77780.fb2 Le avventure di Orazio Scattini - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 34

Le avventure di Orazio Scattini - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 34

Non ce la facevo più! I nervi mi schizzarono fuori dalla pelle, ed ormai ero deciso! Sarei anda­to ad orinare in tutti i cassetti di quel cafone e poi, una volta licenziato, via per sempre da tutto e da tutti. E proprio mentre stavo tirando fuori dalla patta il “regal augello” sentii una voce in­cantevole chiamarmi...

<<Orazio...>>

<<Chi è?>>, urlai.

<<Orazio...>>

<<Ho capito, ma chi è?>>, ribattei.

<<Orazio...>>

Realizzai che sarei diventato ottuagenario prima di sentire qualcosa di diverso quindi, mi di­ressi direttamente alla fonte. Passai da un corridoio ad un altro senza capire da dove prove­niva la voce che mi chiamava con intermittente insistenza. Girai per due ore e oramai, stordito dalla monotonia del richiamo non sapevo nemmeno più dove mi trovavo. Aperta l’ennesima porta, ora, ero in un corridoio lunghissimo pieno di tubi che andavano in tutte le direzioni e, al suo fondo vi era una lucetta viva in cui, a scanso di equivoci, proveniva finalmente la voce...

<<EHI, TU!>>, urlai.

<<Orazio...>>

<<E daje! Cambia musica; chiamami Scattini! (Ma che dico!?)>>

<<Orazio...>>

<<Ho capito, ho capito, adesso arrivo! Strano...>>, pensai <<non ricordavo dei cunicoli così lunghi...>>

Arrivai alla fine dopo una lunga camminata e, con meraviglia, realizzai che l’artefice di tutto era una minuscola ragazzina scarna e pallida. Mi guardava con occhi timidi ed era vestita con una vestaglietta povera, e calzava grosse e logore scarpe invernali.

<<Tu sei Orazio vero?>>, disse con un filo di voce.

<<Mi sa che per un po’ odierò anche il mio nome...>>, le risposi inginocchian­domi.

<<Mi devi aiutare Orazio! Ho tradito la fiducia di Suor Assoluta. Mi sono fatta rubare la collana dalla mia amica Valeria. Tu sei l’unico che può fare qualcosa, aiutami!>>

<<Ma che significa? E poi chi sei? Come ti chiami?>>

<<Orazio, tutto ciò che vedi e conosci sta per andare in frantumi. Tutto sta per terminare sotto cieli di sangue... il pendaglio non deve essere aperto se no le stelle cadranno e i defunti si alzeranno dalle loro tombe mossi dal demonio in persona! Solo tu puoi fermare la fine del mondo!>>

<<Ma cos’è tutto questo “epicismo”? Mi vuoi dire chi sei? Così, dopo la fine del mondo... ti porto a mangiare un gelato? Va bene?>>

<<Orazio, ritrova ciò che è stato rubato, ti prego!>>

<<Va bene te lo prometto, ma parla chiaro: cosa ti è stato rubato?>>

<<Non dimenticarmi, perché io non sono morta...>>

Allungò un dito verso la mia fronte e, non appena mi toccò, venni sbalzato all’indietro con spin­ta di potenza eccezionale e, nel giro di pochi istanti percorsi tutto il corridoio volando all’in­dietro sino a frantumarmi sulla parete. Al rumoroso contatto col muro, apri nuovamente gli oc­chi: mi trovavo nello spogliatoio e stavo di nuovo sognando! Ma cosa mi stava succedendo?IX.            La matta è fuori

In quel momento, in un altro loco...

<<Possiamo vedere il filmato prego...>>, disse un individuo elegantemente incravattato a dei dottori.

Al suo ordine, nella stanza calò il buio e, su di un telone, venne proiettata la ripresa in que­stione.

