77780.fb2 Le avventure di Orazio Scattini - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 26

Le avventure di Orazio Scattini - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 26

Ugo non fece altro che stringere più forte e scagliarlo contro il muro. Poi, rivolto a Grazia:

<<Come sei bella. Questo mondo ti sporca, è necessario che tu l’abbandoni. Ma sotto gli occhi del tuo amato! Solo il più grande dei dolori può rendere pura una morte innocente!>>

Colle dell’Eremo. Sala mensa, mattina, ore 6 e 28 min.

<<A breve, la polizia sarà qui!>>, diceva soddisfatto frate Luigi. <<E finalmente, si porrà fine all’errare per la terra di questo infido individuo! Tutti voi dovrete te­stimoniare che costui è un traviatore assassino, tutti!>>

<<Ma non sarebbe meglio sentire prima Padre Gustavo?>>, chiese frate Emanuele.

<<No! Padre Gustavo è impegnato nella meditazione. E sapete benissimo che quando si avvicina l’anniversario del nostro santo egli medita ininterrot­ta­mente per un mese senza soste!>>, un trillo di telefono tagliò la già tesa atmosfera. Io, continuavo a sede­re senza dire una pa­ro­la. <<Vai a rispondere frate Carmine! E voi tutti guardate questa madre! Ha il cuore infranto! Forse non rivedrà più la sua tenera figliola e tutto per colpa di quella serpe!!! Il nostro dovere di francescani è quello di...>>

<<Frate Luigi, frate Luigi!!!>>

<<Cosa c’è? Cosa urli?>>

<<Sotto... alla basilica... sta succedendo... una cosa... spaventosa!>>

<<Ma cosa diamine tartagli?>>

<<Al telefono! Era don Gino! Dice che un pazzo dal volto bendato è entrato nella basilica ed è salito, picchiando tutti, sino al rosone superiore della facciata della chiesa. Ha sfondato il vetro ed ora minaccia di uccidere la figlia di Donna Valeria, se Orazio non scende entro 5 minuti!>>

<<Mia figlia? Che succede a mia figlia?>>, domandò stupita, singhiozzando. <<Frate Luigi; non erano questi i patti a... a Grazia non doveva succedere nulla, nulla! La mia bambina! No! La mia bambina...>>

<<Ah! E così eravate d’accordo!>>, dissi in una scarica di energia ripresa. <<Finalmente si scoprono le carte! Ragazzi! Scendiamo tutti alla basilica, non c’è tempo da perdere, In quanto a lei, frate Luigi, si vergogni! Perché se suc­cede qualcosa, avrà sulla coscienza la vita di un’innocente! Avanti, tutti giù!>>

Ci fiondammo alla basilica. Durante la corsa i miei pensieri erano rivolti alla povera Gra­zia. Ogni tratto del suo volto che affiorava nella mia memoria, mi faceva correre sempre più veloce, sempre più veloce tra la pioggia fitta che sembrava non finire mai. E poi, chi diavolo era quel bastardo che la voleva morta?

<<SCATTINI!!! Esci fuori! Altrimenti la taglio a fette come un’anguria!!! Avanti, tutti sotto! Venite a vedere, su!!! La morte di un’innocente! E scrivete pure che l’ho uccisa io, per colpa di un figlio di puttana!!! Dov’è? Dov’è?>>

Arrivai ai piedi della basilica e sopra di me, tra la pioggia e i tuoni si stava consumando quell’as­surda tragedia.

<<Scattini, dove sei?>>

<<Sono qui!>>, urlai. <<Sono arrivato!>>

<<Bene, sistemati sotto così potrai raccogliere il sangue della tua bella!>>

<<Aspetta: no! Non farle del male! è me che vuoi! Lasciala stare!>>

<<No Orazio: ti sbagli! Non voglio te. Voglio le persone che ami. Voglio ucci­derle tutte! E dopo di lei, toccherà a Sara, e poi tutte quelle segnate sulla tua agenda telefonica!>>

<<La mia agenda? Sara? Ma come fai a... UGO!!! TU SEI UGO!!!>>

<<Bravo! Mi hai riconosciuto! Ora sono proprio felice. Vuol dire che quando l’ammazzo, me la prenderò comoda. Di un po’ Orazio, quanto sono lunghe le budella di una persona? Circa 9 metri, vero? Che ne dici: se la squarto... ar­ri­veranno la sotto? Eh? Dove sei? Rispondi!>>

<<Non ti vede!>>, mi disse Emanuele. <<Orazio, non ti vede! Col buio e con la pioggia da lassù non può vederti!>>

<<Ho capito cosa vuoi fare! Pensi di riuscire ad imitare la mia voce?>>

<<Ci provo!>>

<<Dove sei? Bestia! Parla, o la apro come un giornale!!!>>

<<Sono qua, sotto di te!>>

Emanuele riproduceva la mia voce alla perfezione e io, presa una spessa corda dal furgoncino di frate Egisto, legata un’estremità al suo paraurti posteriore, già mi dirigevo all’interno dell’imponente chiesa. Prima però, mi assicurai di dire al frate che, passati cinque minuti, sarebbe dovuto sa­li­re sul furgone e partire a tutta velocità!XV.           La resa dei conti

La facciata esterna della basilica, era spartita in tre sezioni. La prima conteneva al centro un portale in stile gotico, la seconda un grande rosone centrale, con ai lati i simboli dei quattro evangelisti, mentre nell’ultima vi era il rosone più piccolo; ove quel fanatico, sfondato il ve­tro, mi­nacciava la vita di Grazia tenendola sospesa, per una mano, nel vuoto.

