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<<Ah, quelle! Vanno collegate con un sensore al braccio e poi, una volta portati i dati nel...>>
<<Mi risparmi la sua lezione su come si ramazza! Una volta c’erano scope di saggina con manico di legno... e adesso in lega di titanio... puah! Dorma bene. La sveglia domani è alle 4 del mattino!>>
<<Le quattro?! Non si può fare un po’ più tardi? Verso mezzogiorno?>>
<<Le vuole parlare il nostro priore: Padre Gustavo! Lui si libera dalla meditazione solo a quell’ora.>>
<<Ci discuto nel pomeriggio! Non mediterà mica tutto il giorno?>>
<<Lui medita tutto l’anno! A domani; signor Scattini...>>
<<Per favore, mi chiami solo...>>, e uscì sbattendo (molto cordialmente) la porta. <<Orazio...>>
Intanto mi accasciai sul cuscino imbottito di paglia, completamente distrutto! Non feci neanche in tempo a chiudere gli occhi... che m’ero già addormentato.
Colle dell’Eremo, stanza di Donna Valeria. Sera, ore 22 e 35.
<<Madre?>>
<<Cosa c’è? Immacolata figliola!>>
<<Cosa pensate di quel ragazzo? Quello che avete redento sul treno?>>
<<Ma bambina mia; ma cosa stai dicendo?>>
<<No madre è che... io... io, lo trovo simpatico... tutto... tutto qui!>>
<<Ohhh povera la mia piccina, vieni tra le braccia della tua mamma e stringimi forte! Lo sapevo, lo sapevo che prima o poi il demonio sarebbe venuto a metterti alla prova! A tentare la tua purezza! Perché Signore? Perché anche alla mia figliola? Proteggila, tu che puoi! Ed io, che t’avevo accudito con tanto amore; perché?>>
<<Ma... madre, voi piangete.>>
<<Perché è venuto il momento, non capisci? Quando venisti al mondo, io, nei travagli del parto, ebbi una visione! Un’immagine di santo m’apparve innanzi dicendo: “Donna Valeria, le tue preghiere non sono state accolte! Il maschio che hai tanto cercato e chiesto non è disponibile in magazzino; ci dispiace! Purtroppo per te, ti daremo una bambina! Sai già i problemi che attenderanno te e la tua fede cristiana! Il sesso femminile è più incline alle lascivie della carne, essendo ogni carne... generata da una donna! Ma il Signore ha fede in te! Educa la tua creatura nell’adorazione della parola e guidala verso una vita di beatificazione e di preghiera penitente! Ma attenta! Dietro ad ogni angolo Satana è pronto ad impadronirsi della sua innocenza! Più volte ti metterà alla prova! E quando i pruriti della tua bambina si faranno sentire con più eco, il diavolo sferrerà il suo poderoso attacco finale! Solo la tua fede nel Signore potrà salvarla! Solo le tue preghiere alla Madonna la proteggeranno dal peccato...”. Ora capisci bambina mia?>>
<<Ma madre voi... voi dunque non mi volevate...>>
<<Io... io avevo tanto chiesto al Signore di farmi partorire un santo! E invece...>>
<<Ma madre io... io...>>
<<Ohhh figliola tu non riesci a capire! Sei donna! E le donne sono tutte peccatrici! Dio le punì simbolicamente con la cacciata dal paradiso! Eva rovinò la vita di tutti noi cristiani inducendo al peccato il povero Adamo! E da quel giorno, già punita con il flusso del sangue e i dolori del concepimento, la donna fu gettata in un mondo ove la lussuria regnava sovrana! Ed ella si trovò perfettamente a suo agio! Ed ora è toccato anche a te...>>
<<Madre, io sono sconvolta,>>, diceva Grazia tra i singhiozzi. <<e poi... ho solo detto che mi era simpatico...>>
<<Si comincia con la simpatia, poi con una stretta di mano... e si finisce strappandosi reciprocamente i vestiti!!! Ma non capisci che è tutta una catena? Ti prego: chiedi aiuto al Signore! Già io... con la voce rotta dal pianto lo sto chiamando con la mia anima. Figliola, ti prego, desisti dalle tue fantasie, dalle domande, da tutti i piaceri carnali... fallo almeno per la tua mammina...>>
<<Va bene madre. Lo farò per voi. Ve lo prometto.>>VI. Il Padre Priore!
Colle dell’Eremo, stanza di Orazio. Sabato mattina, ore 3 e 39.
TOC-TOC!
<<Chi... chi... è?>>
<<Mi scusi, sono frate Emanuele; frate Luigi mi ha detto di passare da lei perché dovevate parlare con Padre Gustavo.
<<Sì, va bene, andate pure; ci... ci vado da solo...>>
<<Ehm... mi dispiace ma... ma frate Luigi mi ha detto di accompagnarvi; dice che avete l’occhio del poltrone.>>
<<Beh, il frate ha visto giusto. Ora arrivo! Tempo di vestirmi.>>
Passai davanti allo specchio e saltai dal terrore! Poi guardai bene. Quello riflesso ero proprio io! Un attimo per riprendermi; una sciacquata veloce alla faccia (con un’acqua talmente gelida che m’ibernò temporaneamente i tratti del viso) ed ora, ero quasi pronto... dico quasi perché mancava...
<<IL CAFFÈ! Senza caffè io non parlo neanche con la Madonna!>>
<<Va bene: venga con me in cucina.>>
Io adoro il caffè, niente da dire... solo che quello del giovane frate mi preoccupò alquanto, perché ci mise un quarto d’ora a raggiungere la tazzina!
<<è un po’ forte; qui da noi si usa così. Sa, il lavoro e la preghiera esigono attenzione!>>
Alla fine di quel caffè, mi sentivo un cocainomane!
<<Si sente bene?>>
<<Mai stato meglio!!! Mai!!!>>
<<Allora, andiamo da Padre Gustavo!>>
<<Lui che tipo è?>>
<<è un santo!>>
<<No! Un altro?>>
Frate Emanuele, durante il tragitto, mi raccontava di come i giorni passavano all’eremo; dei momenti di preghiera, di festa, di lavoro, di incontro. E mi raccontava di quella vita con il volto colmo di felicità, con un’enfasi... da tifoso di calcio! Ma nonostante tutto, io continuavo a chiedermi perché, giovane com’era, l’avesse scelta rinunciando a tutto.
<<Entri pure. Questa è la cella di Padre Gustavo>>
<<Grazie del passaggio, ci vediamo dopo...>>
Con molta cautela varcai la soglia di quel lugubre luogo. Proprio di fronte a me, illuminato fiocamente da una candela alla sua destra, c’era Padre Gustavo; inginocchiato e di spalle. La porta si chiuse. Rimasi solo. Insieme con quella figura che, da lontano, pareva un disegno a pastello. Quel moccolo di candela accanto a lui disegnava tutt’intorno alla cella una luce spettrale, che sembrava fosse lì a brillare da un’eternità. In quell’ambiente così chimerico ebbi l’impulso di farmela sotto! Inoltre, con la porta chiusa, tutto il mondo esterno sembrava si fosse cancellato di colpo, ed io e quell’individuo, eravamo gli unici interpreti di una pittura immaginaria. Il quel buio claustrofobico stavo già iniziando a dare i numeri quando, il sangue mi si gelò definitivamente nelle vene!
<<Sei Orazio vero? Vieni avanti!>>
La sua voce sembrò uscire da ogni mattonella della stanza! Persino dal pavimento, persino dal soffitto!