77780.fb2 Le avventure di Orazio Scattini - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 32

Le avventure di Orazio Scattini - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 32

<<No... no! Mi basta un sorso e parto per la tangente...>>

<<Ma è proprio quello che vo... cioè è proprio quello che succede quando si esagera, qua si tratta di un solo sorso con un miserrimo individuo che a breve... no! Non posso dirlo!>>

<<Che cosa?>>, chiese curiosa Valeria.>>

<<La mia vita... a breve... giungerà al termine!>>

<<Ma che dite?>>

<<Sì, madonna Valeria. Il mio sangue contiene... mm... un morbo appestatore che... che colpisce solo i violinisti... ed è contenuto nel crine di cavallo con cui fabbricano il nostro archetto! Presto, la via della mia esistenza troverà un precipizio... bellissima Valeria.

<<Ma dite sul serio?>>, domandò impietosita accomodandosi nuovamente.

<<Certo! Che motivo avrei per mentire?>>

<<Quanto tempo le rimane ancora?>>

<<Giorni, forse poche ore!>>

<<Mi dispiace...>>

<<Ecco perché volevo la sua compagnia Donna Valeria, per avere il ricordo di un volto idilliaco da portare nel regno dei cieli...>>

<<Le sue parole mi toccano il cuore...>>, sospirò Valeria mentre Orazio Strauss guardava goloso la mano che si passava sul seno <<berrò una coppa di nettare con voi!>>

<<Grazie... oh quale giubilo!>>

E le coppe ben presto diventarono 8, 10, 15! E Donna Valeria, nel giro di pochi mi­nuti, fu completamente sbronza!

<<Ed ora: andiamo a casa!>>, sentenziò Orazio Strauss con un ghigno da orecchio a orecchio.

<<Sì, andiamo...>>, disse Donna Valeria ubriaca <<credo di non sentirmi troppo bene... sapete dove alloggio, vero?>>

<<Certo che lo so!>>, rispose sempre più perfido.

<<Non ricordo di avervelo detto...>>

<<Sì, sì, me l’avete detto ieri, in chiesa...>>

<<Ma voi non avete bevuto... perché?>>

<<Perché... perché la malattia non me lo permette Madonna Valeria...>>

Fuori il fido autista li attendeva con la 850.

<<Questa è la sua limousine?>>, domandò Valeria.

<<Già! Bella vero?>>

<<Hm... sì!>>

Gettata sul sedile di dietro...

<<Avanti, all’albergo!>>, comandò Orazio... sempre più satanico!VI.            La notte

L’albergo scriveva sull’insegna “La Stazione” ma si leggeva solo: “L St.zi..e” per via della scritta al neon rotta in diversi punti. Era un notissimo loculo a mezza stella meta di prostitute, travestiti, magnacci e coppiette che cercavano l’amplesso fugace di una notte.

Una volta in camera...

<<Siamo arrivati Valeria...>>

<<Ma questa non è la mia camera...>>

<<Avete ragione; è la mia!>>

<<Cosa??? No! Vi prego, portatemi via... io non posso restare qui...>>

<<Perché Madonna Valeria? Alleviate, voi che potete, con il vostro turgido seno le ultime ore di un condannato...>>

<<No, voi mi tentate... no!>>

<<Donna Valeria, il suo profumo mi esalta... giacete con me!>>

<<No! No! No! Stasera non sono padrona delle mie gesta... potrei fare cose di cui pentirmi... scortatemi a casa... la mia carne stasera è debole...>>

<<E la mia Valeria è cotta al punto giusto! Baciatemi! Baciatemi ora!>>

<<No! Non voglio, no!>>

<<Sì invece! Lo volete!>>, esclamò eccitato. <<La passione vi trasuda dai vestiti! Fatelo! Fatelo voi! Fatelo ora!>>

Donna Valeria stampò le sue labbra su quelle di Orazio Strauss e l’avvio alla passione fu come una ripidissima discesa sulle montagne russe! Donna Valeria agì da esperta Maria Maddalena, ed egli, ebbro di passione, si comportò di conseguenza. Le loro carni furono masticate dalla delizia dei loro ab­bracci sempre più forti, sempre più stretti, sempre più uniti. Insieme passarono ore ed ore di godimenti e piaceri clandestini!VII.        Non era un sogno

