77780.fb2 Le avventure di Orazio Scattini - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 7

Le avventure di Orazio Scattini - читать онлайн бесплатно полную версию книги . Страница 7

Un rumore di chiavi, una porta che si apre, una borsa che cade, degli occhi che ti fissano, una lacrima che scende... Claudia era in camera da letto!!! Guardava me e Olga con le mani alla bocca...

<<Ehm, ciao Claudia;>> dissi <<ti stavo per telefonare. Com’è il tempo fuori? Ehm... piove?>>

Ebbe un cenno come per cadere ma si riprese subito. I suoi occhi di­ven­nero fuoco! Era un fascio di nervi contratto, mi guardò con odio sprez­zante e...

<<SEI UN GRAN FIGLIO DI PUTTANA!!!>>

Ed aveva ragione.

Inutile dire che non la rividi più. Suo padre non mi rese invalido solo perché la figlia aveva riac­quistato la voce. E vani erano gli appostamenti sotto casa sua. Ap­pena la nonna mi vedeva usciva con un mitra residuato bellico del 15/18, e me lo sventagliava dietro. Ed Olga? Subito dopo il fattaccio si rivestì e, con gelida indifferenza, senza dire una parola, uscì da casa. Io rimasi solo, disteso sul letto in preda a mille rimorsi, non mi mossi e non dissi una parola per venti giorni! Sperando in continuazione che l’ac­caduto fosse solo un brutto, orrido incubo.

E ora? Ora la vita è ricominciata monotona come cinque mesi fa! Il lavoro, la casa, il videoregi­stra­tore, il gatto. Ma Claudia... che stella avevo perso! L’avrei sicura­mente rimpianta in eterno! Quei suoi sorrisi... quegli occhi vivi che ti guardavano come un passerotto indifeso, e quel viso... bel­lis­simo! Era tutto andato, finito. Come nel più triste dei film.

Ehi! Chi è quel manichino alla fermata di fronte alla mia? Ma sì, è quello che stava con Claudia il giorno che l’ho conosciuta... anche lui da solo. Arriva il tram... scende una ragazza... ma è Claudia! Cosa fanno?! Si baciano... s’abbracciano... vanno via...

Eh sì, questa è proprio la fine.

Orazio… stai fresco?

TOC-TOC!

<<Chi è?>>

<<Sono quella che è stata... quella che è... e quella che sarà...>>

<<E chi sei? Quella che batte giù all’angolo?>>

<<SONO LA TUA MORTE!!!>>

<<Ma va? Una morte tutta mia? Siamo sicuri? Guardi che non apro; sa, di questi tempi...>>

<<Orazio Scattini, la tua vita è giunta al termine!>>

<<Per favore, la prego, mi chiami solo Orazio...>>

<<...son qui giunta a mietere la tua anima e darla in pasto al Grande Oblio!>>

<<Cavolo, che paroloni! Oh, scusi... che maleducato... s’accomodi prego. Non guardi il disordine; sa ultimamente...>>

<<L’orologio della tua esistenza sta suonando gli ultimi rintocchi!>>

<<Ah sì? Ma gradisce qualcosa... un cognacchino... un Don Bairo... sarà stanca avrà viaggiato molto...>>

<<Mi sono mossa nei turbinii del tempo con un solo compito, quello di strap­parti l’anima e portarla nel regno dei morti!>>

<<...ma non faccia complimenti beva qualcosa, farà un freddo dalle sue parti... mi dia pure la mantella...>>

<<Quando questa clessidra sarà terminata, la tua vita, la tua essenza vitale e tutto ciò che sei e rappresenti apparterranno a me!>>

<<Che impeto, che foga, sono proprio colpito! Ma diamoci del tu, tanto or­mai è come se ci conoscessimo da una vita... beh, almeno per lei... ma posso vedere la tua clessidra, è proprio bella, cavolo: marca ROLEX, guadagni molto... OOPS! Mi è caduta! Mi dispiace, si è rotta io non...>>

<<La mia clessidra... idiota! Cosa hai fatto? M’era durata quattro miliardi di anni!!!>>

<<Mi... mi dispiace...>>

<<La mia missione... adesso come farò?>>

<<Va beh, ripassa fra tre o quattrocento anni, te la ricompro nuova!>>

<<Eeeh va beh, ma nel frattempo dove... dove vado senza la mia clessidra, io...>>

<<Non so che dirti, mi dispiace... anzi, guarda... s’è fatto tardi; devo uscire. Vieni che t’accompagno alla porta...>>

<<Ma non so dove andare...>>

<<...sei mica in macchina?>>

<<Veramente io...>>

<<Ho capito! Allora ascolta: scendi, arrivi in strada, giri a destra, im­bocchi il vialone e...>>

<<...e cosa trovo laggiù?>>

<<...ma trovi tutto quello che vuoi che volevi e che vorrai... CIAO!>>

E questo dottore... è il sogno che mi tormenta!

<<Mio caro Scattini...>>

<<Per favore, la prego, mi chiami solo Orazio...>>

<<Come vuole... signor Orazio; la soluzione al suo problema non va certo ri­cercata attraverso le teorie popolane dei sogni ricorrenti, ma bensì...>>

<<No-no, mi scusi dottor Luca... io faccio questo sogno da vent’anni ma mai come ora è stato così frequente...>>

<<Per favore, la prego, mi chiami dottor Ferraris... e comunque anch’io ho un so­gno ricorrente, cosa crede? Il fatto di essere un analista non me ne rende im­mune. Sogno spesso di svegliarmi con le parti intime completamente in­ver­tite... ma non per questo mi alzo la mattina col pensiero di andare a minzionare di spalle...>>

<<Ma dottore, tutti i giorni, tutti i momenti... mi basta chiudere occhio che il so­gno parte come una registrazione... questo per me è un cam­pa­nello d’allarme!>>

<<Ma cosa crede?! Che un giorno qualcuno busserà alla sua porta e dietro, a po­sto dei suoi creditori, ci troverà “La Grande Mietitrice”? A pro­po­sito, mi deve tre anni di sedute a 80.000 lire l’ora con un tasso del 10% d’interesse fa: 9.085.000 lire...>>

<<Va beh; poi facciamo un conto unico... il problema dottore è un al­tro: il si­gnificato! Ogni istante penso che sia l’ultimo, capisce? Ho paura... paura di avere un in­farto, di prendere il treno, di attraver­sare la strada... a pro­posito: ho pro­gettato un marchingegno che permette di viaggiare per la città attaccato ai fili del tram. Ho qui un prospetto; lei ha conoscenze al­l’ufficio brevetti, vero?>>

<<Per cortesia Scattini, almeno con me sia serio...>>

<<S-sì...>>

<<Vede: la causa va ricercata in altro loco... nella sua mente! Da qualche parte, nei meandri dei suoi pensieri, c’è come... un grande in­terruttore! Noi ab­biamo tantissimi interruttori nella testa... e ognuno, se attivato, fa scattare le nostre manie, le nostre an­sie, le nostre perversioni. Nel suo caso bisogna andare a ricercare un fatto, un avvenimento, che l’ha partico­larmente sconvolta e che è andato a schiacciare l’interruttore dei sogni ri­correnti... quindi, come vede, non per questo deve avere paura di attraver­sare la strada...>>