<<Siamo tutti in pericolo... la nostra vita, le nostre famiglie, i nostri amici più cari!>>, era, ovviamente, Donna Valeria che, da su un palchetto improvvisato, pistolettava ad una folla di folli. Gioco di parole a parte, il suo pubblico erano gli occupanti del manicomio. <<Un infimo individuo vaga indisturbato per il creato minacciandoci tutti! Egli viaggia a braccetto col demonio! Si confida con lui ed esegue tutti i suoi ordini! E dall’alto della sua perfida autorità, trama con il maligno spregevoli disegni sul come annientare tutta la razza umana! E soprattutto su come abusare indi­sturbato di tutte le fanciulle del creato! Esse timide, piccole ed indifese, come la mia bambina... non sanno che costui, con occhi malvagi, le guarda tutte dalla sua boccia di vetro! E fantastica, immagina di congiungersi carnalmente con tutte loro, renderle, ancor fanciulle, sue concubine! Per poi mettere al mondo un esercito di mostri che, guidati all’attacco da Belzubù con egli al suo fianco, andrebbero ad estirpare tutti noi testimoni della fede in Cristo! Possiamo permettere tutto questo? Possiamo restare a guardare una bestia, solo all’apparenza umana, agire indisturbata a contatto con i nostri bambini? Egli mente con tutti; la sua lingua è falsa ed ingannevole! Si aggira curvo per i parchi giochi e promette balocchi e luoghi meravigliosi ai nostri virgulti e, dopo averli ad­dormentati con i vapori di caramelle intrise di sostanze, li trasporta nella sua umida e squallida cantina. Ed essi vivono lì, in sospensione perenne, in un sonno eterno, ed egli gode a sentire i pianti delle madri private dei loro figli, egli si nutre delle sofferenze altrui! Costui, questo aberrante individuo, si chiama Orazio Scattini! E noi, cristiani! Abbiamo il compito di trafiggergli il cuore con il santo crocifisso! E poi, dopo averlo arso, gioire della morte del demonio con coppe di vino e feste sino all’alba! Render quel giorno festivo e glorificarlo ogni anno come il giorno dei cavalieri di Dio che hanno annientato con la forza della Bibbia l’avanzata del maligno sulla terra!!!>>

<<Potete fermare!>>, il fotogramma si fissò su Donna Valeria euforica, con le braccia al cielo. <<A cosa abbiamo assistito esimi dottori? Al delirio di una folle, indub­biamente. Una folle che inveiva in continuazione su questo... Orazio Scattini, rendendolo colpevole di... di assurdi crimini. Quale sarebbe allora il nostro errore? Quello di dare libertà ad una donna che andrebbe a minacciare la nostra comunità, avventandosi contro questo Orazio, ed una volta eliminato, contro altri che ella vedrà come pericolo. Dare libertà ad una persona con stabilità mentale labile! Quel filmato è stato ripreso circa due mesi fa... ma se adesso andiamo a cercare Donna Valeria, la mia cliente, dove la troveremmo secondo voi? Nel parco del manicomio sì... ma non più a dar sfogo alla sua pazzia, ma bensì, a dar da mangiare ai non autosufficienti, a tener compagnia ai più anziani, ed a leggere, con voce calma e serena, la Sacra Bibbia! E se voi, eminenti dottori, andrete da ella a chiederle che cosa pensa di Orazio Scattini, ella vi risponderà: “...Orazio? Un povero cristiano che ha perso la via...”. Ecco cosa vi risponderà Donna Valeria! Una donna che, non dimentichiamoci, ha fatto opere di bene a nove zeri per la chiesa, per i bambini e per il nostro paese! Una donna che sarebbe molto riconoscente con coloro che l’aiuteranno a ritrovare la serenità. Vi dico che commettete un grave errore a tenerla rinchiusa. La mia proposta è un periodo di libertà vigilata di quattro mesi sotto la mia tutela, e poi, dopo un vostro controllo finale, se lo riterrete opportuno, la completa libertà della mia cliente!>>

<<Non so se siamo più di fronte ad una pazza avvocato Mariano.>>, diceva il primario del manicomio lucidandosi la sua mano meccanica. <<Lei sostiene che questa donna non è più un pericolo, ma chi ci assicura che la sua mente, una volta respirata l’aria della libertà, non ritorni ancora più malata di prima?>>