Arrivai sin lassù facendo in un lampo chilometri di scale. Aprii la porta di quello che do­veva es­sere il soffitto della chiesa e, come da copione, Ugo continuava a farneticare contro Emanue­le. Ero proprio dietro di lui. La pioggia e i fulmini, fuori, continuavano a fare la colonna sonora di quell’im­pos­sibile tragedia. In due secondi, fabbricai un cappio all’estremità della corda, (ero molto esperto di cappi, già a quattro anni mi esercitavo a farli per eventuali suicidi). Poi, mentre Ugo mi lanciava dannazioni cre­dendomi sotto, glielo stressi al collo. Si girò di scatto.

<<Sei qui! Non giù... e questo cos’è?>>

<<(Adesso Egisto...)>>

<<Eh? Cos’è? Bastardo! Vuoi impiccarmi?>>

<<(Adesso...)>>

<<Avanti, parla maiale... basta, ora la lancio nel vuoto! Guarda come mu...>>

Un rombo di motore echeggiò per tutta la valle. La corda entrò in tensione sino al collo di Ugo. Egli, di strappo, sbalzò all’interno portandosi dietro anche Grazia che rotolò in terra, salva. Ugo tirato per il collo strisciava sul pavimento e, in un lamento strozzato, si dirigeva verso l’uscio della porta. Arrivato, di scatto, s’aggrappò agli stipiti. Il camioncino sotto si bloccò di colpo. Ugo continuava con strozzati sforzi gutturali a tentare di spezzare la presa. La corda era tesa all’inverosimile. Le ruote del camioncino oramai giravano a vuoto nel terreno fangoso e, in un ultimo urlo sofferto, Ugo spezzò la presa facendo saltare il paraurti posteriore del furgone: era di nuovo libero.

Io, ero vicino Grazia, svenuta. Passarono alcuni secondi con i tuoni che illuminavano la figura di Ugo a terra, stremata. Iniziò ad alzarsi, lento. Aggrappandosi alla porta per non cadere. Passò quattro dita tra la corda e il collo e, con un secco gesto, la spezzò!

<<Bravo!>>, esordì tossendo. <<Un ottimo piano. Ma ti è servito a poco. Ora siamo qui, io e te, e stavolta non c’è corda che tenga. Voglio Grazia!>>

<<Prima dovrai passare sul mio... ehm... mio cadavere...>>, gli dicevo mentre proteggevo l’esile Grazia alle mie spalle.

<<Mi inviti a nozze... ma prima: guarda!>>

Lentamente si tolse le bende e sotto c’era l’orrore di un volto gonfio, maculato e pieno di ci­ca­trici!

<<Dopo la plastica mi dissero di stare tranquillo, a riposo, altrimenti avrei rischiato questo ma, come vedi: non m’importa più di nulla! La faccia non serve quando la tua vita è stata cancellata.>>

<<Ma insomma: smettila di farmi causa delle tue sventure!>>, gli urlai. <<Io non centro! Era la tua vita sbagliata! Prendevi in giro te stesso, prendevi in giro Sara. Prima o poi avrebbe scoperto com’eri, con o senza il mio aiuto.>>

<<Nooo! Sara e la palestra erano tutto quello che avevo! E tu ti sei voluto in­tromettere nella vita di due persone! Perché? Sara era mia! E mia era la vita che conducevo, anche se tu la ritenevi sbagliata! Dovevi restarne fuori! Era giusto che non t’intromettessi! Era giusto! Ma ora basta sceneggiate: adesso v’ammazzo tutti!>>

Ugo mi s’avventò al collo e cominciò a strozzarmi! Tra la morsa di quella fortissima presa ero assolutamente incapace di reagire. Sentivo le forze che m’abbandonavano. E, pensando alle ultime parole di Ugo, per un attimo, mi sentii pure tristemente in colpa. Ma poi, pensando alla fine che, dopo di me, avrebbe aspettato Grazia ten­tai di reagire. La mente però mi si offuscava sempre più. Il respiro mi abbandona­va... sinché: con un disperato appello mistico: chiesi aiuto alla Madonna! In un attimo, venni avvolto da un calore fortissimo e uno scat­to di nervi convulso fece partire un improvviso destro alla mascella di Ugo! Egli si fermò... lascio la presa... e cadde secco all’indietro. Ero salvo!

Mi diressi subito verso Grazia.

<<Grazia, Grazia sono io: Orazio! Su, riprenditi!>>

I suoi occhi spenti lentamente ripresero vita ma, presto, mi resi conto di non essere al centro della sua attenzione.

<<...la Madonna...>>