schiena. Altri sei uomini si diressero nella direzione opposta.
Niente. Lo Shuttle non si vedeva.
La folla aumentava, e così il brusio di proteste, più di un passeggero diede in escandescenze e si mise a gridare. Quel posto si sarebbe presto trasformato in un inferno. Una banda di musicisti stava accendendo gli amplificatori.
Janos chiuse il telefono. «Le uscite sono bloccate dagli agenti, la ragazza non si è vista.»
Il detective Desotho li raggiunse. «Ecco la buona notizia. Un suicidio. Qualcuno si è buttato sui binari, questa gente aspetta da un pezzo.»
«E la cattiva?» chiese Riker.
«Hanno appena ripristinato il traffico, lo Shuttle sta arrivando, tra cinque minuti tutti saliranno a bordo…»
Deluthe comprese che le cose si mettevano male. Nessuna delle persone sulla banchina avrebbe accettato di perdere il treno per parlare con un poliziotto. «Non possiamo fermare la metropolitana?»
Desotho lo guardò, Ma da dove vieni? «Forse ti è sfuggito, ma l'ultimo uomo che ha cercato di fermare la metropolitana è morto.»
«Abbiamo cinque minuti» disse Riker. «Deluthe, tu occupati dei passeggeri vicino al binario. Chiedi soltanto alle donne. Gli uomini non fanno caso alle schiene, di solito guardano qualcos'altro. Il resto di voi viene con me.»
I detective s'incamminarono verso il gruppo di musicisti, mentre Deluthe raccoglieva dichiarazioni del tipo «Non ho visto nessuno», e «Non so niente», Riker afferrò la chitarra di uno dei musicisti e cominciò a suonare.
Rock & roll.
I musicisti seguivano incantati i virtuosismi di Riker. Il batterista accelerò, battendo sui piatti e sui tamburi. Janos invitò una donna e cominciò a ballare, e gli altri detective lo imitarono.
La folla si raccolse a cerchio intorno a Riker, tutti battevano le mani e fischiavano.
Riker attaccò un altro pezzo, e la folla applaudì. Una pioggia di monetine andò a posarsi nella custodia e la band continuò a suonare ritmi forsennati, sempre più veloci. Quando arrivò il treno, le persone erano ancora ipnotizzate dalla musica. I detective interrogavano la folla incredula a ritmo di musica. Janos alzò le mani in segno di vittoria. Riker lanciò un'occhiata alla band e la musica si fermò di colpo. Il mondo intero si era fermato. Riker si asciugò il sudore dalla fronte e fece un inchino al pubblico che applaudiva. Si voltò verso Janos: «Cosa succede?».
«Una donna ha visto la "X". La bionda non era diretta alla West Side. Andava a sud, sul treno che corre sotto la Lexington. Stava piangendo.»
«Sta andando a casa!» urlò Desotho. «Proprio ieri un'altra donna ha visto una bionda con una "X" sulla camicia e qui viene il bello. Stava lottando contro una pioggia di mosche morte, è scesa alla fermata di Astor Place.» Deluthe cercò di farsi largo tra la folla di passeggeri, mentre la squadra di detective correva fuori. Quando Deluthe raggiunse la strada, i suoi colleghi stavano salendo in macchina. Partenza a sirene spiegate. Deluthe rimase solo sul marciapiede, senza fiato, come se anche lui avesse ballato al ritmo del sergente Riker.