<<Mi scusi,>> prese parola un dottore con una benda da pirata su di un occhio <<io sono favorevole ad accordare fiducia all’avvocato Mariano. In fondo, è ormai tempo che Donna Valeria non ci dà più problemi anzi... ultimamente s’è messa anche a dare una mano in cucina... io dico di darle una possibilità!>>

<<Dottori?>>, interrogò il primario rivolto ai colleghi. <<Obiezioni?>>, nessuno fiatò. <<Bene! Se non ci sono questioni, quello che rimane da fare sono le pratiche per farla uscire. Ed ora, tutti a pranzo!>>

Durante il pasto, l’avvocato provvide diligente a ringraziare con assegni in bianco pas­sati da sotto il tavolo, tutti i dottori che avevano collaborato al rilascio della sua cliente. E, il mattino dopo, la luce della libertà, avrebbe battuto nuovamente sul volto di Donna Valeria!X.                L’ingegnere

Ero ancora negli spogliatoi, con il mio nome che mi rimbombava nel cervello, non so che ore fossero, era buio. E dall’odore metallico del mio alito mi ero fatto cinque o sei ore di sonno belle e buone! Mi diressi verso la porta e... sorpresa! Chiusa a chiave. Questo non ci voleva. Mi acca­sciai sulla panca rassegnato a passare la notte in quel luogo che emanava sempre un fragrante profumo di calzini marci! Ma dopo alcuni secondi, un’altra sorpresa... ancora una voce! Stavol­ta mi pizzicai dodici volte per essere sicuro di non dormire, e poi cercai di individuare la prove­nienza di quello che sembrava... un canto! Ed esattamente... la canzone di... di “Goldrake”! “...mangia libri di cibernetica, insalate di matematica e a giocar su Marte va...”. Ma chi era questo strano, stonatissimo nostalgico? Tutto sembrava fuoriuscire da dietro uno degli arma­dietti. Lo scansai dal muro e... arisorpresa! Nessun muro; ma una piccola porticina da cui usciva una flebile luce arancione! Era aperta. Entrai e seguii il rim­bombo della voce. Scesi delle ripidissime ed infinite scale, e arrivai dentro a quello che sem­brava un gigantesco e modernissimo laboratorio pieno di computers e lucette lampeggianti! Nel suo centro, seduto ad un tavolo, c’era colui che cantava, un individuo con una scimmietta sulla spalla, i capelli tutti sparati e una decina di fili che gli uscivano dalla testa e andavano a colle­garsi ad un gigantesco elaboratore sulla parete. Era intento ad armeggiare sui diodi di una scheda elettrica mentre continuava a cantare.

<<...VAAA DISTRUGGI IL MALE VA...>>

<<...ALABARDA SPAZIALE!!! >>, continuai.

Si girò e lanciò un urlo di terrore!

<<Chi-chi-chi sei? Ti prego, non mi arrestare no!>>, urlò andandosi a nascon­dere, insieme alla sua scimmietta, sotto il tavolo.

<<Ma io non voglio mica arrestarti...>>

<<Sì invece, tu vuoi arrestarmi! Ma io ho fatto il bravo, ho pagato tutte le multe tutte!>>

<<Sì, va bene, ma non aver paura, alzati pure...>>

<<No, tu mi vuoi fare del male, vuoi arrestarmi!>>

<<Io?! Al massimo potrei consigliarti un insegnante di canto.>>

<<Come sei entrato qui?>>

<<La porta era aperta.>>

<<Nooo! Ho lasciato di nuovo la porta aperta! Ora il Signor Scattini mi darà tante botte!>>

<<Stai parlando di PierVincenzo Scattini? Il padrone di quest’azienda?>>

<<Di lui, sì!>>

<<è in manicomio! Ed uscirà, spero, quando i miei figli saranno trisnonni! Io sono il nipote: Orazio!>>

<<Allora tu potrai dirgli che io sono stato bravo, che sono sempre qui a fare il mio dovere... glielo dirai vero?>>

<<Sì, glielo dirò, va bene...>>