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Or mi ritrovo pien di sí diversi piaceri, in quel saluto ripensando, che duol non sento, né sentí' ma' poi.
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Letteratura italiana Einaudi
141
Francesco Petrarca - Il Canzoniere 112
Sennuccio, i' vo' che sapi in qual manera tractato sono, et qual vita è la mia: ardomi et struggo anchor com'io solia; l'aura mi volve, et son pur quel ch'i'm'era.
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Qui tutta humile, et qui la vidi altera, or aspra, or piana, or dispietata, or pia; or vestirsi honestate, or leggiadria, or mansüeta, or disdegnosa et fera.
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Qui cantò dolcemente, et qui s'assise; qui si rivolse, et qui rattenne il passo; qui co' begli occhi mi trafisse il core; 11
qui disse una parola, et qui sorrise; qui cangiò 'l viso. In questi pensier', lasso, nocte et dí tiemmi il signor nostro Amore.
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Letteratura italiana Einaudi
142
Francesco Petrarca - Il Canzoniere 113
Qui dove mezzo son, Sennuccio mio, (cosí ci foss'io intero, et voi contento), venni fuggendo la tempesta e 'l vento c'ànno súbito fatto il tempo rio.
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Qui son securo: et vo' vi dir perch'io non come soglio il folgorar pavento, et perché mitigato, nonché spento, né-micha trovo il mio ardente desio.
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Tosto che giunto a l'amorosa reggia vidi onde nacque l'aura dolce et pura ch'acqueta l'aere, et mette i tuoni in bando, 11
Amor ne l'alma, ov'ella signoreggia, raccese 'l foco, et spense la paura: che farrei dunque gli occhi suoi guardando?
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Letteratura italiana Einaudi
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Francesco Petrarca - Il Canzoniere 114
De l'empia Babilonia, ond'è fuggita ogni vergogna, ond'ogni bene è fori, albergo di dolor, madre d'errori, son fuggito io per allungar la vita.
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Qui mi sto solo; et come Amor m'invita, or rime et versi, or colgo herbette et fiori, seco parlando, et a tempi migliori sempre pensando: et questo sol m'aita.
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Né del vulgo mi cal, né di Fortuna, né di me molto, né di cosa vile, né dentro sento né di fuor gran caldo.
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Sol due persone cheggio; et vorrei l'una col cor ver' me pacificato humile, l'altro col pie', sí come mai fu, saldo.
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Letteratura italiana Einaudi
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Francesco Petrarca - Il Canzoniere 115
In mezzo di duo amanti honesta altera vidi una donna, et quel signor co lei che fra gli uomini regna et fra li dèi; et da l'un lato il Sole, io da l'altro era.
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Poi che s'accorse chiusa da la spera de l'amico piú bello, agli occhi miei tutta lieta si volse, et ben vorrei che mai non fosse inver' di me piú fera.
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Súbito in alleggrezza si converse la gelosia che 'n su la prima vista per sí alto adversario al cor mi nacque.
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A lui la faccia lagrimosa et trista un nuviletto intorno ricoverse: cotanto l'esser vinto li dispiacque.
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Letteratura italiana Einaudi
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Francesco Petrarca - Il Canzoniere 116
Pien di quella ineffabile dolcezza che del bel viso trassen gli occhi miei nel dí che volentier chiusi gli avrei per non mirar già mai minor bellezza, 4
lassai quel ch'i 'piú bramo; et ò sí avezza la mente a contemplar sola costei, ch'altro non vede, et ciò che non è lei già per antica usanza odia et disprezza.