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<<La vuoi finire di parlare come Laura Palmer? Io non scopo e non godo con nessuno!>>
<<Sei vergine?!>>
<<Io non... non voglio di... dire questo, voglio dire che... che con una ragazza si fa l’amore, non si sco... scopa...>>
<<Ma che ti succede? Stai tremando! Orazio... guarda cos’ho qui con me.>>
<<Co... cos’è?>>
<<Un goldone!>>
<<Un che?!>>
<<Un preservativo, un cappuccetto, un coprica... come li chiami tu? Guarda che è normale, oramai li vendono da tutte le parti... ne ho tanti nella borsetta. Allora: vuoi scopare con me?>>
<<Ma la vuoi finire di parlare in questo modo? Ma cosa credi? Che l’amore è una cosa che si compra dal tabaccaio? Uno ci soffre per amore; ci muore! Non lo trova dentro una macchina con una ragazzina vogliosa che neanche conosce! Ma vattene via!>>
Le rifilai un calcione scaraventandola fuori dalla macchina. Finì col sedere su una pozzanghera. Andai via sgommando schizzandole in faccia almeno 20 litri di fango putrido.
Ero sconvolto! Una ragazzina con l’esperienza sessuale di una settantenne! E poi non c’è niente di più volgare di una ragazza che porta con sé dei profilattici. E come se io tenessi delle spirali nel portafoglio! Ma dov’è andata a finire quella generazione che sfogava i propri impulsi in fantasie variopinte? Mi serrai in casa e piansi la morte dell’ingenuità!
Il giorno dopo ebbi subito l’impulso di recarmi a casa di Sara per assicurarmi che non fosse successo nulla. Suonai al citofono.
<<Chi è?>>
<<Ehm, sono Orazio...>>
<<Sali!>>
Suonai il campanello.
<<Chi è?>>
<<Ehhh... sono sempre Orazio.>>
Aprì la porta Sara.
<<Ciao Sa...>>
Un secco cazzotto mi colpì in pieno volto.
<<Porco, maiale! Se ti rivedo ancora gironzolare attorno a mia sorella giuro che t’ammazzo!>>
<<Ma Sara io non...>>
<<Non dire una parola! Non dire una parola! Cosa hai fatto a Linda?>>
<<Ma io non... non le ho fatto niente!>>
<<Niente? è tornata a casa sconvolta! Dicendo che hai abusato di lei! Ma come hai potuto? E io che t’avevo dato fiducia... io che cominciavo a provare qualcosa per te...>>
<<Sara, io non l’ho toccata con un dito, era lei che...>>
<<Non dire menzogne, assassino! Sei un lurido assassino... a lei che è così innocente...>>
<<Così cosa?!>>
<<Ma perché m’hai fatto questo anche tu? Perché?>>
<<Ma Sara io...>>
<<Vattene! Vattene e non farti vedere più, assassino! O giuro che t’ammazzo!>>
<<Sara...>>
<<Vattene!!!>>
Ed eseguii prontamente il suo comando. Non mi feci più vivo. E da tempo ormai, non vedo né lei, né tantomeno sua sorella!”.
<<Una storia alquanto triste caro il mio Scattini...>>
<<Per favore, la prego dottore, mi chiami solo Orazio...>>
<<Come vuole. Comunque, aldilà di tutto, simili storie possono far scattare molte fobie, mi creda Orazio, ma non riesco a trovare un nesso col suo sogno ricorrente...>>
<<Davvero?>>
<<Dovrei lavorarci su, peccato che il tempo a sua disposizione è finito.>>
<<A quando la prossima?>>
<<Non penso che ci sarà una prossima volta, caro il mio Orazio... In tutta la mia carriera ne ho sentite proprio tante di storie tristi, e tanti ne ho mandati ha casa senza soluzioni e, credimi, è una situazione che non riesco più a sopportare. Siamo inutili caro Orazio, inutili...>>
<<Su dottore non faccia così: se vuole le chiamo un suo collega...>>
<<Senti: puoi pagarmi almeno qualche seduta? Perché a breve... conto di togliermi la vita.>>
<<Mi dispiace dottore, ma con me ho solo tremilalire...>>
<<Pazienza... sei stato il mio paziente più divertente Orazio, addio!>>
<<A... addio dottore...>>
<<Vieni: ti accompagno alla porta. Orazio, stammi bene e... guardati le spalle!>>
<<Sa... saluti...>>