77780.fb2 Le avventure di Orazio Scattini - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 15

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Orazio… Alleluia!Avventura ad AssisiI.                  Sull’attenti

Impresa di pulizie “Scattini S.p.A.”. Giovedì pomeriggio, ore 15 e 30.

<<SCATTINI!!!>>

<<Son qui capo, son qui... son qui!>>

<<Scattini, io sono incredibilmente triste oggi, incredibilmente deluso...>>

<<Posso sapere il perché?>>

<<Perché ho una tremenda voglia di sbatterti in mezzo ad una strada! Licen­ziarti in tronco! Rovinarti per sempre!!! Ma non posso farlo...>>

<<Ah... ah sì?>>

<<Sì! Perché un malaugurato caso del destino ha voluto che la buonanima di mio fratello fosse tuo padre!!! E ancora me lo vedo dinanzi agli occhi in punto di morte a chiedermi col cuore in mano: “...dai un’opportunità di lavoro a quel debosciato di mio figlio... ti prego! Lui ne ha tanto bisogno...”. Ed io, mosso a compassione... FECI IL PIù GRANDE ERRORE DELLA MIA VITA!!!>>

<<Zio, ti posso chiedere di non urlare?>>

<<NON CHIAMARMI ZIO QUA DENTRO!!! La gente potrebbe pensare che io e te siamo parenti...>>

<<Sì, sì... va bene...>>

<<Scattini, dimmi: cosa hai fatto la settimana scorsa?>>

<<Zio, ti posso chie... cioè no! Ca... capo posso chiederle di chiamarmi solo Ora­zio?>>

<<QUI IO TI CHIAMO COME MI PARE!!!>>

<<Infatti dico: lei mi chiama come le pare... e chi ha detto niente?>>

<<Allora, rispondi! Cosa hai fatto la settimana scorsa?>>

<<La settimana scorsa... ho visto una puntata della nuova serie di Colombo! Era molto bella: c’era lui che...>>

<<SCATTINI!!!>>

<<Presente!>>

<<Sto parlando di una cosa che non conosci: “Il lavoro!”, STO PARLANDO DI LA­VORO!!! Che lavoro abbiamo svolto la settimana scorsa?>>

<<Mm... ehmm... ah sì! ...no! Non mi ricordo...>>

<<E allora ti rinfresco io la memoria! La settimana scorsa siamo andati a fare le pulizie generali nella nuova sede del consiglio nazionale dei Salesiani!>>

<<Ah già, è vero... (boh!)>>

<<E sai perché ci avevano chiamati?>>

<<N-no!>>

<<Perché veniva ad inaugurare la sede il vescovo... don Egisto Forte! Quel po­sto doveva essere lindo e pulito come il sedere di un neonato. Doveva brillare al sole! Un pavimento così terso che ci avresti potuto mangiare sopra! Per­ché sai qual era il vizio di don Forte?>>

<<Non saprei... vestirsi di pelle e farsi frustare?>>

<<...non mettere alla prova la mia già labile indulgenza...>>

<<...sì...>>

<<Il vescovo ha il brutto vizio di baciare i luoghi che visita... solo che non si sa dove! E sai dove è andato a posare le sue labbra immacolate in segno di sa­luto?>>

<<N-no!>>

<<Nello stipite della porta nell’aula N°31 al secondo piano! Quale era la tua stanza Scattini?>>

<<La... la 31 al secondo piano?>>

<<Esatto! Ed ora abbiamo un vescovo di ottantaquattro anni bloccato in casa con un herpes devastante alla faccia! Lo devono nutrire con una cannuccia a pompa... non può neanche a succhiarsi il brodo da solo... SCATTINI!!!>>

<<Presente!>>

<<Tu sei la mia rovina!!!>>

<<Ah... ah sì?>>

<<Sei un fannullone! Sei l’emblema assoluto della poltroneria... SCAT­TINI!!!>>

<<Presente!>>

<<Devi saltare come una molla quando ti chiamo!!! Sull’attenti!!! Io non sono come tutti quegli sciacquapiatti che conosci tu...>>

<<Sì! Sì! Sto saltando! Non vede che sto saltando? Ma che ci posso fare io se un prete si mette a baciare gli stipiti delle porte? Non ha di meglio da fare nella vita? Dio solo sa quanto olio di gomito ho buttato per pulire quella stanza... quattro volte ho passato e ripassato per terra... io sono un buon operaio, non un fannullone come dice lei... che ci posso fare se ho lasciato in vita qualche povero germetto... il sangue c’ho buttato in quel posto...>>

Dormii tutto il tempo su di un bancone.

<<Non credere di convincermi coi tuoi piagnistei da donnicciola... deficiente! Tu saresti uno Scattini? Dal niente la nostra famiglia ha creato quello che ora io ho fatto diventare un impero multinazionale! E ai miei tempi un simile menefreghismo nel lavoro era punito con le trentasei nerbate di una frusta spessa un dito! Oooh, ancora ricordo il sangue che colava a fiumi dalle mie ferite, mentre mio nonno mi prendeva a pietrate in faccia di fronte ai miei compagni di lavoro solo perché avevo chiedere un bicchiere d’acqua! Quelli erano tempi... i tempi del rispetto! I tempi dell’obbedienza! Ricordo come fosse ieri il giorno che andammo a pulire il Colosseo a Roma... ci chiamò il Duce in persona! Eravamo un pugno di uomini, 20 giorni ci lavorammo... giorno e notte... instancabil­mente... ci pagavano quattro lire... ma ogni minuto sempre con più forza, con più vi­gore! La furia e il sudore che buttavamo nella fatica del lavoro era il no­stro elisir... la nostra energia! Gli operai della premiata ditta di pulizie: “Scattini & Figli” erano un esercito! L’acciaio fuso ci correva nelle vene! E guardami negli occhi mentre ti parlo!!! Apprezza il pianto di un uomo che getta il suo dolore in un ricordo che fu! Cosa sei adesso tu? Un uomo? Ti definisci tem­prato dalla vita? La società per te una culla! Cosa ti scorre nelle vene? Sangue? Balle! La nu­tella ci passa... la marmel­lata... peggio! Ora­zio: tu hai il moccio nelle vene! Scattini!!! Devi saltare di un metro quando pronunzio il tuo nome!>>

<<Sì! Sì! Sì! Io... io ci... ci provo...io...io...>>

<<Melma! Tu sei melma! La feccia della società! Una società accomo­data in un ozio oramai inestirpabile... e la colpa è tutta tua!!!>>

<<Mia?! Ma che centro io?>>

<<Silenzio!!! E ora ascolta: caro il mio mollaccione; ho in serbo per te una gustosa sorpresina...>>

<<(Oh Dio adesso m’ammazza!)>>

<<Devi sapere che, fortunatamente, prima dell’increscioso incidente... ero riu­scito ad ottenere l’appalto per la pulizia, in occasione della festa del loro santo patrono, di un luogo di culto famoso in tutto il mondo.>>