Era buio. La mattina era appena cominciata e il cigolio della finestra fece lentamente aprire gli occhi di Donna Valeria. Si sollevò dal letto cingendosi il capo, preda di un martellante mal di testa. Una flebile luce lunare illuminava solo la sua parte di letto, ed ella era ancora ignara che ciò che le era accaduto non era un osceno, torbido incubo. Ma girato il capo, la tremenda realtà si rivelò ai suoi occhi. Un uomo languiva con lei! Con le mani alla bocca in un attimo ripassò tutta la turpe notte passata! Una lacrima di vergogna passò per il suo viso, e la verità le si spiaccicò addosso come il più orrido dei delitti! Si era carnalmente unita con un individuo che neanche cono­sceva! Senza l’unione cristiana, senza che la chiesa avesse acconsentito, senza che Dio li avesse guardati prima unirsi in Chiesa, con il sacro, divino, inviolabile, intangibile, vincolo del Santo Matrimonio! Donna Valeria urlò al cielo, un grido strozzato, senza voce. Cadde a terra e pianse col disdoro che la contorceva! Cercava di cacciare dalla mente quelle immagini che la ossessio­navano, di quello schifo che aveva compiuto con un uomo che l’aveva traviata. Ma stava sem­pre peggio, perché sapeva che sua era la colpa! Fu lei ad acconsentire... fu lei a muovere per prima le labbra... fu lei per prima a godere delle attenzioni che le rivolgeva! E i pianti non servivano a lavare l’onta che la mangiava... Valeria... ora... non era più pura! Con le lacrime che le rigavano il viso e con una mano al ventre dolorante, alzò un braccio al cielo come a cercare un aiuto divino, come se chiedesse: “Dio, fammi tornare indietro... io ti supplico!”. Ma le sue preghiere, sapeva, non avrebbero trovato ascolto.

Passarono minuti che sembrarono secoli. In terra, Valeria, ora lentamente si alzava. Era incer­ta, tremante, lo sguardo era vacuo, assente, ma era sempre lì, nella sua alcova, e dietro di lei c’era l’uomo che l’aveva ingannata, circuita, illusa. Era lì, lui, nel letto, che dormiva beato, goduto di ciò che aveva compiuto, dell’avventura che era riuscito a portare a termine; un’avventura che si sarebbe sicuramente chiusa lì, in quella squallida camera d’albergo, ove chissà quante altre meretrici e donne di malaffare si erano congiunte con ladri, truffatori ed assassini! Era lì, dentro quelle stesse lenzuola, quei veli di cotone che solo all’apparenza erano bianchi, ma che in realtà raccoglievano una verità nera come la fuliggine d’un camino. Era lì, con il sorriso che lo illuminava, perso nei ricordi della notte passata. Era lì, insieme al suo vestito gettato in terra, al suo violino e all’archetto... l’archetto che ora, Donna Valeria, prendeva, sollevava al cielo e sferrandolo compiva la sua atroce ed efferata vendetta, spaccando il cuore del povero, passionale violinista! Un fiotto di sangue schizzò dallo squarcio del torace finendo sul volto di Valeria e su parte della sua pelle nuda. E il già defunto violinista, dopo un urlo soffocato e uno sguardo di pietà verso la sua assassina ora giaceva morto, nel letto, con l’amplificatore del suo strumento che si ergeva dal petto come un bastone conficcato nella sabbia. Era morto! Una pozza di sangue si allargava a macchia d’olio inzuppando di rosso le lenzuola, sempre più rosse... sempre più rosse. Ora Valeria doveva scappare, non poteva farsi trovare nel luogo ove aveva aperto il cuore di una persona, e doveva anche togliere tutte le tracce, tutti i possibili testimoni... e la sua arma finale fu un piccolo e innocente fiammifero. E mentre ella fuggiva nella notte, alle sue spalle, un edificio era inghiottito dalle fiamme.

E questo... è solo l’inizio della storia!VIII.   Avanti il prossimo

<<Il Signor Scattini?>>

<<Ehm... Orazio prego, sono qui!>>

<<Si accomodi.>>

<<Grazie.>>

Mi trovavo nello studio della dottoressa Gilda Fragola: dentista cinquantatreenne!