51990.fb2
— Buono, buono, — disse il signor gatto, — altrimenti ti do la multa.
Le etichette erano di carta lucida, variopinte. Su ognuna di esse si vedeva un topo che strizzava l'occhio e sotto si leggeva: Topi in scatola
Qualità Superiore
Attenzione ai buoni punto
Diffidate delle imitazioni
— Come! — disse la cassiera. - Non ci sono ancora i topi in scatola e ci sono già le imitazioni? E che cosa ci mettono? Talpe, criceti?
— Si capisce che per ora le imitazioni non ci sono, — spiegò il signor gatto, — ma ci saranno quando il commercio sarà ben avviato.
Se poi non ci saranno, questa scritta starà benissimo ugualmente. La clientela penserà: guarda, guarda, fanno anche le imitazioni; allora dev'essere una merce super.
— E sarà davvero super?
— Sarà extra. Una cannonata.
La cassiera sospirò. Com'era intelligente il suo principale! Aveva veramente il bernoccolo degli affari. Per giunta, non era ancora sposato.
Il fratello della cassiera si era incollato un'etichetta al naso e non riusciva a staccarla.
— Stupidello, — disse la cassiera severamente. - Vuoi farti licenziare il primo giorno? Abbia pazienza, signor gatto, non sa ancora che cosa vuol dire guadagnarsi il topo in scatola.
— Mi raccomando a lei, — disse il signor gatto; — stia attenta al negozio. Io vado in cerca della materia prima.
La cassiera lo segui con uno sguardo languido mentre si allontanava. Essa trovava che il suo principale era veramente un bel gatto, con dei baffi da vero commerciante di successo. Che portamento elegante! Che occhi autorevoli!
«Un commerciante, — pensò, - non è proprio un commendatore, ma quasi. E poi a me i commendatori non piacciono, perché di solito sono già sposati».
Il signor gatto trovò il primo topo in cantina, rintanato dietro un mucchio di carbone.
— Buongiorno, — disse il gatto.
— Non so, — rispose il topo.
— Che maniera è questa di rispondere, scusi?
— Non so se sarà un buongiorno oppure no. Di solito i gatti non mi portano fortuna.
— Sarà una giornata magnifica, — assicurò il gatto; — anzi, una giornata storica. Lei avrà l'onore di essere il primo topo in scatola del pianeta. Le pare poco?
— Non so, — ripeté il topo.
— Lei non sa mai niente, — fece il gatto irritato. - Su, faccia un saltino; entri in questa bella scatoletta colorata e vedrà.
— Che cosa vedrò?
— Vedrà che ho ragione io.
— A me piace di piú vedere i cartoni animati. A proposito mi viene in mente che alla Tv ne stanno per trasmettere uno. Tanti saluti.
Il topo si ritirò nella sua tana e, per quanto il gatto pregasse e supplicasse, non mise fuori piú nemmeno la punta della coda.
Il secondo topo stava in solaio e il suo buco era dietro il baule.
— Lei è fortunato, — gridò il signor gatto di lontano, appena lo vide.
— Non so, — disse il topo.
— Non vale, — si arrabbiò il gatto. - Questa risposta me l'ha già data un suo collega, giú in cantina. Cerchi qualcos'altro.
— Prima mi dica perché sono fortunato.
— Ma perché la mia ditta ha scelto proprio lei per inaugurare il suo commercio di topi in scatola.
— Se mi tocca fare un discorso, non mi piace.
— Nessun discorso: deve soltanto entrare in questa bellissima scatoletta. Sarà venduto al giusto prezzo e verrà apprezzato come si merita.
— Che bello!
— Vero?
— Peccato che io non possa accettare. Guardi che approvo l'idea e non sono insensibile all'eleganza dell'etichetta. Purtroppo sono in partenza per le ferie; ho già il biglietto per Palermo. Non vorrei offendere le ferrovie dello Stato, mandando all'aria il viaggio. Le spedirò una cartolina. Stia bene e mi saluti sua moglie.
— Non sono sposato! — urlò il gatto, fuori di sé.
— Fa niente: me la saluterà quando si sposa.
Il terzo topo prendeva il fresco in un prato di periferia, ma teneva la coda infilata nella tana e, attaccato alla coda, c'era suo cugino, pronto a tirarlo giú al primo segnale di pericolo.
— Come sta? — domandò il gatto.
— Sto e non sto, — rispose il topo. - Se sta qui lei, è difficile che ci resti anch'io per molto.
— Sempre sospettosi, voi topi, — disse il signor gatto. - E io che ero venuto qui con le migliori intenzioni…
— Migliori per chi?
— Ma per lei, s'intende! Sa cosa ho pensato? Che lei sarebbe un socio ideale per il mio negozio di generi alimentari. Ci sta?
— Dove?
— In questa scatola. Guardi che bella. Commerceremo in topi in scatola. Io farò la maggior parte del lavoro, perché m'incaricherò delle vendite.